Chapter 28: He's born

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Ero in preda alla gelosia. Qualche ora fa Harry mi aveva proposto di andare in un locale insieme a Niall, Olivia, Diana ed Andrew. Da un certo punto di vista mi aveva obbligato: io non avevo alcuna voglia di andarci ma alla fine, non so come, mi ritrovai comunque dentro quel locale.

In quel preciso momento Harry indossava una camicia bianca e aperta -poteva scorgersi il tatuaggio sul ventre-, i capelli sciolti, ricci e liberi da ogni tipo di capigliatura, i jeans neri che aderivano perfettamente sul suo corpo, facendo risaltare davvero troppo le sue curve, specialmente i suoi fianchi e il culo, avrei volentieri stretto le sue natiche tra le mani. Due collane, una con un brillantino argento e un'altra con una croce svettavano sul suo petto scolpito e le sue mani stringevano un lembo della sua camicia mentre parlava animatamente con un ragazzo, -a me sconosciuto-, lasciando il suo petto scoperto mentre arricciava il naso e abbassava lo sguardo sui suoi stivali marroncini.

Quando alzò lo sguardo incrociò il mio, non nego l'occhiata glaciale che gli rivolsi. Dopo il mio sguardo l'espressione del riccio cambiò in una smorfia, prima di portare il suo Sex on the Beach tra le labbra carnose e ingerire quel liquido bruciante.

Lo sconosciuto si avvicinò ancora di più al mio ragazzo, poggiando una mano sul suo fianco mentre rideva contro la pelle nivea del collo di Harry. Ordinai immediatamente un altro drink e spostai lo sguardo dal mio piccolo che sorrideva con le sue adorabili fossette.

Iniziai ad osservare le persone che ballavano a ritmo di una canzone rock e mi venne l'istinto di scatenarmi con loro, così quando Niall mi tese una mano comprensivo indicandomi la pista non esitai. Due anni fa era successo lo stesso ed ero rimasto seduto, carpe diem, 'fanculo. Nonostante indossassi un semplice maglione nero e un jeans molte persone cominciarono ad osservarmi mentre muovevo i fianchi a ritmo di musica e Olivia, rideva ballando con Niall e facendo scontrare spesso i nostri didietri. Niall non sembrava per nulla disturbato, anzi, spesso lo faceva anche lui procurandomi una forte risata. Poi la musica cambiò in una più leggera, e tutti cominciarono a strusciarsi sul primo individuo, appena qualcuno mi sfiorò la schiena gli lasciai uno schiaffo sul braccio e tornai a sedermi, bevendo la tequila finalmente pronta.

Cercai Harry con lo sguardo ma non lo vidi più seduto al tavolo e mi allarmai, quando però scorsi le sue forme tra la gente, mentre ballava con lo sconosciuto che gli cingeva i fianchi non seppi se esserne sollevato o scoppiare a piangere.

Balzai in piedi, lasciando cadere per terra il bicchiere di vetro, corsi verso la pista col cuore a mille e l'alcol nelle vene. <<Sei uno stronzo!>>, urlai spingendo la schiena del riccio lontano dal petto di quello. <<Che cazzo credi di fare? Stiamo insieme o no?>>, squittii quando il riccio puntò le sue gemme nelle mie iridi azzurre, boccheggiando.

Harry cercò di avvicinarsi ma appena la sua camicia sfiorò la mia mano mi allontanai. <<No. Non così, non adesso, non vestito come una puttana, Harry. Me ne torno a casa, buonanotte.>>, poi mi girai verso lo sconosciuto, una lacrima mi rigò il viso. <<Oh, grazie per stasera. Spero che qualcuno ti ficchi un palo su per il culo, un giorno, coglione.>>, sbraitai.

Non potevo crederci. Perché Harry si era lasciato andare così tanto? Poteva bere con me, ridere con me, ballare con me, invece lo aveva fatto con uno sconosciuto. Mi asciugai le lacrime con gesti rudi mentre sussurravo uno scusa al barista raccogliendo i cocci più grandi del vetro, quest'ultimo mi sorrise comprensivo e mi disse che avrebbe concluso lui. Cercai Niall con lo sguardo, ma trovai solo Olivia che ballava in solitudine con un broncio sul viso. La salutai con un cenno del capo e uscii da quel locale di merda, ispirando l'aria fresca delle notti d'estate a pieni polmoni.

Mi accorsi troppo tardi di Harry appoggiato alla BMW, che mi rivolgeva uno sguardo da cucciolo bastonato. Mi avvicinai in silenzio, ricordandomi solo dopo che le chiavi dell'auto erano nella tasca dei jeans del riccio. Sorrisi. Mi alzai in punta di piedi incrociando il suo sguardo confuso mentre facevo sfiorare i nostri petti, lasciai un sospiro a quel contatto -mi era mancato, potevo ammetterlo- e infilai una mano nei suoi jeans, tastando piano il suo sedere e, facendo finta di cercare la chiave. Harry gemette sul mio viso, socchiudendo gli occhi, io feci una smorfia e strinsi per l'ultima volta quel tessuto attillato prima di cacciare fuori la chiave e rigirarla fra le dita. <<Buonanotte, Harry.>>, mormorai entrando in macchina e lasciandolo lì, sul ciglio della strada, il triplo più ubriaco di me, con le lacrime agli occhi e con un'evidente erezione nei pantaloni.

How did him reduce you? || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora