Capitolo 3

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Ora Alex stava osservando attenatamente la mia reazione: ma non c'era molto da vedere, dato che quella notizia non mi allarmava molto. Forse per il semplice fatto che non provavo sentimenti. Fissai fuori dal finestrone: il sole era basso all'orizzonte e dipingeva il cielo di un colore particolare, un insieme di giallo, di rosso, di arancione, di rosa e di viola.
-Sono a casa!- urló qualcuno.
Dalla voce si direbbe che fosse una donna.
-Nasconditi qui!- disse Alex allarmato, indicandomi un'anta alta e stretta dell'armadio, completamente vuota. Feci come mi aveva ordinato:
-Non ti preoccupare, ti spiego tutto dopo!- si interruppe poi continuó:- e ti faccio anche mangiare qualcosa!- sorrise e chiuse l'anta. Facevo fatica a sentire quello che dicevano, ma capivo abbastanza da seguire la conversazione:
-Ciao mamma!-
-Ciao Alex. Come é andata oggi?- disse la madre. Aveva una voce calma, ma severa come quella del figlio. Aprii leggermente per vederla. Era alta e magra, molto più di lui, ma aveva gli stessi occhi color nocciola e gli stessi lineamenti severi, addolciti da un tenero sorriso.
-Tutto bene mamma-
-Hai sentito dell'esperimento D75?-
-Sí-
-Dicono sia passato di qua...-
-Io non me ne sono accorto- la sua voce stava inziando ad essere meno calma.
-Meglio cosí. Sono persone pericolose gli esperimenti.- si interruppe e lo fissó per un po', poi riprese:
-Immagino che tu abbia fame! Preparo la cena!- ora la sua voce era ancora piú calma e dolce e, per quanto ne capissi, confortante.
Gli fece una carezza e uscí dalla stanza.

Appena ebbe finito di mangiare, Alex tornó in camera con una palla verde e un cuore marrone.
-Che cosa sono?- chiesi curiosa.
-Sono una mela...-disse alzando la palla verde.
-...E un biscotto al cioccolato- ed alzó il cuore marrone.
-É la cena?-
-Sì. Vieni, mangiamo- lui si sedette di fianco a me sul letto, e mi porse la mela.
La presi. Era fredda, ma non tanto, ed aveva un buon profumo. La feci rigirare tra le mani.
-Non sai mangiare?- chiese lui sorridendo.
-In effetti no...come si fa?-
-Devi prenderla e darle un morso- e mentre parlava tiró fuori un'altra palla gialla -un'altra mela- e le diede un morso. Lo imitai. La mela aveva un sapore strano, fresco e succoso.
-Com'é?- disse riferendosi alla mela.
-Bo non lo so...come deve essere una mela?- mi sentivo stupida.
-Bhe...dovrebbe essere buona!- disse Alex, ridendo.
-Allora é buona!-
Mangiammo anche il biscotto, dividendolo a metá.
-Come mai dovevo nascondermi nell'armadio prima?- chiesi.
-Allora...ti spiego: mia mamma é una poliziotta; lavora nel governo e fa parte del settore di guardia degli esperimenti, in particolare dell'area A,C e D. Quindi anche sul tuo settore. Se scopre che sei qui, ti riporterebbe subito in laboratorio.-
Ci misi un po' a capire quello che diceva. Ma poi compresi: lei mi avrebbe tolto ancora la vita.
-E quindi devo sempre nascondermi?-
-Sí. Ma poi di giorno usciamo e facciamo un giro.-
Poi mi prese il braccio e mi portó sul balcone. Con un dito indicó il grande palazzo che stava davanti a noi.
-Vedi quel palazzo? Domani se vuoi ci saliamo sopra!-
-Davvero?- dissi io. Sembrava una cosa....bella.
-Sembra bello-
-Ti sembra una cosa bella? I robot non giudicano queste cose! Hai scoperto la bellezza!- disse lui sorridendo.
-Che cos'é la bellezza?-
-É una sensazione-
-E quante altre sensazioni ci sono?-
-Tante-
Rimasimo in silenzio ed osservare l'orizzonte franstagliato dei palazzi.
-Me le faresti scoprire?- chiesi io.
Lui mi fissó attentamente. Notai ancora di più le venature verdi nei suoi occhi nocciola.
-Certo!- poi indicó ancora il palazzo:- Dietro al palazzo c'é una Zip-line. Domani la facciamo!-
-Cos'é la Zip-line?-                         
-É un cavo che si protende nel vuoto, a cui ti attacchi con un'imbragatura; e poi ti butti!- aveva un certo bagliore negli occhi. Forse ce l'avevo anche io. Perché non vedevo l'ora!

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