.17

1.2K 68 74
                                    

Ero seduto ad una delle sedie che affiancavano il bancone del nostro rifugio, i gomiti sulla superficie e le dita che ticchettavano un ritmo tutto loro con fare nervoso.

Mi chiedevo anche come mai provassi tutta quell'agitazione in quel momento, sarà forse il modo in cui lei sta seduta vicino al nuovo arrivato ad ascoltare le sue gesta, guardandolo quasi con ammirazione.

Kai Chisaki, questo era il nome di quel mezzo uccello del malaugurio, inutile dire che già lo odiavo ma a quanto pare non ero l'unico, difatti potevo notare dagli sguardi che gli lanciava Tomura che neanche a lui andasse tanto a genio ma che comunque sarebbe servito alla nostra causa, intendeva sfruttarlo a nostro favore insomma.

Nonostante ciò la mia volpe piuttosto che stare qui al mio fianco era seduta al tavolo con lui mentre le mostrava come riusciva a distruggere un bicchiere con il suo Quirk e a rimodellare le stesse scheggie a suo piacimento andandole a formare una specie di fiore.

Lo prese e lo porse alla ragazza mostrando solamente le sue sopracciglia inarcate, rilassato e sicuro di sé, lei quasi arrossì a quel gesto mentre tra le dita sottili strinse il gambo di cristallo con delicatezza.

Era ancora arrabbiata con me, non ne capivo il motivo, nonostante come mio solito avevo cercato di farmi perdonare utilizzando i suoi stessi metodi non riuscivo a farla ritornare fra le mie braccia, vorrei tanto sapere cosa le passa in quella testa solo per riuscire ad essere dinuovo io il centro del suo mondo.

-Vedo che si è già ambientata con i nuovi arrivati, ricordo i primi giorni che era qui e guai a chi osava avvicinarsi così tanto.

Kurogiri si fece scappare una piccola risata divertita a quelle parole, uno dei pochi momenti in cui veramente sentivo quell'essere tutto serio ridere.
Gli risposi, ma solo nella mia mente, pensando che quelli erano i giorni più belli quando lei era al mio fianco e non voleva staccarsi, quando mi cercava nella stanza nel caso le dicessi di attendermi e ci mettevo troppo tempo a tornare, oppure quando se qualcuno osava avvicinarsi troppo a me lei ci si piazzava davanti dividendo le sue code fino a formare un ventaglio morbido e caldo che copriva la mia figura.

Mi lasciai sfuggire un sospiro per poi notare che ora al suo fianco vi si era seduta Toga, nonostante fra le due fosse la più piccola continuava comunque a voler essere la sorella maggiore della piccola volpe, difendendola in casi come questo, in cui si mostrava fin troppo dolce e gentile nei confronti di persone appena conosciute.

Presi un ultimo sorso dal bicchiere di liquore avanti a me, per poi alzarmi spostando con le gambe lo sgabello ed alzare una mano a mezz'aria, in segno di saluto, avviandomi verso la porta d'uscita.

-Io me ne vado a casa.

Magari, in questo modo, riuscirò ad allontanarla da lui, eppure una volta uscito mi fermai contro la parete per accendermi una sigaretta, pazientai altri cinque minuti ma l'unica cosa che vidi fu un gatto randagio che tagliò la strada avanti a me tornandosene nei suoi vicoli.

-Maledetto.

Mormorai a voce bassa, gettando a terra la cicca ormai finita e stringendo i pugni nelle tasche, incamminandomi per le strade deserte di quel posto.
Si stava bene qui, vi erano poche persone e perlopiù ladruncoli e borseggiatori, non ci avrebbero di certo infastidito essendo a conoscenza di chi eravamo.

-Quanto tempo Dabi, è da un bel po'che non ci si vede eh?

Guardai alle mie spalle, da cui proveniva la voce, spalancando appena gli occhi per la figura che mi ritrovai difronte a me.

