Capitolo 19

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Appena entrai, un'ondata di calore mi investí subito: c'era un bel fuoco nella stanza. La piccola Kim giocava con due lattine, mentre Ronny fissava il fuoco attentamente. Appena mi fide mi squadró e si alzó. In piedi faceva piú paura, specialmente per il suo fisico imponente.
-Eccoci- disse Lisa.
-Perché ci hai messo tanto?- chiese lui infastidito.
-Erano fuori casa- rispose lei calma.
Ronny alzó un sopracciglio. Poi rivolto a me disse:
-Siediti- e indicó il pagliericcio steso a terra, vicino a lui. Feci come mi aveva chiesto.
-E cosí eravate fuori...non potete stare fu-
-Perché?- chiesi subito.
Lui inarcó ancora il sopracciglio, poi si rigiró verso il fuoco.
-Non credo voi dobbiate saperlo. No, non dovete-
-Credo che dato che viviamo qui ne avremmo il diritto- controbattei.
-Non direi, dato che non siete a casa vostra, ma a casa mia- rispose lui con tono duro.
Va bene, stetti zitta.
-Allora comunque. Ti ho chiamato perché ti ho osservato bene ieri. Avevi uno sguardo tranquillo- fece una pausa poi riprese:
-Gli altri avevano un viso preoccupato, perché tu no?- chiese.
Mi salí l'ansia. E ora che gli dicevo? Che ero un esperimento? No, non se ne parla:
-Semplicemente mi avevano detto che vuoi esclusi siete ospitali verso persone come voi. Quindi ho pensato fin da subito che ci avreste aiutato- dissi cercando di essere il piú convincente possibile.
Lui rise.
-Non credere che me la beva ragazzina. Ascolta. Ho riconosciuto quel George. É il fidanzatino di una delle figlie dei governanti. Perció uno, non puoi dire che siete messi male; e due, dimmi la veritá- disse con tono duro. Non sapevo cosa fare.
-Ci sono mai stati esperimenti qua?- chiesi improvvisamente.
-Sí, negli ultimi mesi ne sono arrivati due. Perché?-
-Avete trovato il terzo- risposi.
Lui mi guardó sorpreso, poi sorrise. Vidi una strana luce nei suoi occhi azzurri.
-Davvero? Bene. Ora torna tutto- disse.
-Ascolta, io ho risposto alla tua domanda, ora tu rispondi alla mia- dissi.
-Dimmi tutto-
-Perché non si puó uscire di notte?- chiesi.
Sul suo viso si creó un grosso cipiglio. Ma esprimeva rabbia, e non confusione.
Poi si rilassó.
-Il governo sta tramando qualcosa, e ho giá mandato delle persone a scoprirlo. E il governo ha giá mandato dei soldati qui per spiarci. Monitoravano ogni moviemento di ogni escluso con quelle guardie sotto-compertura, specialmente quando la gente usciva di notte per cercare cibo e viveri. Per questo non esce nessuno- disse alla fine.
Ok, sembrava sincero.
Mi alzai per andare via, quando mi prese il braccio.
-Un giorno mi piacerebbe davvero conoscerti bene- disse.
Poi mi lasció e io tornai alla mia casupola.

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