||Capitolo 15||

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Suonai il campanello. Ero nervosa. Indossavo un vestito verde acqua lungo fino sotto le ginocchia. Portavo una cintura abbastanza larga nera, i miei capelli erano sciolti. Indossavo delle All Stars bianche perché non andavo molto d'accordo con i tacchi. Mi aprì un ragazzo alto, spalle larghe, biondo. Si vedevano i muscoli anche se erano coperti da uno smoking nero. 

-Ciao.- Sorrise. Ma cos'era quella casa? La casa dei fighi? Mio Dio. -Ciao.- Risposi ricambiando il sorriso. Il biondo mi invitò ad entrare e subito, un altro biondo mi venne incontro. Anche lui aveva due spalle enormi. Mi sentivo così piccola.

-Ciao, sono Jack.- Disse porgendomi la sua mano. La strinsi. -Jasmine.- 

-Io sono Ben.- Intervenne l'altro. Mi fecero accomodare sul divano.

-Mi scuso a nome di mio fratello, è un ritardatario della minchia.- Sbuffo Jack.

-Jack, ti sembra il modo?- Lo riprese Ben. -Tranquillo, le so le parole.- Risi seguita da loro. 

-Tu e Luke siete amici?-

-Sì... penso.. è stata mia madre ad invitarlo a cena da noi.- Alzai le spalle. Loro annuirono. Dopo qualche minuto scese Liz vestita con un abito color blu notte lungo fino alle caviglie e un uomo con i capelli sempre biondi più spenti, vesito in smoking. Mi alzai dal divano e loro mi raggiunsero. L'uomo mi strinse la mano.

-Sono Andrew.- Sorrise. -Jasmine.- Non ero più in imbarazzo, almeno, non a 360 gradi. 

-Intanto che aspettiamo quel ritardatario sediamoci.- Propose Liz. Così ci sedemmo tutti attorno ad un tavolo di vetro. A capotavola da un lato c'era Liz, dall'altro lato Andrew, Ben e Jack erano seduti di fronte a me mentre il posto di fianco a me era vuoto. Liz iniziò a portare il primo piatto contemporaneamente scese dalle scale Luke. Dio, Luke in smoking. Mi morsi violentemente il labbro abbassando gli occhi. Si avvicinò a me lasciandomi un bacio sulla guancia.

-Ciao bellissima.- Sussurro al mio orecchio. La mia pelle si alzò. Non la smettevo più di torturare il mio labbro. Il biondino si sedette di fianco a me scusandosi per il ritardo.

-Allora, Jasmine, cosa fai di bello?- Chiese Liz.

-Alcune volte lavoro al negozio di mia madre, ma principalmente curo i miei fratelli nell'assenza dei miei genitori.- 

-Hai due fratelli?- Domandò Ben. -Sì, gemelli. Una femmina, Daisy, e un maschio, David.- Annuì.

-Come vi siete conosciuti?- Domandò Jack. -Ad una festa.- Rispose Luke. Finimmo il primo in tutta tranquillità come anche il secondo. Arrivammo al dolce: una torta alla frutta. Stavo sbavando come una mucca.

-Oh, Luke, hai preparato la valigia?- Chiese, improvvisamente, Andrew.

-Merda.- Disse Luke. -Posso chiedere dove andate?- Domandai confusa.

-In Italia, da degli amici.- Rispose Liz. -Che bella l'Italia.- Sospirai prendendo la forchetta.

-Che ne dici di venire con noi?- Chiese Liz lasciandomi di sasso. 

-I..in Italia? Io..- 

-Sarebbe forte.- Commentò Jack. -Lo so, ma devo prima chiedere ai miei genitori..- Sussurrai.

-Partiamo dopo domani.- Disse Andrew. -Sarebbe un piacere averti con noi.- Continuò.

-Soprattutto per me.- Sibilò Luke in modo che lo sentissi solo io. Gli tirai un pugno sulla gamba facendolo sghignazzare. Finimmo il dolce e parlammo di varie cose per una buona mezz'ora. Mi suonò il telefono nella borsa nera che avevo portato. Mi scusai prendendolo.

Messaggio inviato da: Bradipa.

Fino a quando hai intenzione di stare in giro?

Messaggio inviato a: Bradipa.

Arrivo, mamma.

Bloccai lo schermo rimettendo il cellulare in borsa.

-Era mia mamma, devo andare. Era tutto buonissimo, grazie per l'ospitalità.- Ringraziai.

-Figurati, ma sei qui a piedi?- Annuii alla domanda di Andrew. -Ti riaccompagno io.- Sorrise Luke. Roteai gli occhi e mormorai un 'sì'. Salutai tutta la famiglia Hemmings e salii in macchina con Luke. Guardavo fuori dal fininestrino quando una mano si infilò sotto il mio vestito stringendo la coscia. Mi girai di scatto.

-Puoi spostare la tua mano?- Lui scosse la testa. -Facciamo un gioco.- Sorrise. Lo guardai accigliata.

-Ti farò quattro domande e se risponderai sbagliato la mia mano salirà.-

-Dio.- Sussurrai.

-Prima domanda. Sono attraente?- La mia intimità valeva più di tutto.

-Sì.- Risposi e la sua mano non si mosse. -Ti piace quando mi mordo il piercing?-

-Sì.- E di nuovo il suo palmo rimase fermo. -Sei gelosa quando sto con qualcuna?- Chiusi gli occhi, sospirai profondamente. 

-Sì.- Ammisi. Rise come un idiota. -Mi ami?- Il mio cuore prese a battere come mai aveva fatto prima. Sapevo che prima o poi avrei dovuto uscire allo scoperto, ma non era quello il momento, non era ancora ora. Se lui avesse detto 'Io no, prendo tutto come un gioco' ci sarei rimasta troppo male. Guardai la strada, ormai mancava poco. Dovevo prendere tempo.

-Allora?- Cazzo, cazzo. -Non c'è, ehm, un'altra domanda?- Ritornai con lo sguardo su di lui. Scoppiò a ridere facendo di 'no' con la testa. 

-No, non ti amo.- Dissi e la sua mano salì. Cristo. -E' vero!- Urlai e salì ancora.

-Jasmine, manca poco.. ti conviene rispondere seriamente.- Gli afferrai il polso togliendo la mano dal mio interno coscia. Lui si mise a ridere.

-Non c'è niente da ridere, poteva essere considerata una molestia sessuale.- Sbuffai.

-Ma stai zitta.- Ridacchiò afferrando con tutte e due le mani il volante. Iniziò a piovere leggermente.

-Questa sera assomiglia tanto al nostro primo incontro.- Disse. Risi leggermente accarezzandomi i capelli.

-Solo che pioveva come poche volte e tu eri veramente uno stronzo.-

-Ma se non mi conoscevi nemmeno!-

-Appunto. La prima impressione è quella che rimane, Luke Hemmings.- Dissi  mentre fermò la macchina davanti a casa mia.

-Vuoi dire che pensi ancora la stessa cosa?-

-Magari non così brutalmente come la prima volta in cui ti ho visto, ma sì.- Si avvicinò a me avvolgendomi la guancia con la mano. I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza.

-Stronzo.- Dissi sorridendo e scendendo dall'auto. -Davvero? Mi lasci così?- 

-Oh, ci puoi contare, Hemmings.- 

-Mi chiami per cognome quando mi stai sfidando.- Sopsirò. -Esatto.- Sorrisi andando verso la porta e aprendola.

Irresistible➵lrhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora