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Non ho il coraggio di girarmi per vedere chi sia, così mi limito ad attendere che la persona in questione mi si pari davanti.
Il rumore dei tacchi risuona nella stanza, vorrei girarmi ma qualcosa mi ferma, la figura si comincia a fare più nitida nel riflesso della vetrata, mi sorride e un attimo dopo è in piedi nel lato opposto al mio del tavolo, ed è lì che mi volto a guardarla.
Rimango quasi a bocca aperta per lo spettacolo che mi si para davanti, due grandi occhi color ambra mi stanno guardando incuriositi, ha i capelli molto lunghi e mossi, castano chiaro con riflessi oro, il viso è molto simile a quello innocente di una bambina, ha il nasino perfetto, le labbra piene e tinte di rosso, il fisico è mozzafiato, fasciato alla perfezione da una tutina nera, maniche lunghe a pipistrello, con finti bottoni d'oro all'altezza vita, le arriva a un quarto di coscia facendo evidenziare la lunghezza delle gambe.
Cerco di tornare in me e mi alzo per salutarla, il mio metro e novantacinque la supera di circa dieci centimetri, le porgo la mano e mi presento con tono sicuro.
Lei mi sorride e me la stringe rispondendo alla presentazione.
La sua voce è ferma, un tono leggero che metterebbe tutti a proprio agio, così melodiosa che ha un non so che di sensuale.
Noto i suoi tacchi e ad occhio e croce dovrebbero essere dieci centimetri, mi faccio il calcolo mentale e arrivo alla conclusione che lei sia alta un metro e settantacinque circa.
Ci sediamo al tavolo e lei spezza il silenzio, mentalmente la ringrazio.

-Ehi, ehm... ciao!

Sorride impacciata e leggermente rossa in viso, muove lo sguardo dalla vetrata all'ascensore come se sperasse che qualcuno entri e spezzi il disagio.

-Ciao, Megan. Allora, mia sorella mi ha detto che studi, che percorso segui?

Per la seconda volta i nostri occhi si incontrano e sembra essere più rilassata, ma non abbastanza da farla smettere di giocare con uno dei suoi anelli che ha alle dita di entrambe le mani.

-Studio economia, mi piace molto il marketing e il diritto, un domani toccherà a me prendere le redini dell'azienda di mio padre, quindi ho scelto una facoltà che mi metta al pari delle sue capacità.

Noto i suoi occhi brillare, le deve piacere molto il piano del suo futuro, crede in ciò che dice e non posso fare a meno di esserne un po' invidioso, io quando ho ricevuto l'azienda è stato come se mi avessero dato l'ergastolo.
Le sorrido e finalmente finisce di giocare con l'anellino a forma di... filo spinato...

- Anche tu lavori in una delle aziende di famiglia, come è stato entrare a farne parte?

Ha i modi di una bambina curiosa, ha quell'espressione stupita e indagatoria allo stesso tempo che fa venir voglia di abbracciarla.
La domanda però non è delle migliori, mi mordo il labbro staccando il contatto visivo e lo punto sul panorama della città, cerco le parole giuste ma prima che possa parlare vengo interrotto dal cameriere che ci porta gli antipasti ed il vino.
Lei ringrazia ed io mi limito ad un cenno della testa, lei continua a guardarmi.

-Se ho fatto una domanda inappropriata perdonami, non devi necessariamente rispondere, quasi tutto il paese sa quello che hai passato... perdonami per la sfacciataggine.

-Cos... no no, è solo che... non era il lavoro che avrei voluto fare, era altro il tipo di futuro che immaginavo...

La mia risposta sembra intristirla leggermente, lei sa come tutti quello che ho combinato in passato, sa il casino che ho fatto quando ho letto il testamento, sa che non l'ho presa per niente bene la bastardata di mio padre. Finii su ogni tipo di giornale, non ho mai rilasciato interviste e non ho mai chiesto scusa a nessuno, mio padre pensava di responsabilizzarmi non rendendosi conto che mi aveva costretto a diventare come lui però senza una donna accanto, completamente da solo.

-Che ne dici di mangiare?

Torna a sorridermi e io annuisco
Prendiamo per primo un fiore di zucca fritto, successivamente una bruschetta con i pomodorini sopra ed in fine un po' di affettato servito sul tagliere.
Mangiamo e chiacchieriamo tranquilli, mi chiede della mia vita all'università e della tesi che sostenni.

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