16. Festeggiare

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16- Festeggiare.

Aprii gli occhi lentamente spostando il braccio sinistro verso l'altro cuscino, sentendo qualcosa di caldo sul mio petto.

Faceva freschetto e la poca luce entrava dalla finestra, costringendomi ad arricciare il naso appena aprii gli occhi. Cazzo che freddo!

Abbassai lo sguardo, trovando tanti capelli neri sul mio petto, accompagnati da un viso ed un corpo. Era Panty, stava letteralmente addosso a me, non mi dispiaceva affatto.

Chiusi gli occhi e mi ritornò in mente la scena di ieri sera, dove la piccola Panty mi raccontava tutta la sua vita. In quel momento mi ero sentito malissimo, la voglia di andare da quel coglione del padre ed ucciderlo era stata enorme. Come poteva fare una cosa del genere alla moglie ed alla figlia?

Sospirai ed aprii gli occhi, non riuscendo a sopportare di stare qualche minuto in più nel letto.

Lentamente spostai il corpo di Panty sul materasso, alzandomi e coprendola con il piumone. Mi abbassai lentamente, fissandola dormire.

Era così dolce, indifesa e tranquilla. Aveva passato troppe cose brutte nella vita ma ora c'ero io, l'avrei difesa a qualsiasi costo.

Appoggiai lentamente una mano fra i suoi capelli, sorridendo per quella morbidezza ed accarezzandola dolcemente. Adoravo tutto di lei, era davvero una ragazza forte.

Il telefonino squillò e così, sobbalzando, mi girai e lo presi, andando nell'altra stanza e buttandomi sul divano.

«Pronto?» non avevo controllato il numero, quindi non sapevo chi era.

«Grazie al cielo, cazzo Justin, ma quando rispondevi? Tutto bene?» la voce preoccupata di Nicki mi fece sorridere, mentre in sottofondo si sentivano altre voci che chiedevano di noi e di Panty.

«Scusa Nick e che stavamo dormendo, si tutto bene a voi?» domandai interessato, volendo sapere se casa mia era ancora intera.

«Si, tutto bene. Taylor? Cazzo dimmi che non avete fatto sesso o vengo dove ti trovi e ti strappo le palle con le mani» sbiancai leggermente, sentendo il tono serio di Nicki. Faceva sul serio?

Stavo per rispondere con una delle mie battute ma la vista di un pigiamone rosa si parò difronte a me, facendomi sorridere automaticamente.

Alzai lo sguardo, incontrando due occhioni grigi e assonnati di Panty mentre lei si teneva alla porta, guardandosi attorno curiosa e tranquilla.

«Che significa questo silenzio?» sobbalzai, ricordandomi solo ora di Nicki al telefono.

«Tranquilla, tutto sotto controllo ora stacco, ciao e salutami tutti» risposi velocemente, staccando poi la chiamata durante la minaccia di Nicki, che mi sfidava a staccarle il telefonino in faccia.

«Giorno coniglietta» ridacchiai, battendo il palmo della mano sul divano accanto a me e guardandola sorridere per poi sbuffare. «Lascia in pace il mio pigiama» borbottò scherzando, buttandosi sul divano e chiudendo gli occhi, poggiando la testa sul pezzo del divano.

«Dormito bene?» domandai curioso, volendo sapere se aveva avuto incubi o cose cosi.

Panty scoppiò a ridere facendomi alzare un sopracciglio «Justin non devi farmi da seconda madre ora che sai la mia vita» rispose ridendo, facendomi sentire però una punta di acidità verso il suo passato.

«Ma io lo avrei chiesto anche se non sapevo della tua vita» mormorai corrucciato, girandomi verso di lei e fissandola.

Era bellissima ed immaginare la scena del padre su di lei, picchiarla, mi faceva troppa rabbia.

Dance with me, forget the rest.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora