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Dopo pranzo mi faccio dare una mano da Megan per sistemare i file al computer e a compilare qualche scheda.
La osservo mentre riordina i documenti sulla mia scrivania nel lato opposto al mio, li sta mettendo in ordine alfabetico e ogni tanto la vedo che scarabocchia qualcosa sopra, poi passa ai documenti successivi.
Io sistemo l'agenda del pc e archivio file momentaneamente inutili, il mio sguardo non fa che cadere sulle labbra della ragazza che ho di fronte, sta torturando il labbro inferiore tra i denti senza dargli tregua, ormai ha preso un colore molto rosato, come se avesse il rossetto, i suoi occhi saettano su ogni documento riga dopo riga, non si accorge che non la sto più osservando ma fissando. È bellissima, le ciglia lunghe le sfiorano le guance ogni volta che sbatte le palpebre, i cristalli dorati che macchiano la sua iride ambrata sembrano brillare, ogni tanto una ciocca di capelli le ricade sul viso e lei la sposta prontamente dietro l'orecchio, le maniche le sono salite fino al gomito lasciando la pelle candida e liscia scoperta.
Uno sbrilluccichio al braccio sinistro mi distrae, poi scopare, stare davanti al computer mi sta facendo male alla vista, poi però quella lucina si ripresenta per sparire di nuovo e riapparire.
Le blocco il polso non capendo e lei alza lo sguardo su di me confusa per la mia mossa brusca, i suoi cristalli dorati incontrano il verde smeraldo dei miei ed io torno in me.

-Perdonami... credevo di aver visto qualcosa...

Corruga la fronte e sorride lievemente

-Se mi dici cosa, posso aiutarti forse...

Scuoto la testa e scrollo le spalle.

-Nulla... forse un riflesso del tuo anello

Sembra ancora più confusa, i suoi occhi si scrutano la mano e la stessa cosa faccio io, le sue dita sono lunghe e affusolate, le unghie lunghe il giusto sono tinte di nero, ma noto con stupore che non ci sono anelli.

-Brillava qualcosa...

Come se le si fosse accesa la lampadina, il volto di Megan si allarga in un espressione stupita e imbarazzata.

-Hai visto questo...

Scosta leggermente la mia mano dal suo polso per liberarlo ed in fine lo vedo, un piccolo brillantino posto al centro del polso sottile di Meg. Un cristallo incastonato nella sua pelle che riflette ogni volta che il suo polso si rivolge al sole, non ci avevo fatto caso, lo scruto interessato e lei me lo mostra meglio mettendo il gomito sulla scrivania di marmo nero e rivolgendomi il dorso del braccio.

-È un piercing?

Annuisce cercando di non incastrare il nostro sguardo, non capisco il motivo di questa improvvisa timidezza.

-È carino.

Alla mia affermazione ride leggermente per poi voltarsi a guardarmi.

-Avevo ventidue anni, un piccolo regalo che mi sono portata da Amsterdam...

-L'alternativa del tatuaggio.

Riabbassa il braccio e si poggia con la schiena alla poltrona, il suo sguardo si perde dietro di me, sulla città, la sua espressione è un po' malinconica ma nonostante questo comincia a raccontarmi.

-Sono partita con un amico ed una mia amica, una settimana ad Amsterdam tra locali, alcol, serate in bianco e... beh, droga.

I suoi occhi incontrano i miei che però non esprimono nessuna emozione negativa, so perfettamente quello che succede ad Amsterdam, ci sono andato anche io con mio fratello e qualche amico dell'università.

-Loro si sono tatuati le coordinate, io, non essendo amante dei tatuaggi ho scelto questo.

Indica con l'indice della mano destra il suo polso sinistro.

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