I suoi lunghi capelli neri ricadevano sulle sue spalle e dietro la sua schiena, il suo costume più scollato del solito le comprimeva ogni curva mettendole solamente in risalto, e a lei non dispiaceva. Mi squadrava con i suoi occhi verdi smeraldo, qualche sfumatura di azzurro andava a mischiarsi vicino le pupille e mi sorrise divertita con quelle labbra così carnose e rosee.

-Cosa ci fai tu qui, Isolde?

La sentii ridere avvicinandosi maggiormente a me, alzò gli occhi al cielo ricordando quanto io odiassi quel gesto, difatti mi osservò serrare la mascella e socchiudere gli occhi in due fessure.

-Ero di passaggio, domani sarei dovuta partire per un altro paese ma magari se proprio mi implorassi di restare..

-Per poi sparire dinuovo? No grazie. Mi è bastato una volta.

Mi voltai appena con lo sguardo altrove, riportando poi gli occhi su di lei solo sotto suo comando, con le sue dita che mi stringevano le guance.

-Mi stavi chiedendo una storia seria Dabi, sai benissimo che non sono fatte per me.

Per qualche assurdo motivo in quel preciso istante mi venne in mente T/N, con i suoi capricci, le sue gelosie e il suo modo di essere protettiva. Poi le parole del capo che, per qualche odioso motivo, aveva descritto lei ma mi sembrava stesse parlando del me di qualche anno fa.

-Sono fatte per entrambi direi, eppure potevo avvisare piuttosto che andartene così. Ti ho cercato per mesi.

-Eccomi! Sono qui, possiamo recuperare questi anni andati persi tanto la regola la conosci già no?

Purtroppo la conoscevo fin troppo bene, avevo usato il suo stesso lurido trucco per possedere una ragazza che già era lì per me senza neanche averlo chiesto, le stavo spezzando il cuore, frantumando l'anima rendendola nuovamente vuota e l'unico modo per guarirla era allontanarla da me.

Portai Isolde verso casa mia, lei non aspettava altro ed io volevo togliermi il volto angelico di quella ragazza con le orecchie a punta dalla mia testa.

Arrivammo in poco tempo, mi si fiondò quasi subito sulle labbra prima di toccare la maniglia del portone, ci vollero un paio di tentativi prima di riuscire ad inserire la chiave ed aprirci la strada verso la mia dimora, spalancai gli occhi però a ciò che vidi all'interno facendo staccare la corvina da me.

T/N era seduta sul divano, si era messa una coperta calda sulle gambe per non sentire freddo nella mia attesa e ci guardava come una persona vede il proprio mondo crollare.

-Vedo che hai un animaletto da compagnia, che carino! Tesoro se eri già impegnato questa sera bastava dirmelo. Tornerò domani.

La sua risata stridula quasi fece rompere i vetri delle finestre, la ragazza però si alzò dal divano a testa bassa e si avvicinò a me, dandomi uno schiaffo in pieno volto facendo arrossare non solo la mia guancia ma anche il palmo della mano.
Vedere poi Isolde così divertita dalla scena si infuriò solo di più, tagliando l'aria avanti il suo volto e lasciandole dei graffi sulla guancia solamente sfiorandola con le due unghie dopo aver attivato il suo Quirk.

-Sei impazzita per caso?!

Le alzai la voce contro mettendomi avanti la corvina per proteggerla, ma me ne pentii poco dopo, quando la più piccola alzò lo sguardo verso di me e notai i suoi occhi brillare per le lacrime che stava trattenendo. Era lo sguardo disperato e deluso di chi si sentiva morire dentro, neanche il tempo di rispondere che si strofinò il dorso della mano correndo via, come un idiota poi rimasi fermo piuttosto che inseguirla.

Lei era tornata lì per me, mi stava aspettando, ed io come un mostro la ripagavo portando a casa un'altra donna.

Only Mine - DabiXReader COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora