Capitolo 19: Find someone else to go to X-Factor with

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Quella notte non dormii, mi ero rigirato continuamente nel letto cercando di prendere sonno con una posizione migliore ma le parole di Harry mi avevano colpito dritto nel cuore. Sapevo che quando Harry si arrabbiava cercava in tutti i modi di far soffrire la persona davanti a lui con le parole, ma questa volta aveva davvero esagerato.

Avevo cominciato davvero a pensare se la mia vita potesse mai interessare qualcuno e avevo concluso il mio monologo interiore con un grande no finendo poi per buttare nel cestino l'intera storia che avevo scritto in cinque mesi. Buttai ben centocinquatrè pagine di una storia fatta solo di continui pianti, ma in effetti a chi sarebbe importata la vita di un moccioso del cazzo che piangeva perché il suo migliore amico stronzo non lo amava ed era fidanzato con una ragazza?

Ovviamente avevo stampato la mia storia su dei fogli cartacei, ma non ebbi il coraggio di buttarli e li inserii nell'ultimo cassetto della scrivania, sotto i libri dell'università.


Oggi era lunedì, ciò significava occhiali da vista, skinny jeans, maglione verde petrolio, zaino in spalla e dritti all'università!

E così feci.

Uscii dalla camera e oltrepassai il corridoio, poi la cucina non degnando Harry di una sguardo e chiusi la porta con un forte tonfo: non lo avrei perdonato e poteva soffrire in silenzio, lui e le sue canzoni del cazzo.


Arrivai all'Università salutando i miei compagni e fingendo un sorriso. Alla fine sarei dovuto andare avanti, Harry un giorno si sarebbe sposato con una donna e io avrei comunque continuato a stargli dietro.


Tornai a casa convintissimo di trovare anche un piatto per me in tavola, ma dovetti ricredermi appena varcai la soglia della cucina. Trovando Harry intento a rigirarsi una manciata di spaghetti intorno alla forchetta. Non c'era un piatto per me, nemmeno il necessario per sedermi e mangiare: forchetta, bicchiere, coltello... Tutto scomparso. Socchiusi le labbra ma rimasi immobile. Il riccio, giustamente, non aveva alzato la testa e stava continuando a mangiare in silenzio. Oh, 'fanculo. Entrai definitivamente all'interno della cucina e iniziai a cucinarmi una banale pasta al sugo. Non avevo voglia di cucinare e stavo morendo di fame.

Di solito Harry mi faceva sempre trovare il piatto pronto a tavola. Avevamo litigato un po' di tempo fa, ma mi ero comunque ritrovato con del cibo nel piatto, questa volta no e significava solamente che entrambi ci eravamo rimasti di merda.

Una volta finito di impiattare decisi di non apparecchiare e, sempre in silenzio, mi diressi in camera mia.

Avrei pur sempre dovuto studiare, perché non iniziare prima?


Passarono due giorni di silenzio, il litigio stava iniziando ad essere fastidioso. Harry non mi parlava o avvertiva di niente -identica cosa facevo io, ovviamente-, non cucinava più per me e la presenza di quella troia in casa stava diventando pesante.

Quel mattino però, ero più tranquillo e abituato al silenzio che regnava in quella casa da un po', quindi quando il riccio entrò in cucina, parlandomi come se non fosse successo nulla, rimasi spiazzato. <<Verranno Niall e Olivia, tra poche ore, forse anche Tay. Volevo solo avvisarti.>>,

Harry non mi aveva guardato un secondo: aveva parlato, aperto il frigo, bevuto l'acqua e poi era uscito. Io invece avevo mantenuto lo sguardo su di lui. In effetti l'ultima volta in cui il nostro sguardo si era incrociato era stato quella sera, quando aveva detto che a nessuno sarebbe interessata la mia vita, grandioso, no?


Finito di fare colazione entrai in camera e mi infilai una felpa larga, era fine settembre e a Londra stava già iniziando a fare freddo sul serio. Aggiustai i capelli e con un'estrema calma mi diressi nel salotto, dove accesi la tv per guardare una partita di calcio.

How did him reduce you? || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora