10. A Cena

1.2K 55 6
                                    

10-A cena.

"Ahia" mormorò, facendomi alzare gli occhi al cielo, era la quinta volta.

"Peggio delle femminucce" ridacchiai, poggiando delicatamente l'ovatta sul labbro rotto.

Certo che si erano picchiati di brutto, menomale che la preside non c'era. Dovevo chiamare Alberto dopo, dio che avevo fatto?

Una scelta?

Fissai gli occhi difronte a me, facendomi bloccare il respiro e notare quanto eravamo vicini.

Erano due pozze color caramello, con scaglie dorate e nere, era un colore molto bello.

Rimasi a fissarlo, anche troppo, datosi che dopo un po la porta dell'infermeria si spalancò, facendo entrare uno Scooter molto agitato.

Sobbalzai immediatamente, scostandomi di poco e notando il sorriso malizioso del ciuffettino; Stronzo pervertito.

"Ju-justin, ci sono i paparazzi e giornalisti fuori scuola, la polizia mantiene l'ordine ma c'è troppo casino, dobbiamo andare, anche tu" mormorò Scooter, respirando lentamente e riprendendosi dalla corsa.

Come?Anche io? Ma cosa c'entrava?

"E perché anche lei?" domandò il ciuffettino, dando voce ai miei pensieri.

Fissai il suoi labbro e notai che era disinfettato, iniziai a pulire la roba e le mie mani, fissandoli.

"Perché vogliono parlare con 'colei che ha causato la rissa'" rispose Scoot, mimando le virgolette con le dita.

Abbassai lo sguardo di colpo, sapendo che aveva ragione.

Era colpa mia, solo che non avevo visto Alberto correre velocemente, fissavo il ciuffettino.

Sentii una morsa allo stomaco, abbozzando un sorriso nervoso alzai la testa, trovando il ciuffettino vicino a Scooter, un po nervosi entrambi.

"Tranquilli, la scuola è appena iniziata, posso rimanere, voi andate" mormorai, gesticolando con le mani e fissando i due, entrambi con espressioni diverse.

Il primo, ovvero il ciuffettino, mi fissava con un sopracciglio alzato, con la tipica espressione del tipo 'certo, ed io non mi sono appena picchiato e sto con le labbra perfette', mentre il secondo mi guardava sospettoso.

Ok, non ci credevano.

"Finiscila, solo oggi e ci parlo io con la preside e tua madre, non capiterà più" mormorò Justin, usando quel tono di voce la quale era impossibile discutere.

Fissai lui, i suoi capelli e il suo fisico e mi maledii mentalmente. Cosa vado a guardare?

Sospirai, fissando la stanza ed iniziando a pensare.

Rimanere qui comportava subire anche gli allenamenti, le domande di tutti e le occhiataccia dell'invidia.

Andare con lui però significava fare la pesce lessa ogni volta che incontravo i suoi occhi, ogni volta che sentivo il suo calore vicino a me.

"Ok" mormorai, sorridendo ed avviandomi vicino a loro.

"Ok, intanto io parlo con la preside, Scooter e tu andate in macchina" ordinò Justin, facendoci annuire ed uscire dalla sala.

C'era molta gente, alzai lo sguardo, fissandoli tutti ed alzando un sopracciglio. Volevano sfidarmi o intimorirmi?

Sentii una mano calda e subito sorrisi, sapendo che era quella di Justin.

Dance with me, forget the rest.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora