38

60 0 0
                                    

I giorni passano diventando settimane e alla fine è passato un mese ed io e Megan non siamo più riusciti a vederci, ci scriviamo ogni giorno, è molto impegnata con lo studio e con gli ultimi preparativi della tesi, ormai fa caldo, tra un pò inizia l'estate e stare in completo è diventata una tortura, le camicie si appiccicano alla pelle e si riempiono di chiazze sudate, il sole in ufficio riscalda troppo la stanza nonostante il condizionatore e la giacca è un indumento a cui daresti fuoco per quanto è coprente, Megan avrà la cerimonia di Laurea tra due settimane e la mamma le sta preparando una festicciola e un abito su misura per l'occasione, ogni sera mi racconta di quanto sia euforica la mamma perché è l'unica femmina e quindi si sbizzarrisce.
Sarò presente anche io alla cerimonia, sarei andato per vederla ma tocca a me e ai miei fratelli consegnare l'attestato di laurea e fare le congratulazioni, quindi sono molto contento di potergliela consegnare con le mie stesse mani, a lei non l'ho detto ma credo lo sospetti, non vedo l'ora di vederla in toga e tocco, Marta ha obbligato me e io fratello a mettere un completo blu che richiama il colore delle toghe e un oggetto dorato che richiama la cordicella del tocco.

Il cellulare nella tasta vibra mentre provo a sventolarmi con qualche documento per il troppo caldo, rispondo senza controllare chi sia.

-Pronto?

-Ci sei per un gelato?

La sua voce mi fa battere il cuore e mi rizzo sulla poltrona.

-Dove sei?

Chiedo mentre sento in sottofondo il traffico.

-Sotto il suo palazzo mia principessa, io e il mio impavido destriero vorremmo scortarla a prendere qualcosa di fresco in questa giornata di fuoco.

Sorrido come un cretino e mi affaccio alla vetrata, la vedo mentre è comodamente poggiata sulla sua Porsche nera con il braccio piegato e il cellulare all'orecchio, da qua su è piccolissima.

-Ti vedo ragazzina, arrivo subito.

-Ottimo, sbrigati che sto morendo.

Rido e attacco, esco senza mettermi la giacca e vado spedito verso l'ascensore, mi agito sul posto mentre diminuiscono i piani che ci separano e appena le porte si aprono mi precipito verso le porte di vetro girevoli salutando con un cenno Cassandra dietro la scrivania che mi guarda confusa ricambiando.

-Come mai sei qui?

Non riesco a trattenere il sorriso e a lei le si illuminano gli occhi mentre mi avvicino e le poso un bacio sulla guancia.

-Sono scappata dalle grinfie di mia madre. È la sesta volta che mi porta a misurare il vestito questa settimana.

Mi scappa una risata ed entriamo in macchina, l'abitacolo fresco mi fa sospirare di sollievo.

-Ha paura che ingrassi, forse teme che per lo stress ti affoghi di cibo.

Lei alza gli occhi al cielo mentre accende l'auto ed esce dal parcheggio.

-Sarebbe impossibile ma sto comunque facendo attenzione all'alimentazione, provo ad assecondarla e a farla stare tranquilla, non vorrei che l'abito mi stesse male il giorno della laurea, ma lei mi sta veramente mettendo a dura prova.

Il traffico sembra essere più scorrevole del solito e in un attimo arriviamo alla gelateria, quando entriamo non ci sono clienti e il proprietario basso e grassoccio ci viene in contro per abbracciare Megan con trasporto.

-La mia bambolina! Da quanto tempo, non passi mai!

-Ciao Gigi, sto studiando molto e non esco quasi più di casa, ti presento il mio amico Alex.

La mano grassoccia dell'uomo prende e stringe con enfasi la mia mano che in confronto sembra avere la presa di un bambino.

-Amico eh?

L'uomo mi scruta sospettoso, provo a sorridere ma esce una smorfia che lo fa ridere e mi da una sonora pacca alla spalla, accidenti questo piccoletto è un concentrato di forza.

-Gigi così me lo smonti.

Lui scoppia a ridere ancora più forte e torna dietro il bancone, mi raddrizzo e trattengo la voglia di massaggiarmi la spalla, che botta...

-Cono o coppetta?

Megan mi osserva in attesa di una risposta, i suoi occhi brillano come non mai, è bellissima...

-Giovanotto?

Gigi mi fa tornare con i piedi per terra e schiarendomi la gola mi sforzo di sorridere.

-Coppetta media con nocciola, stracciatella e biscotto.

L'uomo sorride e mi prepara la coppetta mettendoci in fine sopra una colata di cioccolato e una cialda.

-Bambolina il solito per te?

Meg annuisce come una bambina e velocemente consegna la banconota all'uomo.

-Che fai?

Chiedo contrariato.

-Sto pagando.

Lei mi strizza l'occhio ed io scuoto la testa.

-Non se ne parla, pago io.

-Ti ho invitato io, quindi pago io.

-Meg...

-Alex.

Lei mi sorride, rinuncio ad insistere e sospiro mentre mi metto in bocca il primo cucchiaino di gelato, l'uomo ci osserva sorridendo e porge un cono enorme a Megan.

-Divertitevi ma non troppo!

Quasi mi strozzo a sentire quelle parole e Megan scoppia a ridere mentre lo saluta con la mano, entriamo in macchina e mangiamo tranquillamente.

-Vuoi assaggiare?

Megan mi porge il cono e un gusto bianco in particolare attira la mia attenzione.

-Cos'è?

-Raffaello, assaggia.

Provo a prenderlo con il cucchiaino ma a momenti faccio crollare il gelato.

-Alex, non fare lo schizzinoso dai...

Alza gli occhi al cielo ed io mi avvicino passando la lingua sul gusto freddo, il sapore dolce e granuloso mi invade la bocca e la guardo sorpreso.

-Buono vero?

Annuisco tornando a mangiare il mio e lei riprende a leccare tutto intorno al gelato per raccogliere le goccioline che si stanno sciogliendo. Distolgo lo sguardo appena sento i pantaloni fare resistenza.
Parliamo e scherziamo mentre siamo in macchina e quasi decido di non tornare a lavoro, ma lei deve tornare a casa e quando mi riporta davanti al mio edificio sono costretto a salutarla, nello scambiarci i baci sulla guancia però senza volerlo le stampo un bacio all'angolo della bocca.

-Scusa...

Avvampo come un ragazzino mentre lei arrossisce e ridacchia.

Prova a darsi un contegno ma non mi guarda in viso.

-Non ti preoccupare, è tutto ok.

Sospiro maledicendomi mentalmente e la saluto uscendo velocemente dalla macchina, una volta dentro faccio un respiro profondo ma incontrando lo sguardo sorridente di Cassandra mi sento mancare.

-Non è come pensi.

Lei alza le mani in segno di resa e torna a pigiare i tasti della tastiera mentre reprime un sorriso, sospiro tornando in ascensore e mi torna in mente la sua espressione imbarazzata, è adorabile...

Travel with meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora