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Dopo aver deciso quindi di uscire aspettammo la sera, alla fine eravamo solo io, Toga e lei. Tanto meglio, una sera intera con Twice tra i piedi non la sopportavo proprio..

Per il mio vestire scelsi una camicia nera, chiusa fino in cima, dei jeans del medesimo colore leggermente strappati ed una giacca, ovviamente anch'essa nera. Praticamente il 90% del mio armadio era fatto da abiti neri da anni e non avevo intenzione di cambiare.

Toga cambiò la sua divisa scolastica con una t-shirt e dei pantaloncini di jeans mentre la ragazza, un po'anche grazie alla sua coda, per la mia gioia era obbligata ad indossare gonne o vestiti, in questo caso aveva la prima tra i due con una maglietta bianca a spalle scoperte, non vedevo però nessun tipo di bretelle, quindi immaginai non indossasse il reggiseno, lasciando che nella mia testa iniziasse a frullare l'immagine di lei senza quegli stupidi abiti. Fortunatamente l'armadio glielo aveva riempito Toga giorno dopo giorno altrimenti si che si ritrovava senza, scossi velocemente la testa per liberarla da quelle idee, dopo di che ci incamminammo verso uno dei locali clandestini che spesso usavamo per staccare la spina.

-Vedrai Harumi-chan sarà divertente!

-Tu ti diverti solo perché ogni volta vai a litigare con qualcuno e, per poco, non lo fai fuori.

-Ognuno ha il suo modo di divertirsi, oggi lascia stare il lavoro e pensa a divertirti

Nel nostro piccolo dialogare eravamo già avanti l'entrata, a qualcuno poteva sembrare un semplice negozio d'antiquariato malmesso, non attirava neanche un cliente per nostra fortuna, ma poiché tra noi molti in realtà avevano una doppia vita, tra attori e politici avevamo occhi ovunque e le risorse in fatto di liquidi non mancavano, nascondere dietro un negozio così piccolo un immenso magazzino completamente insonorizzato era cosa da poco.

Varcate le due porte completamente blindate le nostre narici furono inondate da un tanfo di alcol misto a sudore, profumo da donna e colonia da uomo, vidi la ragazza di fianco a me portare una mano sul naso per coprirselo e le orecchie indietro per cercare di attutire il rumore della musica fin troppo alta, almeno per lei. I suoi sensi infatti, essendo sviluppati, le garantivano di vedere molto meglio di qualsiasi altro individuo, anche di notte, più volte poi riusciva a capire chi dell'Unione stava per varcare la soglia solo fiutandone l'odore, e per mia grazia divina in casa mi bastava anche sussurrare per farmi capire da lei.

Come prima cosa, appena entrati nel locale, mi diressi a prendere da bere al bancone, ordinando di portarcelo direttamente al tavolo dove lei e Toga erano andate a sedersi.
Era quasi divertente vedere come si liberava dei rompiscatole, giorno dopo giorno iniziai a capire il linguaggio del suo corpo o almeno ci provavo, il modo in cui agitava la coda o spostava le orecchie poi era un indizio importante, in quel caso ad esempio la scuoteva con fare innervosita, sopracciglia alzate e orecchie puntate sul  tizio vestito non male, di più, per poi allontanarlo semplicemente sguinzagliando Toga ed il suo amato coltello.

Prima che potessi tornare da loro mi si avvicinò una tipa alta quanto me, ma solo grazie ai tacchi infernali che portava ai suoi piedi, bloccando quindi ogni mia intenzione di raggiungere il tavolino con le due. Infondo ero qui per questo no?

Aveva un abito aderente, metteva in mostra ogni sua forma e non se ne vergognava, anzi camminava muovendo i fianchi mettendo di proposito in mostra le sue curve, a giudicare sul suo rossetto acceso leggermente sbavato potevo intuire che non ero il primo della serata a cadere nella trappola, ma poco mi importa.
Le afferrai un polso quando si aggrappò alla mia spalla, trascinandola letteralmente verso uno dei bagni, uomo o donna in locali come questi non aveva importanza, bastava trovarne uno libero.

La bloccai contro la parete e fiondai le labbra sulla sua mascella, i suoi sospiri iniziavano a riempire la stanza mentre con le mani vagavo lungo le sue cosce per alzarle l'orlo dell'abito.
Quando con le mani cercò di sbottonarmi la camicia e glielo lasciai fare, solo perché al posto suo stavo immaginando quella tenera creatura innocente che mi ritrovavo in casa, che però non avevo intenzione di sfiorare.

Le parole a seguire però mi svegliarono dal mio piccolo sogno, 'anche la tua amica si starà già divertendo', lasciai la preda sulle sue gambe facendo cadere a terra la ragazza, in un lamento di dolore, nel mentre poi mi richiudevo la camicia corsi velocemente fuori puntando gli occhi azzurri sul divanetto dove speravo di trovarla seduta, ma non c'era, guardai in giro ma le sue stupide orecchie a punta non erano lì, c'era solo Toga intenta a pestare un paio di tizi in fondo alla stanza, dalla parte opposta rispetto al nostro tavolo. Perché l'hai lasciata sola stupida? Ma perché l'ho lasciata io da sola?

A passo svelto raggiunsi l'uscita sul retro e la ritrovai a sacco di patate sulla spalla di un tizio, camminavano tranquilli e ridevano parlando dell'ottimo lavoro che Altissia aveva fatto nel 'allontanare l'accendino da lei', proprio lei che ora era intontita, si guardava attorno ma non capiva cosa le stava accadendo.

Quando abbastanza vicino diedi un pugno in volto all'uomo di destra, poi con un calcio feci cadere quello che la teneva in spalla, prendendola al volo a mo' di sposa e stringendola contro il mio petto con un solo braccio. Fecero qualche passo nella mia direzione e socchiusi gli occhi in due fessure, allungai una mano verso di loro e delle fiamme bluastre cominciarono a circondarla.

-Sparite dalla mia vista e da questa città, voi e la stronzetta dentro, altrimenti vi renderò cenere al vento.

Quando se ne andarono abbassai lo sguardo verso la ragazza contro di me, stava cercando di reggersi in piedi e mormorava 'per il tanfo lì dentro non mi sono accorta in tempo del sonnifero, scusa, però non ne ho bevuto tanto, solo un sorso', abbastanza per renderla innocua a quanto pare.

-Torniamo a casa

Mormorai a voce bassa caricandola in spalla, come il primo giorno, questa volta però senza fasciature, ed incamminandomi con il suo mento che si andava a posare sulla mia testa, il petto sulle spalle mi beava del suo respiro, e poi, giocando con qualche ciocca tra i miei capelli corvini, continuò a parlare.

-Hai un profumo da donna orrendo addosso..

-Lo so, fa schifo vero?

-Molto..

-Vorrá dire che a casa ci faremo un bagno entrambi, sei d'accordo?

La sentii annuire, arrivando fino a casa, la lasciai libera solo dopo essermi accertato che era in grado di reggersi in piedi, forse grazie al fresco della sera e alla tranquillità della casa l'effetto stava svanendo.

____

Lei di la prima tra i due a lavarsi, poi, quando entrambi eravamo stesi nelle nostre rispettive camere mi misi a fissare il soffitto, braccia sotto la testa e le palpebre che piano piano avrebbero ceduto, o almeno speravo.

Forse troppo preso dai miei pensieri non mi accorsi della porta che si apriva, lasciando entrare la ragazza e tutto il suo profumo con lei, per attirare la mia attenzione dovette arrivare a pochi passi da me.

-Non riesco a dormire..

Il lieve rossore che le colorava le guance si fece notare din da subito, eccola dinuovo con il suo essere terribilmente pura, eppure non riuscivo a resistergli, più volevo starle lontano più mi si ripresentava lì ricordandomi che non potevo scappare da lei.
Le feci spazio sul letto, si mise stesa lungo il mio fianco e la testa sulla mia spalla, portai una mano fra i suoi capelli e non si mosse neanche quando le sfiorai le orecchie, al contrario si strinse maggiormente a me circondando una mia gamba con la sua.

Al diavolo l'orgoglio, dovevo ammettere a me stesso che si, la desideravo, il suo corpo, lo sguardo, la voce, tutto era come una droga che tanto volevo, nessuno oltre a me avrebbe stretto quei fianchi o morso quelle labbra.

Nessuno. Solo io.

Only Mine - DabiXReader COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora