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Mentre il vento della sera spegneva per l'ennesima volta la sigaretta che tenevo fra le labbra lasciai andare uno sbuffo rumoroso e scocciato, ritrovando poi in fondo al vicolo un paio di uomini ubriachi e rumorosi tutti impegnati a guardare chissà cosa a terra.

Dopo una giornata al lavoro non riuscivo proprio a sentire anche le loro urla, così feci per andarmene ma non prima di aver dato un ultimo sguardo verso di loro, poi a terra vicino i loro piedi notai qualcosa muoversi e dannata curiosità mi avvicinai maggiormente per cercare di capire cosa stavano facendo di così divertente da creare tutto quel baccano.

-Guarda cosa hai fatto?! Dannato tu e la tua mania di stringere le cose!

-Perdonami, sai che non riesco a trattenermi, quando ho tra le mani qualcosa di grazioso devo romperlo

Più mi avvicinavo e più l'aria puzzava di alcol, neanche la sigaretta riusciva a salvarmi da quella tortura, poi una volta a pochi passi da loro allungai una mano verso le loro teste, liberando una piccola fiamma che quasi li colpì in testa.

-Smettetela di fare baccano. Mi state innervosendo

Quei delinquenti da quattro soldi tremarono una volta riconosciuta la mia figura nella penombra, anche grazie ad una fiamma blu che tenevo accesa in una mano. Fuggirono a gambe levate lasciandomi la possibilità di osservare il loro giocattolo temporaneo.

A terra giaceva una ragazza, i capelli le ricadevano sul volto ma non si muoveva, probabilmente avrà perso i sensi. Mi inginocchiò di fianco a lei, notando un paio di orecchie a punta sulla sua testa, continuai a studiarla facendo scivolare gli occhi lungo tutto il suo corpo per poi soffermarmi sulla coda folta che copriva una gamba. Era la prima volta che vedevo una cosa del genere, era piena di lividi e per di più una delle sue gambe sembrava essere rotta, forse a causa dell'uomo di prima.

La presi in braccio chiedendomi anche il perché di tutta quella premura nei suoi confronti, eppure nel tragitto verso casa afferrai il telefono, chiamando la bambina pazzoide che di sicuro aveva qualche soluzione al mio problema.

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-Quanto tempo di hai messo??

Dissi a Toga mentre aveva trascinato con se, in casa mia, un tizio da poco entrato nella Lega dei Villain che aveva un Quirk curativo, probabilmente poteva rendersi utile solo per quello.

-Non è colpa mia se abiti lontano da mondo nel nulla. Piuttosto chi sarebbe lei, è tanto carina...

Quegli occhi, quella voce e quel modo di guardare li conoscevo troppo bene, così con pochi passi affiancai il divano dove era poggiata la ragazza senza sensi, ancora sotto le cure dell'idiota.

-Non pensarci nemmeno, Toga. Trovatele da sola le persone da accoltellare

-Perché devi sempre fare il guastafeste, uffa

Sbuffò come una bambina dicendo quelle parole per poi voltarsi verso il ragazzo in nostra compagnia, accompagnandolo alla porta non appena ci avvisò di aver finito sia le cure che le fasciature alla sua gamba e gridando 'tranquillo non diremo a nessuno del tuo nuovo giocattolo, divertiti!' detto questo sbatté la porta alle sue spalle creando un baccano atroce.
Maledetta.

Passarono un paio di ore, mi stavo lamentando della scomodità della poltrona visto che il mio letto era occupato dal corpo della ragazza, lasciarlo sul divano non era la migliore delle idee, se poi fosse caduta peggiorando la sua frattura non avevo voglia di richiamare quei due imbecilli, a costo di imparare da solo a fare il medico.

Finalmente aprì gli occhi, si alzò a sedere e stropicciandosi un occhio con il dorso di una mano vidi le sue orecchie muoversi, una delle due almeno, che si piegò appena di lato. Allora sono vere.

Appena notò la mia figura sobbalzò sul letto, drizzando le orecchie nella mia direzione e cercando di correre via, cadendo però a terra a causa della sua gamba ingessata. Sentii un verso di dolore e mi avvicinai a lei, mi guardava terrorizzata e tremava mentre era immobile avanti a me, mi inginocchiai a poca distanza dalla sua figura e allungai una mano nella sua direzione, afferrandole il mento e storcendo le sopracciglia.

-Ascoltami bene, non osare iniziare ad urlare o la gamba buona te la romperò io intesi? Io sono Dabi, tu invece come ti chiami?

Dissi vedendola annuire velocemente, le orecchie abbassate e la coda che si andava a nascondere tra le sue gambe, eppure non proferì parola per rispondere alla mia domanda

Forse sono stato troppo duro con lei, aveva paura è normale, ma oggi proprio non avevo voglia di sentire volare neanche una mosca.

La circondai con un braccio, attirandola contro il mio petto e, facendo attenzione alla sua gamba rotta, la afferrai a mo' di sposa, sentendola ancora tremare contro il mio busto. La posai sul letto e sospirando passai una mano sul mio viso, facendola salire fino ai capelli tirando qualche ciocca indietro, per poi mettermi seduto di fianco a lei.

-Senti, ricominciamo dall'inizio, non ti ho fatto io questo lavoro, cioè se intendi le cure si, ma no, ahh lasciamo stare è complicata la situazione. Tu non muoverti e basta, per quanto possa spaventarti sono comunque il meno pericoloso per te in questo istante, poi quando sarai guarita ti lascerò libera così sarai felice di scorrazzare in giro, un ottimo piano no?

Nessuna risposta, non voleva proprio aprire bocca eh.. rimaneva lì a fissarmi e l'unica cosa che sapeva fare era annuire.

-Dovresti cambiarti, quei vestiti sono tutti rovinati e..ma cosa ci facevi in giro con un kimono così corto scusa? In che guaio mi sono andato a cacciare maledizione

Sussurrai l'ultima frase alzandomi dal letto e raggiungendo il mio armadio, presi una delle mie magliette e gliela lanciai letteralmente addosso facendola cadere tra le sue braccia.

-Posso darti solo questo, cambiati e quando avrai finito chiamami...grida..o non so butta qualcosa a terra, comunque fatti capire se proprio non vuoi parlare

Mi voltai dandole le spalle e a grandi falcate raggiunsi la porta per andarmene da quella stanza, poi la sua voce mi obbligò a fermarmi guardandola con la coda dell'occhio.

-Io non lo so...non so il mio nome o perché sono vestita così..

Senza rispondere mi allontanai chiudendo la porta alle mie spalle, per poi scendere in cucina e vedere di prepararle qualcosa da mangiare, infondo avevo fame anche io, alla sua frase però ero certo di una cosa.

Mi ero cacciato in un grosso guaio.

Only Mine - DabiXReader COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora