||Capitolo 28||

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Leggete lo 'spazio me' alla fine, grazie e buona lettura

Jasmine's Pov

Lego i miei capelli castani in una coda alta, per via della giornata calda, e contorno i miei occhi con un po' di eyeliner al fine di far risaltare il loro colore: azzurro magnetico. Amo i miei occhi, soprattutto perché, Romina, dice che sembrano guardare l'anima delle persone. Finisco di sistemarmi ed esco dal bagno, raggiungendo il salotto. Prendo dall'appendiabiti il mio cappotto e proprio quando sto per andarmene, Anthony, mi ferma.

-Dove stai andando? Dobbiamo provare.- Strabuzzo gli occhi. Guardo l'orologio: segna un quarto alle dieci. Mi sta decisamente prendendo in giro. Continuo a ripetermi che lo ucciderò un giorno, e lo farò davvero se continua così. Sbuffo in una risata, mentre noto che lui è serissimo. Mi fermo osservandolo.

-Non stavi scherzando?- Scuote la testa impassibile facendomi notare il suo borsone di danza sul divano. Riporto gli occhi su Tony, che non ha smesso di guardarmi. 

-Non posso adesso, Anthony!- Alzo leggermente la voce. Non poteva dirmelo ieri? Dio Santo, oggi no! Devo vedermi con Luke e non andrò da nessuna parte se non da lui.

-Il saggio è tra due giorni, se non ci alleniamo adesso quando lo facciamo?!- Sbotta lui irritato. I suoi occhi diventano di un blu scuro: segno che è arrabbiato. Non mi interessa se fa a pezzi la casa, io sono decisa ad andare da Luke.

-Abbiamo tutto il giorno, porca puttana!- Okay, stiamo decisamente gridando l'uno contro l'altra. I nostri sguardi sono velenosi e le nostre lingue anche. Quando io e Anthony litighiamo siamo una cosa mostruosa: siamo così simili che io voglio prevalere su di lui e lui su di me.

-Isabelle mi ha mandato un messaggio prima!- 

-Isabelle può andare a fanculo, porco di quel diavolo. Sono impegnata, okay?! Non mi dovete rompere, ne tu, ne Isabelle!! Sono una persona anch'io sai? Ho degli appuntamenti anch'io sai? Vivo anch'io sai?!- Urlo avvicinandomi a lui e puntandogli il dito al petto.

-Impegnata? Con chi?! Con quel puttaniere di Luke?! Belle speranze e illusioni ti fai, si vede che sei ancora piccola. Hai ragione: mandiamo a quel fottuto paese il saggio, tutti i giudici, tutti coloro che saranno lì per, magari, portarci a livello internazionale!-  Stringe i pugni, ma non mi fa paura. Ci sono abituata ormai, a lui, alle nostre litigate.. ma che chiami Luke puttaniere e me 'piccola', no. 

-Cosa, scusa?- Scoppio in una risata isterica. -Se Luke è un puttaniere tu sei un troiere, pezzo di stronzo! E sì, devono andare a quel paese tutti, Dio, tutti! Io con te non volevo nemmeno viverci, quanto mai ho deciso! Vaffanculo, Tony, vai a farti qualcuna, magari ti passa!!- Concludo urlando uscendo da quello schifoso appartamento, sbattendo violentemente la porta. Appena esco dal condominio, sfilo una sigaretta dal pacchetto, che ho preso dalla tasca del mio giubbetto, e la incastro tra le mie labbra. L'accendo e aspiro la nicotina che si diffonde in me, tranquillizzandomi parecchio.

E' vero: ho sempre litigato con Anthony, ma questa è stata davvero tosta per quanto lui non mi facesse paura. Io 'piccola'? Non sa una beata minchia di me, non può sputare i primi termini che gli passano per il cervello. Inoltre, Luke puttaniere? Forse è la verità, forse lo è ancora, ma io credo con tutto il mio cuore che sia cambiato.. che poi ha parlato proprio quello che, ogni sera, esce a divertirsi. Se usasse il cervello prima di parlare, non direbbe certe boiate. 

I miei pensieri vengono interrotti quando vedo la grande insegna di 'Starbucks' davanti a me. Sospirando getto la sigaretta, ormai consumata, in un tombino. Entro nella caffetteria e risalta subito ai miei occhi un ciuffo biondo seduto ad un tavolino in fondo, isolato da tutti gli altri. Mi siedo davanti a Luke il quale mi sorride, ma nota subito che qualcosa non va in me.

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