Finita la colazione torniamo in salotto dove ai piedi del divano trovo lo zaino della ragazza, ne tira fuori decisamente troppo materiale che da solo non riuscirei mai a finire. Posa i vari documenti sul tavolinetto di vetro e cristallo posto al centro tra i miei tre divani, poi ne prende un pò e me li consegna facendo successivamente la stessa cosa per lei.
-Meg, non hai preso un pò troppo materiale?
La ragazza mi osserva, quelle pietre ambra mi scrutano e poi tornano sulla pila ancora troppo alta di scartoffie.
Infine scrollando le spalle risponde-Tra quattro giorni ce ne andremo dal paese per due settimane, più lavoro ti togli, più starai senza pensieri in vacanza, e adesso non fare capricci, lavora!
Colpito dalle sue parole e da come mi abbia trattato, simile ai modi che si riservano ai bambini, ci chiudiamo in un'intensa concentrazione per le successive tre ore e mezza.
Quando i nostri stomaci iniziano la sinfonia di Beethoven per la fame decidiamo di prenderci una pausa.
-Hai qualcosa di commestibile in questa casa da rivista?
Sorrido, ultimamente mi capita un pò troppo spesso, annuisco alzandomi per andare a vedere se ho qualcosa in frigo.
Aprendo l'anta rimango piacevolmente sorpreso alla vista di tutti gli scaffali e ripiani pieni di cibo, mentalmente ringrazio Margaret per aver fatto la spesa.
Con tono abbastanza forte da potermi far sentire fino all'altra stanza dico:-Cosa vuoi mangiare?
Quasi mi spavento quando mi sbuca dal nulla apparendo tra me e il frigo, studia attentamente l'interno, apre il cassetto in basso dove sono contenute le verdure e si volta a guardarmi.
-Hai la pasta?
L'idea che io sia un essere umano e che necessito di cibo per vivere non le è ancora entrata in testa, annuisco e mi sorride.
-Le pentole dove sono?
Senza staccare il mio sguardo dal suo alzo il braccio e apro lo sportello del mobile sopra il frigo, troppo in alto per lei.
-Bene, ora puoi andare, tra venti minuti è pronto.
Non so perchè ma i suoi occhi mandano una luce strana, molto simile a quella che mandano gli occhi di Cassandra quando mi vede, un guizzo nei pantaloni, i muscoli mi si irrigidiscono ed improvvisamente il suo profumo al cocco mi inebria mandandomi in estasi... la tensione tra i nostri corpi sta crescendo, varie immagini poco caste di me che la sbatto sul piano da cucina mentre la bacio bramando il suo corpo mi inondano la mente, i nostri respiri si fanno più pesanti, le sue guance si tingono leggermente di rosso ed io solo ora noto quanto i nostri corpi siano effettivamente troppo vicini. Lei è la prima tra noi a tornare in se, si schiarisce la voce e i suoi occhi si allontanano dai miei, successivamente faccio la stessa cosa, poi mi allontano di qualche passo e cercando di mantenere un tono fermo rispondo
-Va bene, quando è quasi pronto chiamami che vengo ad apparecchiare... sicura di non volere una mano?
Con un pò troppa enfasi la ragazza annuisce accompagnando l'affermazione con il veloce movimento della testa che va su e giù.
Velocemente esco dalla cucina e torno sulle cose di lavoro da finire, il problema è che non riesco a concentrarmi...
Il mio telefono vibra, lo prendo e il nome di mio fratello appare sullo schermo, a passo svelto esco in veranda e faccio scorrere il dito sullo schermo per rispondere alla chiamata.-Stronzetto ma che fine hai fatto? Non dovevi spiegarmi la questione "Reina"?
La sua voce mi rimprovera per aver mancato l'accordo, sorrido e cerco di non farmi sentire dalla ragazza oltre l'altra metà della finestra, l'unica pecca negativa della casa è che le pareti sembrano invisibili per quanto sono sottili, a lunghi passi mi allontano fino ad arrivare alla parte opposta della piscina.
-Alex ci sei?
-Si scusa, eccomi...
-Beh, quindi?
-Josh da quanto tempo conosci questa fotomodella?
-Mh...è seria la cosa se mi chiami con il mio nome... comunque sono circa un paio d'anni, ma ha smesso dopo circa un annetto, perchè?
-Hai presente la ragazza con cui Marta mi ha organizzato l'appuntamento al buio?
Sento gli ingranaggi del cervello di mio fratello girare rumorosamente anche tramite telefono, e in un attimo fa due più due...
-Oh cazzo! Stai scherzando?
-No... credimi di persona è tutt'altra cosa
-È bruttina?
Strozzo una risata
-Bruttina? Non è minimamente paragonabile la sua bellezza dal vivo con quelle foto...
Mio fratello tira un sospiro di sollievo
-Mi hai spaventato, e quindi? Ci parti?
Annuisco mentre con lo sguardo osservo dalla finestra Megan in cucina.
-Andiamo alle Maldive... e in questo momento è a casa mia.
Mio fratello scoppia a ridere, poi prova a darsi un contegno
-Non siete ancora partiti e già te la sei portata a letto? Menomale,ho avuto timore che il tuo cazzo avesse traslocato altrove.
Alzo gli occhi al cielo per il linguaggio scurrile del mio gemello.
-No Josh, non abbiamo fatto nulla, niente di niente, semplicemente ieri la mia segretaria ha tentato di violentarmi e stanco morto non mi sono svegliato per andare a lavoro...
-E questo che c'entra con lei?
Giusto... lui non sa nulla...
-Sta facendo uno stage di una settimana per l'università, è andata in ufficio e non mi ha trovato, così ha pensato bene di venirmi direttamente a buttare giù dal letto per farmi lavorare a casa, comunque credo ci sia una forte attrazione fisica... prima, in cucina a momenti ci saltavamo addosso... Josh, non può andare così! Non siamo neanche partiti...
Mio fratello sbuffa sonoramente
-Alex adesso datti una calmata. Che cazzo! Hai ventinove anni! Se dovesse succedere amen, mica puoi metterti in croce così, è una bella ragazza, dalla voce mi è sembrata molto solare e allegra, ci stai per partire e oggi addirittura è a casa tua, sembra più che vi stiate conoscendo meglio, poi mi hai detto che è venuta per lavoro, quindi finchè non ci sarà modo di far accadere qualcosa rilassati. E poi, perdonami fratello, ma se proprio succede qualcosa goditela, approfittane, scatenati e poi chi si è visto si è visto, ma intanto ti godi il momento e fai godere anche lei.
Alzo gli occhi al cielo, facile per lui, tutt'ora ne cambia una al giorno...
Torno a guardare Megan che sta muovendo la bocca, forse mi sta chiamando.-Devo andare, stammi bene.
-In bocca al lupo, e rilassati!
Chiudo la telefonata e torno velocemente dentro casa, sento la sua voce chiamarmi e poco dopo esce dalla porta della cucina, nel momento esatto in cui sto chiudendo la finestra.
-Apparecchio?
Chiedo, cercando di nascondere il nervosismo causato dai pensieri scatenati dalla chiacchierata con mio fratello, lei annuisce, il suo sguardo è tornato quello di sempre, con nessuna ombra di imbarazzo. Quasi mi irrita vederla così pacata, come se non fosse successo nulla... perchè mi sento così condizionato io invece?
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Travel with me
ChickLitAlexander, uomo ricco di famiglia, ha necessità di uscire per un po' dagli schemi opprimenti e svagare dal lavoro. Non avendo però amici che possano accompagnarlo un giorno gli viene organizzato un appuntamento al buio. Cosa accadrà durante questa a...