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Corri e raggiungi la meta, non importa se durante il tragitto inciampi o ti fai male, il tuo unico obbiettivo è arrivare prima dei nemici.

Le uniche cose che pensava Jungwon durante la giornata erano come uccidere Jay, lo pensava così tanto che ora mai quasi lo odiava. Ma la vita è peggio della roulette russa.

Aveva lasciato New York e la sua "famiglia", ora si trovava a fuggire da tutto e tutti pur di tenere la vita salva.

"Jay Park, sei quasi arrivato al capolinea"

...

Chan era nel seminterrato con la torcia puntata sulla bomba ad orologeria, mentre Agust D cercava in tutti i modi di tagliere i fili.

"Qual'è quello giusto?" Sbraitò il più grande, ora mai aveva giunto il limite di sopportazione "quello rosso?" Rispose Chan chinandosi accanto a lui.

"Vadi altri fili rossi da tagliare?" Chiese spazientito Agust D "rimane solo una soluzione..."

E così i due presero la bomba e la portarono alla stazione di polizia, dove lì dovettero inventare una scusa plausibile per la bomba.

...

"Jay dai sorridi" Jungwon stava cercando di rendere il più grande felice, la nota in matematica lo aveva scoraggiato.

"La mia vita non ha più senso..." disse il biondo appoggiando la testa sulla scrivania, Jungwon fece allontanare la sedia di Jay dalla sua scrivania e si sedette sulle sue gambe.

L'americano gli mise le mani sulla vita e lo strinse a se, "una nota in matematica non rovinerà la tua vita" le parole tenere del più piccolo lo fecero sorridere.

"Grazie piccolo~" sussurrò Jay al suo orecchio, facendogli provare tanti brividi per la schiena.

Ad un tratto il moro ruppe la distanza tra le sue labbra e quelle di Jay, avevano entrambi bisogno di svagare dalla vita quotidiana.

Il biondo si alzò e mise Jungwon sul letto, tra un bacio e l'altro si spogliarono, non solo degli indumenti, ma anche delle preoccupazioni.

"Farà male?" Chiese preoccupato il più piccolo "no, tranquillo~" sussurrò il più grande al suo orecchio.

...

"Quindi fatemi capire, questa bomba era sotto casa di vostro nonno perché la vicina ama vostra nonna, e quindi lo voleva uccidere?" Chiese il poliziotto stranito dalla situazione.

"Esattamente signor..." Agust D cercò di leggere il distintivo del signore che aveva davanti "polizia comunale? Bel nome! Molto esotico" disse fiero, facendo sospirare Chan.

La bomba fu disinnescata senza problemi e i due festeggiarono con un caffè americano.

"Secondo te cosa stanno facendo Jungwon e Jay a casa?" Chiese l'australiano spezzando il silenzio "scopand-" il ragazzo si interruppe nel vedere un ragazzo che assomigliava al suo fidanzato defunto.

"Impossibile" pensò, la vita gli aveva strappato l'amore, e da quel giorno non seppe più amare nessuno, nemmeno se stesso, le braccia sempre fasciate per nascondere tagli, gli occhi stanchi e con occhiaie...

Si era trasformato in un morto vivente.

"Tutto okay?" Chan si preoccupò immediatamente per il maggiore "uhm sì sì, tranquillo" rispose in modo assente.

Tornati a casa trovarono Jay sul divano a guardare un film con Jungwon addormentato su di lui.

"Che ti ho detto, hanno scopato" sussurrò il coreano andando in camera sua, l'australiano si avvicinò a Jay e si sedette sul divano.

"Allora Jungwon ti rende felice?" Chiese ad un tratto "è la persona giusta capitata al momento giusto" si limitò a rispondere il biondo.

Il cuore di Chan perse un battito, Jay era così felice con il più piccolo, ma non sapeva la verità che un giorno avrebbe bussato alla sua porta, portando con se o lui, o Jungwon...

...

"LASCIAMI!" Le urla del ragazzo riempivano il vicolo in cui solitamente Jungwon incontrava gli inviati.

"Ma perché dovrei? Sei così carino e dolce" la voce del vecchio fece rabbrividire Jungwon, che in tutti i modi cercava di difendersi.

"Non hai capito quello che ha detto? Devi lasciarlo" a parlare fu Agust D, con ancora i capelli bagnati era uscito a cercarlo sotto ordine/supplica di Jay.

L'uomo non voleva lasciare Jungwon, e il ragazzo fu costretta a prendere la pistola e sparare verso il cielo due o tre volte, allora il vecchio lasciò la presa sul collo del più piccolo e corse via.

Il moro cadde atterra tentando di riprendere fiato, e Agust D si precipitò da lui aiutandolo ad alzarsi, appena in piedi Jungwon cacciò un urlo.

Aveva la caviglia destra blu e gonfia, molto probabile mentre l'uomo lo prendeva di forza si sarà fatto male.

"Ti aiuto io, tranquillo" il più grande lo prese in braccio a modi sposa e tornò a casa, durante il tragitto si addormentò.

"Jay, l'ho trovato" il nominato si alzò e andò vero la voce dell'amico che posò Jungwon sul divano.

"Si è ferito ad una gamba, finisci di parlare con i tuoi amici e poi occupati di lui"

Jay aveva invitato dei compagni di scuola per parlare un po', e Jungwon in quanto soffrisse di ansia sociale era andato a fare un giro.

...

"Scusami piccolo... non avrei mai dovuto lasciarti uscire da solo..." "so proteggermi, ma mi aveva colto di sorpresa"

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Okay capitolo aggiornato, be' in questo periodo sto tenendo un ritmo niente male :D

Mancano solo 6 capitoli alla fine, e un po' mi dispiace... ma vabbè

Spero di avervi intrattenuto almeno un po' e buona giornata <3

~Do or Die~ 🖇🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora