1. Soddisfazioni

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1-Soddisfazioni.
"Non puoi avere un domani migliore
se non smetti di pensare a ieri."

I soliti strilli si sentivano di sotto, mentre io strillavo come una pazza e facendo ridere Lilly, per far in modo che non sentisse i strilli di sotto.

Erano anni che quell'uomo, quello che doveva essere mio padre, beveva, da quando aveva perso il lavoro.

Beveva e sfogava la rabbia su mia madre, ma mai su me o Lilly, quella peste che ora giocherellava con il nintendo.

"Sei una Stronza" strillò l'uomo di giù, facendo alzare di scatto la testa a Lilly.

Mi bloccai, guardando il suo volto preoccupato ed impaurito.

"Ehy, tranquilla, mamma sta giocando" mormorai, andandole vicino e aprendo le braccia, abbracciandola forte.

Era così piccola ed ignara di tutto, come avrei voluto esserlo io.

Guarda l'orario: 02:00.

Dovrebbe essersi calmato..

Sentimmo un rumore fortissimo.

Sobbalzai insieme a Lilly, la quale strillò ed aprì la porta, iniziando a scendere le scale.

Quando quell'uomo era ubriaco mia madre ci faceva mettere qui, perché avrebbe usato le mani addosso a tutti e questo mia madre non l'avrebbe permesso.

"Lilly NO" strillai, scendendo le scale velocemente e trovando mia madre a terra, all'entrata con il sangue per il naso, piena di lividure e sangue sulla testa.

L'uomo stava alzato difronte a lei, ma col viso verso me e Lilly.

Sentii il mio stomaco stringersi e un nodo formarsi alla gola, mia madre a terra, rovinata, sanguinante e piena di lacrime.

"Quante volte ti ho detto di non scendere?" sbraitò l'uomo, avvicinandosi alla piccolina.

No, Lilly aveva cinque anni e non doveva subire nulla, nemmeno le sue mani sul corpo della mia sorellina.

Velocemente spostai Lilly, spingendola verso mia madre e mettendomi difronte a quest'uomo.

Lo guardai negli occhi e lessi dentro tanta rabbia e cattiveria.

Feci una faccia disgustata e scossi la testa.

"Sei un'animale" ringhia, guardandolo in faccia e indicandolo.

Una sua mano mi strinse forte la gola, facendomi mancare l'aria e sentendo gli strilli di mia madre, oramai immobile per terra, senza forze.

"Cosa hai detto?" ringhiò, cacciando un alito di alcolico.

La sua mano si strinse più forte, sbattendomi contro al muro, con le mie mani provai a liberare la sua, ma era troppo forte.

"S..e..n...a.ni..male" soffocai.

L'uomo tolse la sua mano dalla gola, facendomi tossire e cadere a terra, mentre con l'altra mi tirò uno schiaffo forte, facendomi girare il viso e uscire il sangue dal naso.

"A si?Fanculo, non dovevi nascere, stronza" ringhiò, dandomi dei calci nelle gambe.

Strillai dal dolore girando il viso verso di lui.

"Non sei buona a nulla, vai a fare la puttana, forse perché sei ancora vergine?Rimedieremo" ringhiò, prendendomi per il polso e tirandomi per le scale, nonostante i miei strilli e quelli di mia madre e la piccolina.

Lilly.

Mi girai verso di lei e le sorrisi.

"Tranquilla" sussurrai, sapendo già che era terrorizzata.

Dance with me, forget the rest.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora