Chapter 13: Kiwi

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Mi asciugai le lacrime, uscendo dal cubicolo con gli occhi rossi. Tenni la testa abbassata e mi avvicinai a Lottie e Diana, che stavano parlando allegramente del ragazzo brunetto affianco alla preside, bello come non mai, guardandolo gli avrei dato un sette, arricciai il naso confuso e rimasi in silenzio.

Alle nove di mattina arrivammo all'hotel, si potevano notare i grandi balconi e alcuni idromassaggi. Girai lo sguardo trovando una piscina abbastanza grande, ma chi avrebbe mai fatto il bagno con quel freddo?

Entrammo all'interno, il posto era molto decorato e le mura erano di un giallo ocra.

La preside ci disse di far la fila e aspettare, avremmo preso le nostre chiavi per poi rimanere in hotel. Potevamo andare in piscina- cosa che non farà nessuno con 10°C-, usare la spa, oppure rimanere in camera. Ero abbastanza stanco e turbato dopo ieri notte, quindi decisi subito di rimanere in camera, magari mi sarei fatto una doccia.

La professoressa Payne, poi, si intromise nel discorso e ci ordinò di ritornare qui nella hall per l'una, in modo da andare a pranzo tutti insieme.

Al mio turno presi la chiave ringraziando la ragazza dai capelli neri e gli occhi azzurri che mi aveva sorriso gentilmente.

Non avevo scordato la presenza di Harry con me per il resto della gita, semplicemente cercavo di non pensarci.

Stavo per salire le scale dell'hotel ma qualcuno mi urlò di tornare indietro. Girai lo sguardo trovando Niall, l'amico del riccio, che mi spiegò di dover aspettare Harry. A quanto pare dovevamo salire insieme per non perderci nell'hotel, mi rigirai la chiave tra le dita notando il modo in cui il numero '28' era scritto: era una calligrafia leggere ed elegante al punto giusto, magari scrivessi così, pensai.

Qualcuno mi toccò la spalla. Sussultai trovandomi due occhi verdi che mi guardavano confusi.

<<Sali o devo aspettarti ancora?>> Sbottò, deglutii e lo oltrepassai scegliendo di usare l'ascensore: era più comodo per le valigie e non avevo alcune intenzione di fare figuracce davanti a degli sconosciuti.

Cliccai il tasto '3' dell'ascensore e mi appoggiai alla parete sinistra di essa. Harry si mise appoggiato allo specchio, socchiudendo gli occhi e sorreggendosi con una mano sulla... maniglia? Non sapevo nemmeno io come si chiamasse quel coso, fatto sta che è presente in quasi tutti gli ascensori.

Mi morsi il labbro, il silenzio stava diventando fastidioso.

Avevamo litigato? Perché Harry si comportava così? Perché entrambi adesso ci guardavamo in modo diverso?

O forse ero solo io a guardarlo in modo diverso, adesso?

Scossi la testa scacciando via quel pensiero, Harry aveva una sciarpa bordeaux intorno al collo che si tolse poco dopo, i ricci gli ricaddero sul viso e sentii un leggero sbuffo.

Finalmente quel fottuto ascensore fece un rumore -definito da me come irritante- e aprì le porte. Harry si tuffò fuori, facendomi quasi sbattere contro la porta di metallo, ma non dissi niente.

Saremmo mai tornati come prima? Mi mancava il suo lato dolce.

Harry corse per tutto il lungo corridoio, arrivando poi ad un '28' scritto con la stella calligrafia della chiave. Lo guardai mentre girava la chiave più volte, notando che non riuscisse ad aprirla. Borbottò qualche insulto prima di guardarmi in cagnesco: <<Se magari la smettessi di fissarmi...>>

Rimasi in silenzio ma mi girai, incrociando lo sguardo confuso di un compagno di classe di Lottie, che ridacchiò poi, prima di chiudere la porta.

Sentii finalmente lo scatto della serratura e mi girai verso Harry, egli era di nuovo scappato all'interno.

How did him reduce you? || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora