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-Ti sei calmata?

Megan è appena uscita dall'acqua e si stende sul suo lettino, io sono uscito subito, l'ho lasciata a sbollire.

-Non mi parlare.

-A quanto pare no.

Sospiro mentre si mette di pancia con la testa voltata dall'altra parte, le prendo la crema dallo zaino e comincio a spalmargliela sulla schiena, non mi va che si ustioni e che si giochi la vacanza.

-Che caz...

La mia mano si muove da sola, in un attimo lo schiocco alleggia tra di noi, pieno e forte, Meg trattiene il fiato e si irrigidisce per qualche secondo.

-Ti do la mia parola, se non la smetti con le parolacce farò in modo che tu non ti sieda per un bel pò.

Sbuffa e si poggia sui gomiti.

-Non trattarmi come se fossi una bambina.

-Ti comporti da bambina.

Controllo il suo sedere alla ricerca di eventuali segni evidenti e resto piacevolmente sorpreso nel vedere lo stampo rosso e in rilievo della mia mano su quella pelle perfetta, come se fosse un marchio.

-Non è vero!

Le do un pizzicotto al fianco e lei mi schiaffeggia la mano, veloce e precisa, le dita pizzicano ma sorrido.

-Schiaffeggiami ancora e appenderò le tue palle nella mia stanza come se fossero un trofeo.

Scoppio a ridere e la stringo a me in un abbraccio stampandole un bacio sulla guancia.

-Scusa, non lo farò più, ma tu smettila con le parolacce.

Sospira e annuisce poi mi strofina il suo naso sul mio e mi sorride.

-Però ha fatto un bello schiocco.

La beffeggio.

-Non prenderci gusto.

Ridiamo e improvvisamente la tensione di prima svanisce.

Passiamo la giornata tra mare e isolani, assaggiamo cibi nuovi e frutti esotici di cui non sapevo l'esistenza, dopodiché andiamo a fare le immersioni, sono un pò titubante, la bombola sulla mia schiena non è pesantissima e le pinne sono ingombranti ma improvvisamente mi agito quando Meg si immerge per prima e risale a galla aspettandomi, faccio un respiro profondo e come mi ha detto il ragazzo mi sporgo all'indietro finchè non perdo contatto con la barca e la mia pelle rabbrividisce avvolta dall'acqua gelata, è più fredda di quella a riva, mi batte il cuore all'impazzata quando mi ritrovo a dover respirare dal boccale della bombola anziché dal naso, non essendo abituato mi è scomodo all'inizio, la guida si immerge e noi lo seguiamo, Meg sott'acqua è una visione, sembra una sirena, la sua figura affusolata e soda, le pinne ai piedi e i capelli lunghissimi che fluttuano nell'acqua, sembra una creatura uscita fuori da un libro fantasy.
Sentendosi probabilmente osservata si volta a guardarmi e mi fa l'occhiolino che ricambio, poi torna a guardare davanti a se e si ferma, mi fermo anche io non capendo ma quando torno a guardare davanti a noi resto a bocca aperta, migliaia di pesci colorati da vivaci colori nuotano beatamente tra coralli e scogli dando l'idea di un arcobaleno vivente, la guida ci fa segno di continuare e così continuiamo a nuotare entrando nel loro spazio, non si spostano e non sembrano spaventati, i pesci ci nuotano intorno come se fossimo parte del loro ambiente naturale, Meg segue con gli occhi un pesciolino che le si è messo a nuotare tra i capelli e che le fa scappare una risata facendo uscire alcune bolle d'aria dal boccale.
Un pesciolino mi si para davanti alla mascherina sorprendendomi, mi scruta attentamente poi riprende a nuotare intorno a noi.
È una sensazione bellissima, lontano da tutto e tutti in compagnia solo della natura, i coralli sono colorati e sul fondale sono comodamente sdraiate tantissime stelle marine.
La mano di Meg mi tocca la spalla, poi con l'alta mano mi indica un'enorme tartaruga che nuota poco distante da noi, la guida ci si avvicina e ci consegna un'alga particolarmente viscida, l'animale si avvicina a noi e mentre Meg le porge il cibo io passo i polpastrelli sul dorso del guscio seguendo ogni venatura bianca, il suo guscio è piano a differenza delle tartarughe di terra ed ha una crepa cicatrizzada ad un lato del guscio, la sua bocca passa alla mia mano, preso alla sprovvista allontano la mano lasciandole l'alga e facendo ridere Meg che emette bollicine di ossigeno a non finire. Le faccio il medio e lei si porta la mano al cuore fingendo di essersi offesa.

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