Punto.

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Louis

Fare l'amore con Harry era diventata l'attività che mi richiedeva più energia durante tutto l'arco della giornata. Eppure, la soddisfazione che riusciva a donarmi non me la trasm nessun'altra occupazione. Avevamo cercato di approfittare di ogni singolo istante libero, perché il tempo a nostra disposizione si consumava come la punta di una matita. Ed ora mancavano solo poche ore prima della partenza di Harry. Avevamo fatto parecchi piani a riguardo, Harry ed io non avremmo smesso di sentirci tramite messaggi, email e chiamate. Lui si sarebbe presentato ad Amsterdam al più presto, me lo aveva promesso. Eppure nel mio cuore quella pesantezza non riusciva ad andarsene. Non eravamo fidanzati, quindi probabilmente non saremmo rimasti a contatto poi così a lungo. Insomma, era una cosa destinata a morire. Mi diceva ogni istante di volersi fermare ad Amsterdam, di voler trovare lavoro al Sebastian's, ma entrambi sapevamo che per una decisione così drastica ci sarebbe voluto del tempo. Il nostro rapporto era, praticamente, nelle mani del destino. Avrebbe scelto quest'ultimo se io e Harry saremmo stati destinati a finire rovinosamente o se invece davvero il tutto sarebbe maturato.

Talvolta, l'addio era imminente. Ci saremmo dovuti salutare e mi piangeva il cuore al solo pensiero.

"Buonasera" sentii chiamare dal bancone.

Alzai gli occhi per scorgere Michael, ma quella visione non mi fece alcun effetto. Il mio pensiero era completamente rivolto al riccio ed alla sua partenza. Durante quei giorni di stretta vicinanza, mi ero legato a lui come mai avevo fatto prima di allora. Avevo scoperto una persona fragile, rispettabile e sensibile. Volevo scoprire ancora.

"Michael, non è giornata" tagliai corto, sperando che se ne andasse.

Lui in risposta puntellò i gomiti sul bancone, probabilmente cercando di attirare la mia attenzione.

Prese un respiro profondo prima di "Louis, dobbiamo parlare in realtà" dirmi.

"Non c'è niente da dire oltre" conclusi annoiato.

"Si tratta di Harry"

Mi immobilizzai sul posto al sentire il suo nome pronunciato da Michael.

"Cosa c'è?" chiesi in fretta, ma con una certa ansia.

Lui tossì sul suo pugno e "È molto difficile per me dirlo, ma non posso tenermi questo peso dentro" mi disse, con la tipica falsa tristezza di un uomo vendicativo.

"Cosa vuoi?"

Respirò profondamente.

"Harry sta' con te solo per una scommessa fatta con Niall"

Roteai gli occhi al cielo, abbandonando il panno che stavo utilizzando per pulire il bancone in un angolo.

"Sei davvero così ostinato a riprendermi con te, Michael, da inventarti tali sciocchezze?"

"Louis, ti assicuro che i due hanno scommesso che Harry ti avrebbe portato a letto prima della fine del viaggio"

Ostentai sicurezza, ma decisi che non avevo voglia di fare il suo gioco.

"Sparisci" esalai a denti stretti, sperando che eseguisse ciò che gli avevo ordinato.

"Pensala pure come credi, Louis" cominciò, alzandosi. 

"Io, a differenza sua, ti sto dicendo la verità"

Poi se ne andò.


***


Abbracciai Harry nell'esatto istante in cui si presentò di fronte alla porta di camera mia. Avevamo in mente un ultimo pomeriggio all'insegna dell'ozio: guardare qualche film, coccolarci, ed io – inevitabilmente – avevo acconsentito al farmi scattare qualche stupida foto per il suo album.

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