20-Minaccia.
Scoppiai a ridere -per la dodicesima volta- fissando Justin intento a preparare una colazione, che di colazione aveva solo il nome.
«Non ridere piccola, sono solo fuori allenamento.» borbottò, alzando un sopracciglio e sorridendo divertito, prendendo con entrambe le mani il manico della padella e provando a far risaltare l'impasto delle crepes.
Mi spostai velocemente dal bancone e mi avvicinai alla porta, vedendo come l'impasto usciva fuori dalla pentola ed andava a finire sul fornello.
Scoppiai a ridere un'altra volta ancora, mantenendomi la pancia e buttandomi a terra, poggiando la schiena contro al muro, continuando a ridere come una pazza.
«S-si, fuori allenamento.» balbettai tra la risata, indicandolo con l'indice ed annuendo.
«L'hai voluto tu.» sbottò divertito avvicinandosi a grandi passi verso di me. Poggiò le sue mani sui miei fianchi e mi tirò su, mentre le mie gambe si strinsero attorno alla sua vita e le mie mani si poggiarono sulle sue spalle.
Socchiusi gli occhi, sentendo quel suo profumo buono, il profumo di Justin e per me era come se fosse il profumo di casa, una casa tutta mia. Aprii gli occhi e mi ritrovai Justin con le labbra dischiuse a fissarmi, sorridendo leggermente e disegnando cerchi immaginari sui miei fianchi.
«Sei bellissima.» sussurrò, stringendomi a lui e facendomi provocare leggeri brividi per tutto il corpo. «E mia.» continuò, annuendo seriamente ed avvicinandosi lentamente alle mie labbra, mentre con le mie mani passai subito nei suoi capelli e socchiusi gli occhi.
Le sue labbra, umide e morbide, si posarono sulle mie ed iniziò lentamente una tortura deliziosa, mordicchiandole e passandoci delicatamente la lingua sopra, facendomi gemere lentamente. Era tutto così bello insieme a lui, da quando la settimana scorsa gli avevo detto di si, Justin era diventato ancora più dolce di prima. Uscivamo ovunque e ai giornali aveva detto chiaramente che ero la sua ragazza ed anche i ragazzi e le ragazze rimasero sorpresi.
Sembrava una favola, la nostra favola.
«Justin.» gemetti, stringendo i suoi capelli e -con poca voglia- lo spostai da me, fissando i suoi occhi e sentendo brividi verso il basso ventre.
Erano color del miele, eccitati e luminosi. Era una bellezza rara, capace di muoversi lentamente e velocemente, capace di farti morire sull'istante o di farti riprendere lentamente. Ma la cosa più bella e che era tutto mio.
«Dobbiamo andare a prepararci, i ragazzi saranno qui tra dieci minuti.» borbottai, vedendo i suoi occhi chiudersi per poi riaprirli riprendendo il controllo.
Sapevo che stava al limite della sopportazione, dopotutto era da uno-due mesi che non toccava nessuna ragazza e le posizioni che spesso prendevamo non aiutavano per niente, aumentavano soltanto tutto.
Io volevo dargli il mio corpo come gli avevo dato il mio cuore ma davvero non ci riuscivo, spesso parlavo con Mel ed Ely e quando tornavo a casa ero pronta però poi, mettendomi nel letto iniziavo a tremare e ad avere paura, riavendo scene del passato.
Sentii il freddo del pavimento sotto ai miei piedi e fissai Justin sorridere verso di me mentre poggiò le sue mani lateralmente al mio viso, bloccandomi tra lui ed il muro.
«Colazione da qualche parte e?» chiese ridendo, facendomi ridere anche a me ed annuire vigorosamente.
«Non mangerò quello schifo.» mormorai altezzosa, sfuggendo da sotto alle sue braccia ed iniziando a correre verso il piano superiore sentendo i passi di Justin correre dietro di me, provando a riprendermi.
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Dance with me, forget the rest.
FanfictionTaylor Smith; Ragazza con un passato difficile, non dimenticato e con tanta paura. Paura dei maschi. Bellissima, definita da molti "La bella e dannata". Solare, dolce e simpatica con gli amici e cattiva e stronza con coloro che non sopporta. 18 anni...