Capitolo 8

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Erano le due di notte quando mi ero svegliata dall'incubo. Ora erano le 5 del mattino: il sole sorgeva all'orizzonte. Appena mi alzai vidi Alex sul balcone: come mai era sveglio a quest'ora?
-Ehy- dissi.
-Come mai sei sveglio a quest'ora?- chiesi curiosa.
-Ehy! No niente, non sono riuscito ad addormentarmi dopo il tuo incubo.- rispose.
-Ah scusa- dissi impassibile. Non sapevo come comportarmi.
-No non ti scusare. Ogni volta che mi sveglio non riesco mai a riaddormentarmi- mi risponde calmo. I suoi occhi sono di un verde intenso di solito la mattina, ma oggi sono verdeacqua.
-Che c'é?- dice. L'ho fissato troppo a lungo.
-No niente- dissi e girai la testa verso l'alba. Ormai peró me l'ero persa. Pazienza.
-Cosa facciamo oggi?- chiesi. Ma lui non mi rispose. Mi trascinó nell'anta dell'armadio e mi disse solo:
-Non muoverti e non parlare!- poi chiuse l'anta e -da quel che sentivo- si buttó sul letto. Come al solito aprii leggermente: c'era sua madre. Lui faceva finta di dormire.
-Ehy Alex sveglia- dice dolcemente lei.
-Sí mamma arrivo- dice lui con una -finta- aria assonnata.
-Va bene...ti prendo qualche vestito dall'armadio-
-No mamma ci penso io- disse lui alzando la voce. Rischiava di urlarlo.
Lei lo guardó sorpresa.
-Va bene, va bene...la colazione é pronta; io esco e vado a lavoro. Torno per l'una di notte.- disse e poi gli diede un bacio in fronte. Dopo che lei fu uscita di casa, lui venne da me e mi tiró fuori dall'armadio:
-Scusa per il...modo improvviso- disse.
Io gli sorrisi e mi siedo sul letto.
-Allora ripeto- dissi io.
-Cosa facciamo oggi?- chiesi.
-Non lo so...tu cosa vuoi fare?-
-Non saprei- guardai fuori dalla finestra: sullo sfondo della cittá, non lontano dalla palude, c'era un grande edificio fatto di vetro e metallo.
-Andiamo lá?- chiesi.
-Come mai proprio alla serra?- chiese lui sorridendo.
-Cos'é una serra?-chiesi.
-Bhe, una serra é un luogo dove le piante possono essere conservate in inverno dal freddo, e dal caldo eccessivo in estate- spiegó.
-Ti piacciono le piante?-
-No...almeno non lo so, non ne ho mai vista una, che io sappia-.
-Bene oggi é una buona occasione per vederne una!- disse.
-Sai che c'é? In questi giorni ti faccio da guida turistica in cittá!- esclamó contento.
Non sapevo cos'era una guida turistica, ma la cosa sembrava bella:
-Va bene!- dissi.
-Chiamo Cle e gli altri e gli dico di venire: loro sanno spiegare le cose in modo divertente meglio di me!- disse. Prese uno strano aggeggio, credo lo avesse chiamato cellulare, e chiamó Cle. Nel giro di pochi minuti lei, Andrew e George erano sotto casa:
-Aspetta!- urló Cle.
-Che c'é?- le rispose Alex.
-Non puoi mandarla in giro cosí o la scopriranno- disse cercando di farsi sentire senza urlare.
-Va bene salite- disse Alex.
Cle tiró fuori dalla sua borsa una specie di astuccio:
-Ho qui una trousse per sistemarti un po' la faccia e qualche extention- e tiró fuori anche delle ciocche di capelli.
-Hai tagliato dei capelli a qualcuno?!-
A tutti scappó una risatina. Mi sentivo una scema.
-No no, non ti preoccupare, sono finte- disse.
-Te le attacchiamo alla testa cosí ti allunghiamo i capelli!- e in quattro e quattr'otto avevo i capelli più lunghi di 5/10 cm.
-E ora ci si trucca!- prese fuori una specie di cilindretto, credo l'avesse chiamato eyeliner, e me lo mise con attenzione sulla palpebra dell'occhio. Poi ne prese un'altro, solo che la confezione era nera e non viola, e si chiamava Mascara, e me lo mise sulle ciglia. Inoltre ne prese un'altro ancora e sta volta me lo mise sulle labbra: era di un rosa chiaro:
-Bene, un tocco di Gloss ci voleva!- dopodiché mise tutto nella sua borsa e io mi andai a specchiare: aveva ragione, ero inriconoscibile. Presi velocemte una canotta e un paio di jeans aderenti e, una volta indossati, uscimmo di casa:
-Bene si parte!- disse Andrew. Io non vedevo l'ora!

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