Stop! Dimentica.

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Louis

"Niall" sibilai, grato che il biondo avesse risposto alla mia chiamata. Il Sebastian's era fornito di apparecchiature fisse per i dipendenti, in modo da farci comunicare gratuitamente di stanza in stanza.

Sentii Niall soffocare un gemito prima di "Cosa c'è?" domandarmi.

Quella mattina mi ero alzato prima del solito. Era passata all'incirca una settimana dall'incidente e, di conseguenza, dalla morte di Ashton. Il sonno era venuto a mancare un po' a tutti. Quello fu il motivo per il quale, solo alle cinque e quaranta del mattino, mi affacciai alla finestra per consumare in santa calma una sigaretta. Peccato però che, quella tranquillità, era stata interrotta da particolari botti proveniente dal piano di sopra. Ero sicuro, al cento per cento, che si trattasse di Niall. I suoi singhiozzi mi avevano tenuto compagnia per tutta la notte, e quando aveva cominciato a sentire il rumore di pezzi di vetro piombare sul pavimento, mi ero detto che la cosa fosse diventata più seria e che avevo bisogno di controllare come stesse. Tuttavia, non me l'ero sentita di andarlo a trovare. Era una delle persone più vicine ad Ashton, ed averlo accanto sarebbe stata una sofferenza per me. C'era bisogno di tempo per una chiacchierata a cuore aperto, faccia a faccia con uno come Niall. Ed io non ne ero pronto.

Chiedere "come stai?" sarebbe stato inutile, così sospirai solamente prima di sentire lui dirmi "Perché le persone vogliono farmi soffrire?"

Inizialmente avevo pensato che Niall soffrisse per Ashton, per un suo amico venuto a mancare davanti a lui. Ma dalle sue parole, dedussi che non si stesse riferendo al conducente dall'auto o, semplicemente, all'incidente.

Parlava di altro, qualcosa di più privato. E gioii di queste confessioni fattemi senza preavviso, inaspettatamente.

Così:"Niall, semplicemente bisogna fare tanti errori prima di arrivare alla persona giusta"

"Ma io-"

"Non sempre dobbiamo aspettare che siano gli altri ad avventarsi su di noi. Perché non cerchi qualcuno che sei sicuro che possa farti stare bene?"

"Il punto è che io non ho nessuno di cui mi posso fidare, capisci?" mi rispose lui, piangendo.

Riuscivo a sentire la sua voce anche dal piano di sopra, senza bisogno di appoggiare l'orecchio alla cornetta.

Sospirai e "A volte abbiamo la persona giusta sotto il naso ma non riusciamo ad accorgercene" ammisi.

Poi presi ulteriore coraggio e "Perché non ti butti? Nessuno ha detto che devi trovarla proprio ora la persona con cui spenderai il resto della tua vita. Niall, fai esperienze, esci dal guscio. Anche qualche sveltina non fa male a quest'età, no?"

Mi stupii delle mie parole pronte a confortare Niall. Sentivo quel discorso così estraneo ad una persona come me che, negli ultimi anni, era stata avvinghiata ad un unico ragazzo, senza sperimentare altro. Immaginai le guance arrossate del biondo a quell'affermazione. Ma non riuscii a sentire nella sua voce l'accenno di un sorriso, come suo solito.

Sentii solo "Forse hai ragione, Louis" e me ne rincuorai. Sembravamo quasi snaturati dalle nostre figure originali, io e Niall durante quella conversazione. Lui sembrava freddo, duro. Come se il colpo che avesse ricevuto fosse stato sufficiente per far macchiare le ali a quell'angelo così puro. Io, invece, sembravo più rilassato che mai sotto la mia maschera scheggiata.

Stavamo davvero cambiando o solo l'euforia del momento mi concedeva il lusso di quell'impressione?

"Grazie mille" udii prima che la conversazione si chiudesse. Sentii una saracinesca calarsi e capii che Niall fosse, finalmente, andato a dormire dopo una notte insonne. E se a lui toccava abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, a me spettava andare al lavoro.

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