||Capitolo 32||

420 18 7
                                    

Jasmine's Pov

Guardo la lancetta dei secondi muoversi in avanti emettendo un ticchettio fastidioso. Seguo il ritmo dell'orologio picchiettando le mie unghie sul bracciolo della sedia. E' tutto il giorno che sono qui, a fissare quella dannata lancetta, seduta su una sedia di questo deprimente corridoio d'ospedale. Ogni secondo che passa, è un secondo nel quale, Anthony, fa a pugni con la morte. Vorrei essere lì con lui, tenergli la mano e dirgli che andrà tutto bene, ma il dottore non mi fa entrare. "Deve stare alla larga dalle emozioni." Dice l'uomo nel camice bianco. Ma Tony sta combattendo anche contro di loro: contro le sue emozioni. Contro la paura, la voglia di vivere, la forza. Cerchiamo continuamente di sovrastare le nostre emozioni, di rinchiuderle in un angolo scuro del nostro corpo, pensando di sopprimerle per sempre. Proprio quando pensiamo che esse non ci siano più che, finalmente, sono sparite, accade qualcosa che le rianima e allora rinizia tutto d'accapo. Non capisci più niente, niente. Sono loro che ti comandano, che ti dominano, e non puoi farci nulla. Ora io sto lottando contro la paura. La paura di perdere Anthony. La paura di non rivedere più i suoi occhi color ghiaccio schernirmi, la paura di non sentire più le sue risate dovute a un mio gesto goffo. Tutto ciò mi fa ricordare mia nonna paterna, che era come una seconda mamma per me.

Inizio Flashback

-Jasmine, sai qual è l'unico modo per misurare il bene che provi nei confronti di qualcuno?-

Scuoto la testa, facendo ondeggiare le mie trecce lunghe. Nonna Welly mi guarda sorridendo tranquillamente e mi tocca la testa, muovendo il suo pollice avanti e indietro tra i miei capelli.

-Perderla.- Dice.

Fine Flashback

Non voglio misurare il bene che voglio ad Anthony, non voglio farlo se, ciò, significa perderlo. Sono passati due giorni e, il ragazzo dai capelli corvini, non mostra nessun segno di miglioramento, ne peggioramento. Non so se questo è un bene, o un male.

-Ciao, Jasmine.- Sposto lo sguardo dall'orologio su una ragazza dai capelli nero pece: la sorella di Anthony. Quanto mi ricorda suo fratello.

-Ehy, Annabelle.- Le sorrido invitandola a sedersi di fianco a me. Lei prende posto nella sedia accanto alla mia e fissa il pavimento, pensando a chissà cosa.

-Chiamami semplicemente Anna, detesto il mio nome intero.- Alza le spalle in segno di indifferenza e annuisco. Sinceramente questa ragazza mi inquieta un po': è sempre silenziosa, timida, non dice niente quando è con i suoi genitori.

-Sembri più distrutta di me, per mio fratello, intendo. Eravate fidanzati?- Chiede incatenando i suoi occhi ai miei. Mi scappa un sorriso alla sua domanda, pensando che, la prima volta che ho visto Anthony, lo odiavo con ogni singola parte di me.

-No. Mi distrugge il fatto che ha preso una pallottola destinata a me.- Rispondo e sento un nodo formarsi in gola.

-Quindi, ti ha salvato la vita?- Annuisco incapace di parlare.

-Anthony non ha mai amato le persone. A scuola era sempre solo. Certe volte provava ad avvicinarsi a qualcuno, ma nel modo sbagliato. Faceva scherzi, ma molto crudeli e l'unico che lo assecondava era Trey. Sono diventati di colpo amici, date le molte cose in comune che avevano. Poi c'era Luke. I miei non lo conosono, poiché sono sempre stati fuori casa nel periodo in cui Luke veniva a casa mia urlando contro mio fratello. Litigavano sempre, ma io sapevo che, Tony, cercava soltando un modo per avvicinarsi al biondo. Tuttavia sono cresciuti insultandosi e sono giunti ad odiarsi senza un motivo preciso, anzi, in realtà c'è un motivo. Quando mio fratello ha "rubato" la fidanzata di Luke, ricordo che si sono pestati. Da quel momento in poi, non ho più visto Luke.- Spiega la ragazza mantenendo un tono di voce calmo e privo di emozioni.

Irresistible➵lrhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora