Epilogue II: Who is Larry Stylinson?

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Noah arriva a casa Tomlinson-Styles

<<Prenditi cura di lui, Harry.>>, mormorò Taylor, stesa sul lettino bianco dell'ospedale, intenta a salutare suo figlio, accarezzando piano la sua guancia paffuta. <<Ciao, piccino, la mamma ti amerà sempre, lo sai? E' solo che- che non avrei mai voluto essere una madre, avere un figlio, avrei preferito restare sola, fidanzata o sposata, ma sapevo di non volere un bambino. Voglio viaggiare, godermi il mio lavoro e la mia vita, voglio che tuo padre ti ami il triplo di quanto lo faccio io e voglio che da grande non mi odierai per quello che sto facendo. Harry sa già il motivo, da grande te lo spiegherà, sì? In realtà non è complicato, semplicemente non mi sento in grado e non voglio farlo, il solo pensiero di tenerti con me mi fa tremare. Harry e Louis saranno in grado di farlo al posto mio. Ti voglio bene, Noah. Abbi cura di te stesso, ama te stesso e lasciati scivolare le critiche addosso quando sarai grande, d'accordo?>>, sussurrò sul viso del bambino, baciandogli il naso.

Harry e Louis non giudicavano Taylor, aveva tenuto il bambino solo per Harry, e andava bene così. Harry spostò lo sguardo su Louis, poggiato sul ciglio della porta con gli occhi fissi su di lui, gli lanciò un bacio volante con le labbra e mimò un 'ti amo', prima di fargli capire, alzando in alto il mazzo di chiavi, di star andando a prendere la macchina.

Erano passati tre giorni, finalmente il loro figlio sarebbe uscito dall'ospedale e avrebbe visto la vera Londra.


Noah stava bellamente dormendo in braccio ad Harry, mentre Louis guidava per le strade di Londra talmente lento da far fermare le macchine dietro di quest'ultimo.

<<Louis, hai una BMW e stai guidando come se questa macchina fosse un bradipo, diavolo!>>, esclamò Harry, scocciato dal terzo clacson che aveva svegliato il piccolo Noah dal sonno.

<<Non voglio fare un'incidente, Harry.>>, replicò il liscio, con un cipiglio sul volto, ma decidendo ad accelerare di poco. Così facendo, sarebbero arrivati a casa davvero troppo tardi.

<<Amore, per favore.>>, riprovò Harry, una nota di dolcezza in quello che diceva, <<Mi fido di te, non faremo alcun incidente, okay?>>, gli accarezzò la mano poggiata sul fianco ed infine la posò sulla coscia del liscio, lasciandogli un piccolo bacio sulla spalla, stando attento a mantenere il corpicino del bimbo.

<<Sì, sì, okay, scusa, sono uno stupido.>>, balbettò Louis, spingendo finalmente sull'acceleratore. Inutile dire che arrivarono dopo cinque minuti a casa, oops.


Aperta la porta della dimora, vedendo le luci colorate dei LED in salotto, il bambino sorrise in modo angelico, tirando piano la t-shirt di suo padre, mentre Louis posava il borsone dei panni sul pavimento freddo.

<<Quanto tempo fa lo hai fatto mangiare?>>, chiese Louis al riccio, prendendo il bambino per portarlo in cucina, seguito da Harry.

<<Due ore fa, credo, è ancora presto.>>, chiarì Harry, spostando alcuni capelli ricci dal viso del più piccolo che infilò un dito in bocca, sorridendo ancora.

<<Sei così cucciolo, amore.>>, sussurrò Louis, lasciandogli un bacio sulla fronte, poi si accorse del brutto odore che Noah emanava e, insieme ad Harry, gli cambiarono il pannolino, ridendo e scherzando anche loro come due bambini.





Harry e Louis hanno ventidue anni, Noah due.

Quella sera Harry tornò molto tardi da lavoro, Robbie lo aveva chiamato verso il pomeriggio spiegandogli un grave problema che aveva avuto la casa discografica ed era dovuto correre al centro di Londra, lasciando Louis e Noah da soli.

How did him reduce you? || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora