17.

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LAUREN'S POV

Toc. Toc. Toc.

Un incessante toc. Toc. Toc.

"Sorella, hai intenzione di svegliarti o di passare tutto il tuo compleanno distesa nel letto?" urlò mia sorella Taylor dalla parte opposta della porta, senza smettere di bussare.

Capii la metà delle parole. Fino a poco prima ero ancora nel caldo e accogliente mondo di Morfeo, ed il risveglio traumatico mi aveva causato uno spavento. Aprii entrambi gli occhi, ma li richiusi in fretta quando mi accorsi di quanta luce fosse penetrata nella mia stanza. La sera prima mi ero dimenticata di abbassare le persiane. Avvicinai quindi le mani al viso e mi strofinai prepotentemente gli occhi.

"Taylor, basta!" urlai con la voce ancora impastata dal sonno. "Ma che ore sono?"

La risposta non tardò ad arrivare: "La solita scorbutica...hai dormito per diciotto ore, ormai è quasi sera! Ho mangiato la torta tutta da sola!"

Per un attimo ebbi un mancamento. Alzai il capo e mi affrettai a lanciare uno sguardo all'orologio attaccato al muro; 07:40 del mattino.

"Mi hai davvero svegliato alle sette del mattino a giugno? Sei pazza!" mi lamentai io ad alta voce, rimboccandomi le coperte con le mani e tornando a distendermi sul letto per poi provare a chiudere gli occhi una nuova volta.

"Si compiono 18 anni una volta sola" si giustificò mia sorella abbassando la maniglia della porta ed entrando a gran passo in camera mia. Per tutta risposta mi affrettai a stringere ancora di più gli occhi, nella superflua speranza di non essere disturbata.

Sentii Taylor salire con agilità sul mio letto per poi cominciare a saltarci sopra, accompagnando il tutto con delle grasse risate. Nel frattempo, intonava una canzone improvvisata

"Lauren, la mia sorellina
Oggi diventa più vecchina
Lauren, la mia grande stella
È sempre più vecchia e meno bella..."

Sospirai rumorosamente, infastidita dal comportamento infantile di mia sorella. Presi il cuscino sopra il quale mi trovavo, poi lo alzai sopra alla testa e lo strinsi forte, facendo pressione contro il naso e le guance. Provai a coprirmi le orecchie senza successo.

"Ho capito, ho capito, mi sveglio...!"

Contrariata, riaprii gli occhi. Taylor, che stava ancora saltando allegramente e intonando la sua nuova canzone, perse l'equilibrio a causa di una cuscinata da parte mia.

Mi sganasciai dalle risate, mentre mia sorella si rialzava offesa.

"Certo, brava. Rompi pure il tuo regalo di compleanno."

Per la prima volta le guardai le mani: tra queste teneva stretta una scatola di dimensioni non troppo grandi, impacchettata con della carta da regalo rossa a pois bianchi.

Un sorriso mi spaccò la faccia in due; allungai entrambe le braccia verso di lei, ancora distesa, attendendo il mio regalo.

"Prima mi picchi e poi vuoi il tuo pacchetto? Non mi sembra molto equo" sibilò mia sorella incrociando le braccia e guardandomi storto. A volte non riuscivo a capire quando scherzava e quando invece era seria. Per questo motivo decisi di stare al suo gioco.

"Sono tanto dispiaciuta...Perdonami, Tay, e oggi ti permetterò di finire i pancake." annunciai in tono teatrale, portando entrambe le mani sul petto, sopra il cuore.

"Per te, sorellona" si arrese la ragazza di fronte a me, porgendomi il pacchetto e mostrando un sorriso divertito. Prima stava solo scherzando.

Mi tirai su nel letto, appoggiando l'intera colonna vertebrale allo schienale. Aprii la carta da regalo velocemente, lasciando pezzi ovunque. C'era una cornice, con all'interno una foto mia e sua. Eravamo in macchina, io le lasciavo un bacio fugace sulla tempia. Ero stata io a scattare la fotografia: scossi la testa divertita al pensiero che per averla avesse dovuto prendere il mio cellulare di nascosto.

Bella Come il Mare || LGBTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora