21.

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CAMILA'S POV

Si avvicinò di un altro passo a me.

La osservai muoversi su quei tacchi che la rendevano ancora più alta di quanto già non fosse. Forse se ne era accorta anche lei, perché guardò prima i suoi e poi i miei piedi nudi, sorrise appena e tolse entrambi i sandali con dei gesti veloci.

"Ho qualcosa per te" sussurrai, mettendomi in piedi e alzando appena la mia mano sinistra per far vedere la scatolina col nastro che tenevo stretta.

Lauren staccò gli occhi un solo secondo da me, prima di tornare a guardarmi. I suoi smeraldi verdi mi penetravano l'anima, facendomi avvampare all'istante.

"Non dovevi, Camz" rimarcò bene l'ultima parola, il soprannome che lei stessa, una notte di alcune estati fa, mi aveva affibbiato. Mi percosse un brivido. Non mi chiamava così da un tempo che mi sembrava infinito.

Ignorai le sue parole, avvicinandomi invece di un altro passo a lei. Avevo il respiro accelerato, ansimante, per quanto tentassi di nasconderlo era così evidente. Le porsi il pacchetto, lasciando che la mia mano sfiorasse la sua. Quel tocco fu sufficiente per far fare una giravolta al mio cuore.

Il mio sguardo vagava dai suoi occhi penetranti alle sue labbra carnose, mentre lei slegava il nastro oro della scatolina. Non appena sollevò il coperchio, un sorriso splendido e genuino occupò interamente il suo viso.

Maledizione a quel sorriso.

"è bellissima" disse con gli occhi illuminati, prendendo in mano la collana e, dopo averla fissata per mezzo minuto, infilandosela al collo. Alzò lo sguardo per permettere ai nostri occhi di incontrarsi, ma la sua traiettoria non arrivò mai a destinazione. Infatti si bloccò a metà strada, sotto il mento, lasciando la corvina a bocca aperta.

"Oh, mio...Dio"

Sorrisi. Aveva notato il Sole al mio collo. Era sempre stato lì, ma fino a quel momento non mi aveva osservato bene. Adesso mi stava guardando con un'altra luce, quella della consapevolezza.

Aveva finalmente compreso che cosa il mio cuore avesse deciso. O meglio, aveva compreso che a vincere erano stati i sentimenti che cercavo di reprimere da tutta la vita.

Perché l'amore è così. Se vuole travolgerti, ti travolge. Se vuoi scappare, non puoi farlo. Ci avevo provato a scappare, a correre più veloce, fino ad arrivare a nascondermi. Ci avevo provato e l'amore mi aveva risucchiato con sé. Non volevo accettare i miei sentimenti, quindi mi aveva ferita, disperata, distrutta. Continuavo a rifiutare, e mi aveva buttato a terra sino a farmi sprofondare sotto di essa. Poi ho accettato la verità: non volevo più fuggire; non volevo più nascondermi. Volevo credere nell'amore. E in un attimo sono risalita fino al Paradiso.

La mia migliore amica si fiondò di nuovo tra le mie braccia. Mi circondava la schiena forte, ed ascoltava il mio cuore martellare. Ricambiai la stretta, mentre chiusi gli occhi e mi persi nell'attimo, che per me fu un'eternità.

Sciolsi l'abbraccio in fretta. Sui nostri volti non c'erano più sorrisi. Ora ci guardavamo intensamente, così tanto che non riuscii più a sostenere quegli occhi. Il mio sguardo cadde, involontariamente, sulle sue labbra.

Fu solo un attimo.

Mi tornò in mente ogni motivo per non farlo, per non fare quella follia che mi avrebbe portato in delle strade completamente nuove, sconosciute, delle strade che ardivano di essere esplorate. Io, però, non ero mai stata un'esploratrice. Non mi piaceva l'ignoto, anzi mi spaventava da impazzire.

'Non ora.'

Mi si presentò appena sfocata l'immagine di mia madre, che mi rammentava di non seguire il mio cuore in situazioni di cui poi mi sarei pentita.

Bella Come il Mare || LGBTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora