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*avviso*

Nel flashback ci sarà una scena che non condivido affatto in alcun modo, ma che purtroppo ancora capita nelle famiglie, persino in quelle di oggi. Penso che siano delle scene parecchio pesanti da immaginare, per questo motivo potete scegliere di saltarla. Buona lettura!

CAMILA'S POV.

"Camila?" chiese la voce di mia madre, bussando alla porta di camera mia.

"Cosa vuoi?" chiesi brusca. Ce l'avevo con lei, ma non glielo avrei mai detto. Non glielo avrei mai potuto dire.

"Parlare. Sono due giorni che non esci da questa stanza, se non per mangiare. Possiamo parlare?"

"Sto bene, davvero" conclusi, senza avere forza per dire altro.

Ricordavo la sera di tre anni prima come fosse ieri. Non avrei mai potuto dimenticarla.

FLASHBACK - tre anni prima

Una cosa per cui sicuramente non mi sarei mai potuta lamentare, in casa Cabello, era la situazione economica. I miei genitori non erano ovviamente ricchi da potersi permettere qualunque lusso e togliersi ogni sfizio venisse loro in mente, ma non mi avevano mai fatto mancare nulla.

Siamo sempre stati io, mia madre, mio padre e Sofia, la mia sorellina minore.

Apparentemente la famiglia perfetta.

E lo pensavo, mentre mio padre, Alejandro Cabello, sistemava una nuova televisione in camera mia. Finalmente avrei potuto guardare tutto ciò che volevo e farmi gli affari miei, senza la mia sorellina con la quale litigavo per il telecomando almeno tre volte al giorno.

"Grazie, grazie papà!" urlò una me quattordicenne avvinghiata al collo di suo padre.

La mia camera diventò il mio regno, il mio habitat. La sera stessa mi munii di patatine e bibita e mi chiusi nella stanza. Spensi le luci e lasciai accesi i led che illuminavano da sopra la porta.

Aprii la piattaforma di Netflix dopo essermi distesa rumorosamente sul mio letto. Scorsi la lista di film in lungo in largo, facendo zapping per qualche minuto. Infine, lo schermo si riempì di una copertina color azzurro cielo. Il titolo era "Chiamami col tuo nome".

Interessata, mi cimentai nel film, che mi prese particolarmente sin dall'inizio. Il tema della LGBT, perché di questo trattava, era praticamente nuovo per me. Sapevo a malapena cosa fosse, né tantomeno avevo mai visto un film del genere. Ma la pellicola cinematografica era bella, affascinante, emozionante, commovente. In realtà, quest'ultimo aggettivo non lo potei affermare con certezza, in quanto non arrivai mai alla conclusione.

All'ora di cena qualcuno bussò alla mia porta, ma io, completamente assorta, non me ne accorsi.

"Camila, mi senti? è pronto da mang..."

Mia madre entrò proprio nel momento in cui i due protagonisti si stavano scambiando un bacio passionale. Uno che io non mai avevo ricevuto e che già all'età di quattordici anni mi faceva provare invidia.

L'urlo di mia madre mi fece tornare alla realtà. Mi voltai di scatto, impaurita, verso di lei. La sua faccia era disgustata, schifata, forse anche inorridita.

"Spegni subito questa robaccia!" mi urlò contro lei, in un modo in cui non aveva mai fatto da quattordici anni a quella parte.

Confusa e ferita da quell'urlo, misi in pausa il film. Lei accese immediatamente la luce di camera mia.

"C-cosa succede?" chiesi innocente, non avendo ancora capito a cosa si riferisse ma con la voce spezzata a causa di una reazione che mi sembrava a dir poco esagerata, qualunque cosa fosse successa.

Bella Come il Mare || LGBTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora