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Tra cinque giorni torneremo a casa e a me è già salita l'angoscia, mi sono abbronzato molto, ho il segno del costume e la differenza di colore è notevole, ero bianco come una mozzarella.
Megan ha quasi finito la tesi, le mancano le pagine di conclusione e poi spedirà tutto al tutor per la correzione finale, io le do una mano quando posso ma lei preferisce fare da sola, i suoi capelli si sono schiariti molto, i filamenti d'oro sono aumentati ed ha i segni del costume su quella pelle morbida e perfetta che la rendono tremendamente sexy, ho notato che sulle natiche ha lievi smagliature che con l'abbronzatura ora sembrano piccole onde, le trovo perfette.
Ogni giorno che passa sento nei suoi confronti attrazione e voglia di scoprire ogni cosa di lei, però dopo l'ultima discussione sembra essersi chiusa a riccio e non mi permette di sapere più di tanto, la cosa mi ha fatto insospettire ancora di più e la mia curiosità è aumentata, ogni tanto provo a farle domande per capire il suo stile di vita e sapere ciò che farà una volta tornata ma purtroppo risponde vagamente e quasi sempre a monosillabi.

-Meg.

-Mh...

-Facciamo il bagno?

Siamo sdraiati sui lettini in spiaggia e lei non spiccica parola da questa mattina, ovvero dal "buongiorno", non mi guarda nemmeno quando parlo, deve essere successo qualcosa oltre alla piccola discussione che ha avuto con me.
La sua risposta non arriva e mi metto seduto proteso verso di lei.

-Meg.

-Mh...

-Che cosa è successo?

Il suo viso si volta leggermente verso di me, ha gli occhiali specchiati e non riesco a vederle gli occhi, lei stringe la mascella e sorride, un sorriso falso che consiste in un lieve cenno agli angoli della bocca.

-Meg... cos'hai?

Si mette a sedere ed osserva il mare, si leva gli occhiali e sospira, i suoi occhi però non si voltano verso di me.

-Alex...

-Ma guarda chi c'è! Ciao ragazzi!

Ci voltiamo verso la voce di Carla che si sta avvicinando velocemente con il marito mentre il piccolo gioca sul bagno asciuga con la sabbia.

-Hey!

Io e Meg sorridiamo ai due che ormai sono sotto il nostro gazebo.

-Come state?

Ci chiede Carla allegramente, indossa un costume intero rosa ed un pareo intorno ai fianchi di velo bianco mentre Patric  indossa un paio di bermuda blu con cuciture bianche, ci sorride mentre circonda con un braccio la vita della moglie.

-Molto bene, voi? Come procede la vacanza?

Chiede Megan cercando di essere cordiale ed allegra ma c'è qualcosa che non va nel suo tono.
Carla fa un verso amareggiato e guarda Patric che ci spiega che domani mattina hanno l'aereo per tornare a casa.

-Eh, tra pochi giorni tocca anche a noi.

Dice Meg prendendosi il labbro inferiore tra i denti.
Passiamo il pomeriggio con loro, chiacchieriamo tranquillamente del più e del meno e questa volta non mentiamo perché parliamo delle nostre vite in maniera tranquilla e spensierata, ci spiegano che non sempre gli è permesso andare in vacanza perché entrambi fanno lavori che richiedono la loro presenza, Patric è chirurgo plastico e Carla è dottoressa.
Quando li salutiamo quasi mi dispiace sapere che se ne andranno la mattina dopo, il piccolo Nicolas saluta con un bacio sulla guancia Megan e con un cinque sulla mano me, li osserviamo allontanarsi con il sole che tramonta ed è una scena bellissima, sembrano la famiglia perfetta, loro due innamoratissimi con il piccolo che corre vicino a loro.

-Stavi dic...

Mentre mi volto per guardare Megan le sue mani mi prendono le guance e un attimo dopo le sue labbra sono sulle mie, morbide e delicate, con un lieve sapore di sale, sono talmente sorpreso che non riesco a fare nulla, semplicemente mi limito a guardarla con gli occhi sgranati e con le labbra arricciate in modo scomodo, quando si stacca io mi rendo conto di star trattenendo il fiato e lei è rossa con un pomodoro, vorrei delle spiegazioni ma non riesco ad emettere alcun suono.
Lei sembra sia stata investita da un treno in corsa, prende le sue cose e si allontana dalla spiaggia verso la casetta mentre io rimango li ad osservare la sua figura allontanarsi con un tornado di emozioni che mi scuotono le interiora, quando mi decido a tornare nella casetta il sole è già scomparso del tutto e al suo posto c'è quel cielo azzurro illuminato da alcuni raggi pigri, entrando non la trovo in salotto ma in camera, dove resta chiusa fino alla mattina dopo.

Qualcosa suona incessantemente, è fastidioso...
Metto la testa sotto il cuscino ma poco dopo la porta della mia stanza si spalanca e Megan mi scuote per le spalle.

-Svegliati! Cazzo Alex dobbiamo andare via!

-Cosa? Che succede?

La vista è appannata e non è ancora sorto il sole, Megan mi strappa il lenzuolo di dosso ed accende la luce della stanza facendomi serrare gli occhi, la sento muoversi come una furia e poggia qualcosa sul letto.

-Cazzo! Cazzo!

Mi metto seduto non capendo cosa stia succedendo e lei continua a muoversi per la camera, sbadiglio e mi stropiccio gli occhi, poco dopo mi lancia qualcosa di morbido e che mi arriva dritto in faccia e poi riprende a camminare.

-Mettitela e alzati, dobbiamo andarcene subito!

Apro gli occhi che finalmente riescono a mettere a fuoco ciò che sta accadendo, vedo la mia valigia sul letto e Megan che ci mette i miei vestiti dentro con una velocità quasi come se la stessero inseguendo. Mi alzo in piedi non capendo cosa stia succedendo ma l'aiuto a preparare le mie cose.

-Tu vestiti!

-Mi spieghi che succede?

Le chiedo mentre mi infilo la maglietta e un paio di pantaloni corti della tuta, poi prendo il primo paio di calzini che trovo e mi metto le scarpe.

-Succede che stiamo su ogni fottutissimo sito di gossip, ogni cazzo di programma televisivo.

Mi immobilizzo a provo a riprendere fiato a quelle parole.

-Com'è possibile?

-Non ne ho idea, stanno arrivando orde di giornalisti, Mevis mi ha chiamata dieci minuti fa, atterreranno all'aeroporto tra mezz'ora, dobbiamo andare via prima che capiscano dove alloggiamo, sempre se non l'hanno già scoperto, porca puttana.

Finiamo la mia valigia e controllo di aver preso tutto, sulla porta di ingresso trovo la valigia di Megan e corriamo verso l'idrovolante che ci attende, dalla pista ci saluta l'uomo che ci ha accolti quando siamo arrivati di cui non mi sono ancora imparato il nome, i quarantacinque minuti sembrano non finire mai su questo mezzo di metallo, Megan è agitata mentre si mangiucchia la pellicina del pollice, provo ad accarezzarle la spalla per tranquillizzarla ma lei si passa una mano tra i capelli.

Una volta in aeroporto prendiamo in primo volo disponibile e venti minuti più tardi siamo seduti nel velivolo diretti verso casa.

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