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LAUREN'S POV.

"Che ne dici di questo?" ripeté Camila per la trentesima volta quella giornata, uscendo dal camerino.

Il fatidico giorno era arrivato, e la mia migliore amica si era lamentata di non avere niente da mettere. Ormai da tre ore giravamo per il centro commerciale in cerca di un vestito che rispecchiasse i suoi canoni: semplice ma elaborato, scollato ma non provocante, attillato ma che la facesse respirare...in pratica un vestito introvabile.

Camila si mostrò a me con un abito blu foschia, molto simile ad un cappotto, con una cintura del medesimo colore che le faceva risaltare i fianchi e teneva chiuso il vestito. L'abito le arrivava sopra le ginocchia, e la scollatura a V lasciava intravedere una parte di petto e immaginare il resto.

"Sei bellissima con tutto" sospirai in un sussurro, in modo che la mia amica non potesse sentirmi. Mi schiarii la voce, per parlare un po' più forte, mentre le osservavo le curve che il vestito non faceva altro che risaltare. "è bello, ma Camz siamo in pieno giugno, con quelle maniche lunghe non ci soffochi?"

"Quindi non ti piace?"

"è bellissimo Camz..."

"No, non mi piace, ne provo un altro" disse per poi sparire nuovamente nel camerino. Quella giornata sembrava non finire più.

Tirai fuori dalla tasca degli shorts il cellulare, per poi notare un messaggio vocale da parte di Dinah. Sbloccai il telefono e aprii l'app di messaggistica.

"Ehi Laur, come va? Indovina chi mi ha appena chiesto il tuo numero di telefono? Ty Dolla Sign! Che faccio, posso darglielo? Un bacio, a stasera!"

Rimasi a fissare la chat con la bocca aperta per qualche secondo, spiazzata da quella richiesta.

"Laur..." mi chiamò Camila da dentro il camerino, risvegliandomi immediatamente dal mio stato di trance.

Senza avere nemmeno il tempo di rimuginare su ciò che Dinah mi aveva appena detto nel vocale, le risposi con un veloce "Si" prima di bloccare il telefono e rinfilarlo in tasca.

"Puoi entrare un secondo?" continuò la voce sottile della mia migliore amica, non avendo ricevuto una mia risposta.

mi mossi per entrare nello stanzino, scostando leggermente la tenda e, una volta entrata, richiudendola dietro di me.

"Mi chiudi la zip?"

Camila, girata di schiena, indossava un abito nero sopra le ginocchia, scollato, provocante, bellissimo, corto, estremamente semplice. La sua carnagione si abbinava in modo perfetto a quel vestito che la rendeva più bella e sensuale che mai. Dallo specchio notai il suo sguardo basso, quasi imbarazzato. Con le dita della mano destra stava giocando con una ciocca di capelli, mentre le sue labbra inferiori erano torturate dai denti. Vederla in quel modo mi faceva perdere la testa. La mia mente era completamente in black-out, mentre il mio cuore aveva solo voglia di rendere il mio respiro e quello della ragazza davanti a me un tutt'uno.

Avendo perso l'uso delle parole, poggiai la mano fredda sulla schiena calda di Camila, la quale si percosse in un brivido. Lentamente, e con il battito che non faceva altro che aumentare notevolmente ogni secondo, le trascinai la zip verso l'alto, fino a chiudere completamente la cerniera.

Schiusi appena le labbra, completamente presa dalla sua schiena nuda. Il desiderio di sfiorarla con dei baci umidi si fece ardente dentro di me. Resistere era davvero una tortura.

La ragazza si voltò molto lentamente verso di me. La distanza tra di noi era praticamente nulla, il suo sguardo era fisso sulle mie labbra. Mi morsi involontariamente il labbro inferiore, col fiato corto e le farfalle che mi divoravano lo stomaco.

Bella Come il Mare || LGBTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora