Tra fiducia ed illusioni.

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Louis

Quando mi svegliai il mattino seguente, fui sorpreso dal rendermi conto che il malessere che per giorni mi aveva attanagliato lo stomaco, si fosse sbiadito. Non mi sentivo del tutto rinvigorito o completamente in forze per affrontare la mia solita giornata, ma convenni che sarebbe stato meglio avvertire Ben che ora mi sentivo meglio e che presto sarei ritornato a lavoro. Non volevo creargli problemi e inoltre quei giorni di vacanza sarebbero stati detratti dalla mia busta paga.

Mi scostai le lenzuola candide di dosso indugiando qualche secondo in più di fronte allo specchio del bagno, e sorprendendomi di come il mio viso avesse assunto un colore più sano solo nel giro di una notte. Tutto merito di una buona pizza. E di una buona compagnia.
Sospirai pesantemente, sfilandomi i pantaloni del pigiama ed i boxer in una volta sola ed entrando nella doccia.
Le immagini della cena con Harry erano rimaste fervide nella mia memoria durante tutta la notte e non ero riuscito a scacciarle in alcun modo: le candele alla vaniglia, la pizza fumante, le sue gambe lunghe intrecciate sul pavimento dello sgabuzzino. Inizialmente non avrei voluto far altro che scappare via, lontano da Harry e dalle sue stupide avances. E magari correre da Ashton per dirgliene quattro. Ma poi, inaspettatamente, la situazione aveva preso una piega diversa. Quello non mi era sembrato il solito Harry spocchioso, convinto di poter avere il mondo ai suoi piedi; il modo in cui mi aveva quasi pregato di mangiare qualcosa, con gli occhi grandi e gentili, aveva fatto sì che qualcosa si sbloccasse in me.
Così avevo preso un trancio di pizza e lo avevo portato alla bocca, senza rendermi conto che, in quel preciso istante, avevo inconsciamente deciso di fidarmi di lui.
Eravamo due ragazzi completamente soli rinchiusi in uno sgabuzzino e sapevo che avrebbe potuto approfittare della situazione per saltarmi addosso, eppure non l'aveva fatto. Ed io non avevo cominciato ad urlare o a dimenarmi per far sì che mi lasciasse uscire. Il modo in cui si torturava gli anelli infilati nelle dita lunghe e si mordeva il labbro inferiore continuamente, mi aveva quasi dato l'impressione che fosse preoccupato che non accettassi ciò che aveva preparato per me. E Cristo, aveva davvero fatto tutto quanto per me! Non avrei mai pensato che quel londinese altezzoso ed insopportabile che per settimane mi aveva tormentato con i suoi scadenti metodi di abbordaggio, potesse avere un pensiero talmente carino. Anzi, non credevo proprio che avrebbe continuato ad interessarsi a me, in fin dei conti io ero un ragazzo fidanzato e lui uno che cercava divertimento.

Uscii dalla doccia e mi infilai il mio accappatoio blu, strofinando per bene la stoffa sulla pelle ed asciugando i capelli con il phon. Poi mi infilai un paio di pantaloni della tuta, una maglia nera e mi distesi nuovamente sul letto. Cercai di dare una sistemata al cuscino sotto la mia testa che, in quel momento, sembrava duro come il cemento. Grugnii tirandolo via e scoprendo la copertina di un libro scuro.
Avevo terminato di leggere il regalo di Harry nel giro di una settimana. Se si fosse trattato di un semplice romanzo, lo avrei letto nell'arco di dodici ore, ma trattandosi di Freud, ci avevo messo un po' più di attenzione.
Mi spostai sull'altro lato del letto, deciso ad ignorare ogni pensiero anche lontanamente collegabile al riccio, così accesi il televisore e cominciai a fare zapping tra programmi demenziali ed inutili pubblicità. Fui sul punto di strapparmi i capelli per la disperazione, quando il fotogramma di una donna sulla trentina che correva tra cespugli di gelsomino, prese a lampeggiare sullo schermo.
"Fanculo" sbuffai, spegnendo la televisione e lanciando lontano il telecomando.
Possibile che persino una stupida pubblicità mi ricordasse di Harry? O forse ero io che mi ostinavo a pensare a lui? La seconda opzione era quella più spaventosa, ma anche la più attendibile.
Non lo avrei mai ammesso ad alta voce, ma non facevo che ripensare alla notte precedente e al modo in cui avessi nuovamente ceduto di fronte alle sue iniziative. Come non avrei mai ammesso ad alta voce, quanto dannatamente attraente lo trovassi. (Sarò anche stato un ragazzo impegnato, ma non ero cieco).

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