Sere nere.

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Louis

Non era il massimo sentire il telefono squillare nella notte, soprattutto perché era circa una settimana che il mio sonno era disturbato ed interrotto da brutti pensieri o incubi atroci. Per cui, quando il mio cellulare squillò a quell'ora della notte, non mi sorpresi più di tanto d'essere stato nuovamente svegliato di soprassalto.

"Pronto?" risposi, constatando che la mia voce fosse più roca del solito.

"Louis, ti disturbo?"

"Liam Payne, sei tu?"

Da quando la ciurma era ritornata a Londra, avevo mantenuto solo i contatti con Zayn. Lui era l'unico con il quale mi sentissi regolarmente e con piacere. Per il resto, avevo tagliato i ponti con tutti gli altri. Non contattavo più nemmeno Niall che, da qualche giorno, non incontravo più neppure al Sebastian's.

"Sì, capisco l'orario e mi dispiace, ma è l'unico momento disponibile per chiamarti lontano da orecchie indiscrete"

Ero conscio delle difficoltà di Liam nel dormire. Zayn me ne aveva parlato. Nonostante sapessi che i due avessero intrapreso una relazione piuttosto seria, io ed il moro non avevamo parlato delle loro dinamiche. In realtà, io e Zayn parlavamo di qualsiasi altra cosa: la nuova formazione del Doncaster, il nuovo tour dei Green Day, le cose che aveva mangiato appena tornato a Londra. Ma mai, mai intraprendevamo una conversazione seria. Sembrava che entrambi cercassimo di evitare tutto ciò che potesse farci male o aggravare ferite ancora non chiuse.

"Pensavo ci fosse il fuso orario, che ore sono a Londra?"

"Manca un'ora esatta alle tre del mattino, immagino che invece da te siano le tre spaccate"

Lanciai un veloce sguardo alla mia sveglia da comodino e "Sì, è così" mi limitai a dire.

Aleggiò un leggero silenzio, totalmente fastidioso, prima che Liam potesse prendere parola: "So che probabilmente non vorrai sentire ragioni, ma ti chiamo per parlarti di Harry ed è giusto che tu mi ascolti"

"Non ne ho voglia, Liam. Scusami ma non ho intenzione di affrontare questa conversazione"

"Non devi, infatti" si giustificò immediatamente lui. "Solo... lascia parlare me, okay? Poi potrai anche chiudere la chiamata e decidere cosa fare per conto tuo"

Non riuscivo nemmeno a nominare Harry. Più passava il tempo, più mi rendevo conto di quanti sbagli avessimo commesso. Ci voleva davvero molto coraggio per constatare che, fino a qualche tempo prima, Harry era la persona che più avevo voglia di vedere, mentre adesso avevo solo voglia di urlargli contro.

"Parla" mi limitai a rispondere.

"Allora, so bene cos'è successo, Harry me ne ha parlato e sappi che non ho condiviso i suoi comportamenti iniziali. Tutt'ora mi rendo conto che Harry sia una persona difficile da frequentare, soprattutto in qualcosa che rientra in una fase successiva all'amicizia. Lui non ha mai affrontato il problema dei postumi di una scopata, te lo assicuro.

Quando l'ho conosciuto, era terribilmente scontato e stupido con tutti gli uomini che incontrava. Gli interessava il sesso, e nient'altro. Per questo quando ha iniziato a provarci con te, noi ci siamo preoccupati. Eri un ragazzo fidanzato e lui non aveva nessun diritto di intromettersi"

Ascoltai quelle parole rivedendo ogni singola cosa che Harry avesse fatto per allontanarmi da Michael. Inconsapevolmente, mi aveva aiutato a scacciare una persona che mi aveva mentito per tanto tempo.

"Tuttavia, con il passare dei giorni mi sono accorto che le cose stavano cambiando. Harry cominciava a pensare a te diversamente, non gli è passato nemmeno per la testa di stare con un altro ragazzo che non fossi tu durante il soggiorno ad Amsterdam. Comprendo che è complicato da capire, ma è come se tu per Harry avessi rappresentato quella svolta essenziale per cambiare la sua stessa vita. Ed è stato così, una parte di Harry, quella bonacciona ed insulsa, si è volatilizzata quando lui ti ha conosciuto. Ammetto che non ci credevo neanche io, ma lui in questo momento sta soffrendo, Louis. Soffre perché ti ama, e lo fa davvero"

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