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Il soffitto della stanza sembra improvvisamente interessante, non riesco a dormire, sarà per il fuso orario o per la questione dei paparazzi, non lo so ma sta di fatto che non vorrei in nessun modo coinvolgere Megan, è giovane, sta finendo l'università e l'ultima cosa che voglio è metterla con i paparazzi alle calcagna e sbattere la sua faccia su ogni giornale o sito internet.
A cena non ho tirato fuori l'argomento, era troppo serena e tenera, averla davanti a me così tranquilla e in vesti di pigiamino con pantaloncini alla scozzese e canottiera nera con due codini in testa me l'ha fatta sembrare ancora più piccola e mi si è stretto il cuore.
Sono circa le due qui ed io non riesco a prendere sonno, mi giro e rigiro nel leggero lenzuolo bianco candido e sul morbido letto ma non riesco a trovare una posizione confortevole...
Mi alzo per andare a bere e nell'aprire la porta trovo la finestra che da sul mare socchiusa, così mi affaccio e la trovo sdraiata sulla rete con una felpa nera e cappuccio calato in testa, sembra pensierosa e non credo si sia accorta di me, prendo un bicchiere d'acqua e mentre sorseggio la osservo, è bellissima...
La sua espressione però è persa nel vuoto, come se fosse preoccupata, che le sia arrivata la notizia?

-Meg, tutto ok?

Lei sospira e alza lo sguardo fino a incontrare il mio dallo spiraglio della finestra.

-Ero un attimo distratta.

-Sembravi preoccupata invece... se c'è qualcosa che non va parlamene.

Lei mi osserva e poi mi sorride, un sorriso che non le raggiunge gli occhi, così mi sdraio al suo fianco.

-Che succede?

I suoi occhi tornano sul cielo stellato, non avevo mai visto nulla del genere, in città non si vedono tutte queste stelle.

-Hai mai quella sensazione orrenda di "sbagliato" che ti preme sulle spalle?

-Spiegati meglio.

Sbuffa e chiude gli occhi.

-Come se stessi facendo qualcosa di sbagliato e la tua coscienza te lo ricorda con un peso sullo stomaco che non va mai via?

Annuisco mentre le studio il profilo.

-Mi sento così...

-Hai commesso uno sbaglio?

Si morde il labbro inferiore riaprendo gli occhi al cielo.

-Non lo so... mi dicono di no, ma allora perché mi sento così colpevole?

-Posso sapere di cosa si tratta?

Sento la curiosità salire, voglio sapere cosa la turba e tranquillizzarla per poterle togliere quest'aria afflitta dal viso.
Apre la bocca come per dire qualcosa ma la richiude scrollando le spalle.

-Non importa... Ho visto qualche link prima, stiamo facendo scalpore, mi hanno addirittura chiamata "ragazza fantasma", è inquietante...

Sospiro mentre osservo il cielo.

-Non volevo metterti così allo scoperto, mi dispiace, hai già i tuoi problemi... non volevo far violare la tua privacy...

Annuisce  e scrolla le spalle.

-Non è colpa tua, hanno preso la palla al balzo, ti vedono dopo anni in compagnia di qualcuno in un aereo, il volto sexy della città mancava, stanno ingigantendo la cosa più del dovuto, sono paparazzi... vengono pagati per questo.

-Da comunque fastidio... ho il fiato sul collo di tutta la città appena faccio qualcosa fuori dall'ordinario.

Lei sbuffa una risata.

-Sei il figlio di un pezzo grosso, è un bene per alcuni lati ma per altri... la tua privacy è di dominio pubblico.

Annuisco e chiudo gli occhi, concentrandomi sul suono delle onde sotto di noi che si scontrano contro i pilastri che tengono la casa sospesa.

-Megan...

Sento il suo respiro trattenersi e il suo corpo vicino al mio irrigidirsi.

-Parlami di te...

-Cosa vuoi sapere?

-Qualcosa... qualsiasi cosa...

Segue qualche istante di silenzio e poi la sua voce mi arriva alle orecchie come un sussurro...

-A sei anni ho iniziato le elementari, ho frequentato la scuola privata, ero portata per l'arte e per la ginnastica, odiavo la geografia, ero negata... non mi entravano in testa le nazioni, le regioni, i capoluoghi... nulla. Ero molto brava in scienze però, mi piaceva capire come funzionasse il nostro corpo. A otto anni ho iniziato a suonare la batteria, ero abbastanza brava, dicevano che avevo un buon orecchio ma è durata solo tre anni, poi sono passata allo sport, a undici anni ho iniziato tennis, pochi mesi e sono passata al nuoto, qualche settimana e sono passata al basket che è durato un anno... a dodici mia mamma si è ammalata e sono andata a vivere con nonna, dopo un anno mio padre si è rifatto vivo e mi ha portata a vivere con lui, sua moglie e i suoi figli.

Mi volto sconvolto ad osservarla, lei osserva il cielo e continua a parlare.

-Mio padre ha tradito la moglie con mia mamma... e nonostante io sia la causa del fallimento del loro matrimonio lei ha comunque deciso di prendersi cura di me come se fossi sua figlia... mentre i suoi figli non l'hanno presa benissimo, i primi tre, gli altri due erano quasi miei coetanei e quindi la differenza di età non era molta, ma con il primo figlio mi passo dodici anni, con l'altro dieci e con quello di mezzo sette...

-E la tua vera mamma?

Lei alza le spalle e si volta a guardarmi con un sorriso genuino che mi fa provare tanta tenerezza per questa ragazza.

-È morta pochi mesi dopo essersi ammalata, il cancro ha agito in fretta.

-Cazzo Megan.

Le scappa una risata soffocata.

-Le parole Alex...

Torna a guardare il cielo e sospira, poi si alza e prima di rientrare mi da la buonanotte...
Ho i brividi, non per il freddo ma per il riassunto della vita di Meg... non deve essere facile per lei, vivere con il pensiero di essere un'intrusa in casa e magari sentirsi giudicata colpevole di un matrimonio finito... nel giro di qualche mese la sua vita è completamente cambiata, chissà quanto è stata dura per lei ritrovarsi a vivere tra cinque "fratelli", una mamma nuova ed un padre sconosciuto venuto fuori dal nulla... non so ma questa storia mi è un pò familiare.

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