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Qualcosa mi accarezza la spalla, un calore piacevole e un tocco delicato. Apro lentamente gli occhi e due pietre dorate mi osservano.

-È arrivato.

Corrugo la fronte e chiudo di nuovo gli occhi, coprendomi con la coperta.

-Alex.

Il mio nome pronunciato da quelle labbra mi fa venire i brividi, mugugno rannicchiandomi.

-L'idrovolante.

Apro gli occhi ed è vicinissima, mi sorride e mi accarezza la spalla da sopra la coperta.

-È arrivato.

Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio stiracchiandomi, la schiena mi fa malissimo, dormire per terra non è il massimo.

-Puoi ripetere per favore?

Lei guarda in alto e dice qualcosa in una lingua che non conosco, poi torna a guardarmi.

-Dobbiamo salire sull' idrovolante, alzati.

A quelle parole metto ordine nella testa e mi alzo, poi con zaino in spalla entriamo sul velivolo e ci accomodiamo in quello spazio ristretto mentre due uomini recuperano le nostre valige e ce le porgono.

-Ma che ore sono?

Fuori è ancora buio, con una leggera sfumatura di azzurro che va schiarendosi, l'alba?

-Le quattro del mattino, l'altro velivolo aveva un guasto.

Annuisco e cerco di rilassarmi ma appena quel coso galleggiante si accende mi irrigidisco, il rombo assordante del motore e le eliche che cominciano a girare fanno rumori poco raccomandabili.

-È sicuro questo coso?

Meg sorride e mi passa le cuffie da mettere per non diventare sordo.

-Sono solo quarantacinque minuti. Passerà in fretta.

La guardo come se le fossero uscite altre due teste, solo?!
La navicella spaziale si alza dall'acqua, non ricordo neanche come ci siamo arrivati alla costa...

Atterriamo sulla superficie dell'acqua e con un salto raggiungiamo la piattaforma di legno, la signorina del villaggio ci accoglie raggiante come non mai e ci stringe le mani ad entrambi.
Con un pò di difficoltà a parlare la nostra lingua prova a spiegarci le strutture e le attività che il villaggio offre, finché non ci raggiunge un uomo nero come il carbone con i denti bianchissimi con un sorriso smagliante, parla perfettamente la nostra lingua e ci accompagna su una lunga lingua di sabbia costeggiata da entrambi i lati da casette.

-Il servizio è in camera ma si possono prenotare cene anche al ristorante, la SPA è vicina a dove siete scesi, la piscina è nella struttura principale che ospita anche palestra e sala relax, nella casetta avete il WI-FI e un telefono fisso per farvi portare tutto ciò che desiderate, la cucina è aperta dalle 7:00 alle 10:00, dalle 13:00 alle 15:00 e dalle 19:00 alle 22:00.

L'uomo ogni tanto si volta a guardarci e il suo sguardo si ferma un pò troppe volte su di me, non guardando neanche per sbaglio Meg che ascolta mentre si guarda intorno meravigliata. Il sentiero che stiamo attraversando è costeggiato da delle lanterne bianche, la brezza marina mi invade i polmoni e la salsedine mi appiccica la pelle, la sabbia mi è entrata nelle scarpe ma non gli do peso.

-Ed ecco la vostra.

Sulla nostra destra c'è una casa con petali di rosa sparsi per le scale fino alla porta, corrugo la fronte e Meg è confusa quanto me, entriamo ritrovandoci un enorme salotto con caminetto in pietra al centro di due divani, un bagno enorme con vasca idromassaggio ed in fine una stanza matrimoniale con letto ricoperto di petali rossi e due asciugamani piegati a cigno che formano un cuore. Io e Meg ci osserviamo shoccati, ma cosa sta succedendo?

-Buon San Valentino e buona luna di miele!

Quasi svengo a quelle parole, in testa mi torna l'espressione di Cassandra quando le avevo detto il giorno della partenza, cazzo.
Sono partito il giorno di San Valentino...

-Ahm... credo ci sia stato un errore.

Provo a dire e Megan prende la palla al balzo.

-Già... sa... ehm...

Alterna lo sguardo da me all'uomo confuso.
Poi fa un respiro profondo e mentre mi guarda dice:

-Si beh... nei primi dieci giorni di matrimonio agli sposi non è permesso condividere il letto...

Se prima stavo per svenire, ora sto per avere un arresto cardiaco, mi poggio allo stipite della porta per non cadere e mi sforzo di sorridere all'uomo che mi osserva stupito.

Si, tu sei stupito, pensa io...

-Ah... mi dispiace, rimedio immediatamente al tremendo errore, perdonatemi.

Si volta per poi uscire e chiamare nella sua lingua qualcuno che lo salvi da questo momento imbarazzante.

-Ma non potevi dire la verità?

Chiedo alla ragazza davanti a me che mi guarda mentre trattiene una risata.

-Non potevo! Abbiamo un sacco di cose in più, non hai sentito quello che diceva prima, abbiamo dei trattamenti "speciali", comunque non ti preoccupare, non dobbiamo mica fare chissà cosa, ci dormiremo e basta dentro alla casetta.

Mi passo la mano tra i capelli, lo stress sembra non volermi abbandonare.

-Prego, seguitemi, abbiamo trovato un'altra sistemazione.

Annuiamo e con trolley e zaini lo seguiamo a qualche casetta oltre a quella di prima, finché non ci troviamo davanti ad una casetta molto più grande.

-La casa ha due camere con bagni e solo il salotto in comune.

Gli sorrido più felice che mai

-Grazie mille.

Lui in risposta mi fa l'occhiolino, non ci sarebbe nulla di male se solo non si fosse leccato anche le labbra mentre abbassava lo sguardo al cavallo dei miei pantaloni.

-Ok... cara entriamo.

Meg mi guarda divertita e salutiamo il Sig. Mahwed.

Entrati Megan scoppia a ridere con le lacrime agli occhi mentre io la guardo meravigliato, ma come fa ad essere cosi bella.
Poi ricordo che per due settimane dovrò fingere di essere suo marito e mi sale il panico, non sono neanche mai stato fidanzato, come faccio a sapere come si fa il marito?

-Provo a richiedere, perché non hai detto la verità?

Chiedo poggiando lo zaino su un divanetto del salotto.

-E rischiare che ci provi spudoratamente con te? Non sono cieca Alex e tu non sei stupido, ti ho fatto un favore, anche perché avrebbe pensato che fossi dell'altra sponda, chi è che parte a San Valentino, alle Maldive con una semplice amica?

La guardo inarcando un sopracciglio, lo sguardo ammiccante di quel tizio mi ha fatto venire i brividi.

-Ok, ma come ti è uscita la cosa dei dieci giorni?

La ragazza alza le spalle e con la mano fa un gesto circolare

-Diciamo che l'ho letto da qualche parte.

-Ah si, nel libro delle scuse?

La ragazza mi guarda con espressione ammiccante, con un ghigno sulle labbra e lo sguardo intenso

-No, nel libro del Kamasutra.

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