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Jay prese a pugni l'armadio finché dalla mano non uscì sangue, l'americano cacciò un urlo di rabbia e di dolore.

Si avvicinò alla scrivania e prese una pistola, l'aveva sequestra al padre qualche settimana prima, la guardò intensamente, la caricò e se la puntò alla testa.

"Jay" Chan entrò in camera e gli tolse la pistola dalle mani, il più piccolo scoppiò a ridere, ma poco dopo lo risata si tramutò in un pianto isterico.

Chan lo prende per mano e lo fece sedere sul letto, poi lo guarda "che ti succede?". Jay si asciugò le lacrime "non ne posso più, mi vogliono morto, i-io non voglio morire..." spiegò trattenendo le lacrime.

Il maggiore lo guardò attentamente negli occhi "allora perché ti sei puntato una pistola alla testa?" Chiese con calma, l'americano rimase un attimo in silenzio "loro vogliono uccidermi con dell'acido... se morivo per colpo di pistola, non soffrivo...".

Nella stanza calò un silenzio assordante, poi dalla cucina si sentì Agust D imprecare "MA PORCO DIO CHI HA INVENTATO GLI SPIGOLI?!" Urlò prima di lanciare l'ennesima bestemmia.

Jay si lasciò sfuggire una risata, che non fu ignorata dal maggiore "quello non è lo spigolo! È il vertice!" Spiegò l'americano.

I passi di Agust D divennero più forti, e poco dopo comparse alla porta un esemplare di gatto incazzato "TE L'HO CHIESTO?".

Chan ridacchiò "okay okay, adesso andiamo a dormire, domani abbiamo da fare" sorrise ed uscì dalla stanza accompagnato da Agust D, appena la porta fu chiusa, il sorriso sulle labbra di Jay svanì.

Si sdraiò sul letto e sospirò rumorosamente come suo solito fare, la sirena della polizia in sottofondo gli ricordò che non solo i nemici di suo padre lo volevano morto, ma anche la "giustizia".

Chiuse gli occhi come per cambiare dimensione, come se chiudersi nel mondo dei sogni lo avrebbe salvato dal suo triste destino.

———————

Jay si guardò intorno impaurito, delle persone vestite di bianco e con una maschera dell'ennesimo colore lo stavano seguendo, il cuore del ragazzo galoppava.

Ad un tratto gli uomini lo circondarono, si tolsero la maschera e che rivelò l'identità dei signori, erano Chan, Agust D, suo padre e sua madre, ed infine un suo amico, Daniel, morto a causa sua.

Jay urlò, ma dalla sua bocca non uscì il minimo rumore, provò a scappare, ma le scarpe erano come fuse al cemento.

Le lacrime tentavano di uscire dagli occhi color nocciola, ma l'americano era troppo orgoglioso per far uscire anche la minima goccia.

Neanche il tempo di sbattere le palpebre che ebbe quattro pistole puntate contro, il suo cuore smise di battere, cercò disperatamente di urlare, ma come già immaginava, la voce gli rimase bloccata in gola.

Un ragazzo vestito di rosso elegante compare dal nulla, aveva in mano due pistole, Jay si guadò intorno non capendo più nulla si sedette arreso.

Il ragazzo sparò a Chan, Agust D, il padre e la madre di Jay ed infine a Daniel, si avvicinò a Jay e gli porse la mano, il biondo non ci pensò due volte e l'afferrò.

"E tu chi sei?" Chiese alzandosi "io sono..."

Jay si svegliò tutto sudato, davanti al suo letto c'erano i suoi due amici che lo fissavano.

Il più grande appoggiò un piede sul letto "urlavi come una puttanella" ironizzò il biondo, la il commento non fu molto apprezzato da Chan, che gli tirò un coppino.

"Stai bene?" L'australiano guardò Jay negli occhi come per studiarli l'anima "s-sì... solo un brutto sogno" spiegò per poi sdraiarsi nuovamente e chiudere gli occhi e poi cadere in un nuovo sogno.

~Do or Die~ 🖇🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora