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Il tempo passava, e Jungwon non sapeva cosa fare, i tre ragazzi stavano già dormendo da un po'... ma lui non aveva chiuso occhio, era sul divano e fissava il soffitto con sguardo assente.

I pensieri lo stavano divorando piano piano, la testa gli girava, mentre il corpo tremava, si guardò intorno, il posto di notte sembrava un bunker antiatomico...

Decise di raccogliere tutte le forze che aveva e andare in cucina, ma non appena varcò la soglia senti qualcuno appoggiarli la mano sulla spalla.

Jungwon si spaventò, vide un Jay selvatico mezzo addormentato "cosa che fai ancora sveglio...?" Chiese con la voce ancora rauca.

Il più piccolo si mise una mano sul cuore "non riesco a dormire, poi ho fame" l'americano annuì, poi si mise il cappuccio della felpa.

"Se vuoi puoi dormire con me, non voglio che il mio bodyguard sia stanco, domani abbiamo da fare" Jungwon gli fece un cenno ed entrò in cucina, si girò per chiedere una cosa a Jay ma era sparito.

Prese una Simmenthal dalla credenza e iniziò a mangiare, finalmente gli era tornato l'appetito, per colpa dei suoi aveva fatto vari giorni di digiuno...

Buttò via la scatola di latta e andò in camera di Jay timidamente, lo trovò sdraiato sulla pancia a scrivere qualcosa su un quaderno, aveva gli auricolari quindi non lo aveva sentito entrare.

Si mise accanto a lui e non appena vide un sorriso formarsi sulle labbra del più grande, capì che si era accorto della sua presenza.

L'americano si tolse gli auricolari e mise via telefono e quaderno, poi guardò Jungwon "perché non riesci a dormire?" Il più piccolo si sdraiò e guardò il soffitto.

"Troppi problemi, pensieri, insicurezze e risentimenti... non riesco a chiudere occhio..." Jay spense la luce e si sdraiò mettendosi le coperte, "va bene, per stasera dormi con me, ma è la prima e l'ultima volta".

Il piano di Jungwon stava funzionando, poco a poco scopriva sempre più cose su Jay, la cosa che lo incuriosiva di più era il suo quaderno... era sul comodino, ma prenderlo sarebbe pari ad un suicidio.

Decise di smetterla di farsi problemi, il quaderno lo avrebbe preso il giorno dopo, si mise le coperte e guardò Jay addormentato.

"Sembra un angelo" pensò, mentre con la mano sinistra gli spostò una ciocca di capelli per vedere meglio una cicatrice sul suo volto.

Gli pareva un peccato, rovinare così la sua pelle, guardò le sue labbra, chissà che gusto avevano? Perché stava pensando a ciò? Lui era etero! Ne era più che convinto, poi è impossibile che nasca qualcosa in quattro ore!

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Il risveglio fu traumatico, Agust D che imprecava, Chan che urlava contro il microonde e Jay che... be' lui stava ancora dormendo, era il momento giusto!

Si alzò cercando di non fare rumore, prese il quaderno e lo aprì alla pagina che stava scrivendo ieri il ragazzo.

«sarebbe scontato iniziare con "caro diario"? Per me sì, quindi non lo metterò mai! Vabbè, la psicologa Kim mi ha detto di amare, di aprire il mio cuore, ma io non ci riesco. I sentimenti sono bloccati dentro di me da molto tempo, e lo so che basta conoscere persone nuove, ma non ho voglia. Più i giorni passano, e più mi rendo conto che sto crescendo troppo in fretta. Fino ad una settimana fa frequentavo una scuola privata nel centro di New York, invece adesso sono a capo di una mafia... penso che»

Jungwon si rese conto che non aveva finito di scrivere, prese il telefono e fece una foto al diario, ma si dimenticò che non era in silenzioso.

Il rumore della foto fece svegliare Jay, ma per fortuna il più piccolo era stato più veloce di lui, aveva messo via il quaderno ed era tornato a letto.

Il biondo sbadigliò "mh... Jungwon sei sveglio?" Chiese con la voce rauca, il più piccolo ebbe un effetto di aver già vissuto questa situazione.

"Mh mi sono appena svegliato" mentì, i due si guardarono negli occhi, lo sguardo dolce di Jungwon contro quello freddo di Jay.

Jungwon voleva abbracciarlo, vedeva nei suoi occhi la tristezza e la mancanza di affetto, quindi appena Jay distolse lo sguardo lo abbracciò, lasciando l'americano a bocca aperta.

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