capitolo 21

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Sono le 5:23 del mattino. Siamo tornati a casa di Marco, alla fine erano vivi e abbastanza sobri.
Peccato.
Appena entro in camera mi butto sul letto, lasciatemi morire in pace almeno fino alle nove di domani sera.
Scherzavo, mi sono svegliata ora, e sono solo le 14:00. Cerco di ri-affondare la testa sul cuscino ma non riesco a riaddormentarmi. Mi alzo e vado in soggiorno, Arianna dorme sul divano, invece Marco è sveglio e ha una tazza di caffè esageratamente grande in mano.
"mi sa che me ne serve una anche a me" gli dico, e vado a riempire di nuovo la caffettiera, poichè lui da solo ne ha svuotata una intera.
"Eva..." mi giro. "...dove siete state tu e Ari per tutta la notte?".
"detto così suona male". Mi guarda storto.
"va beene, ci siamo allontanate perchè a quel festino ci annoiavamo".
"non mi dirai altro, vero?" dice giungendo all'arresa molto prima di quanto pensassi.
"esatto".
"mi basta sapere che siete state insieme tutta la notte". Stavolta sono io a guardarlo di storto.
Faccio per uscire dalla cucina, ma poi mi ricordo...
"ahh, dopodomani è il compleanno di Arianna, dobbiamo prenderle qualcosa".
"giusto... non ho la più pallida idea di cosa prendere però" risponde sinceramente.
"beh, in realtà io mi ero rivolta a te".
"ah".
"vabbè vado a vestirmi e ci facciamo un giro, qualcosa la troviamo, è più un gesto simbolico, a lei neanche importa" concludo, ed esco dalla stanza.
Mentre apro la valigia per cercare qualcosa Arianna entra in camera.
"buongiorno" le dico.
Si strofina gli occhi e si butta sul letto.
Mi vede in difficoltà e chiede:
"devi uscire?"
"sì, e non posso farlo in pigiama, però avevo portato poca roba ed è tutto a lavare".
"metti i miei vestiti, no?" suggerisce tranquillamente.
"ha senso".
Mi dirigo verso la sua valigia e scelgo un maglione verde con la zip nella parte alta del colletto e un paio di pantaloni della tuta.
L'unico piccolissimo problema è che lei è abbondantemente più alta di me, e i suoi pantaloni mi andranno sicuramente otto volte più grandi. Medito per qualche secondo e poi li ripongo in valigia.
Penso proprio di tenere addosso i miei pantaloni della tuta che ho usato per dormire.
Esco dal bagno vestita e torno in camera, mi spazzolo velocemente i capelli senza badare all'aspetto da spaventa passeri e prendo il giubbotto.
"dove vai?"
"marco mi porta a vedere qualche posto qui vicino" mento.
Non sembra curarsene molto, mi guarda finché non esco dalla stanza.
"possiamo andare a piedi" mi dice Marco una volta che siamo fuori casa.
"ok, da dove iniziamo?"
"in fondo alla strada c'è un negozietto vintage".
"ma in tutto ciò Alessio?". Mi ero dimenticata per qualche ora della sua esistenza.
"è uscito qualche ora fa con degli amici, hai altre domande?"
"che palle, me lo dite tutti! E comunque anche tu ne hai fatta una adesso".
"devo smetterla di passare del tempo con te".
"shh sono fantastica!". Ride quasi come a prendermi in giro e intanto arriviamo alla nostra meta.
Faccio un giro per tutto il negozio per tre volte, ma finisco sempre per tornare nell'angolino delle polaroid, secondo me ad Arianna potrebbe piacere averne una.
Marco invece punta più sugli strumenti, sta pagando un ukulele color sabbia.
Mi decido a prendere la polaroid e la porto alla cassa, pago ed usciamo dal negozio.
"Devo entrare un secondo qui a prendere qualcosa per vestirmi finché non torno a Roma" avviso Marco che alla fine entra con me.
Mi provo due maglioni con fantasie a scacchi e prendo un paio di jeans larghissimi e che toccano a terra. Marco prende due felpe, ed entrambi andiamo a pagare.
"Abbiamo fatto in fretta, passiamo dal bar?" mi propone.
"massì".
"comunque Alessio mi ha inviato un messaggio, dice di aver preso ad Arianna delle cuffie bluetooth".
Ad interromperci è il cameriere che prende rapidamente le ordinazioni e se ne va.
"ascolta..." inizia a dire Marco. Non so per quale motivo, ma penso di saper già dove vuole andare a parare.
"tra te e Arianna c'è qualcosa?"
Eccalla'. Scontatissimo.
Decido di rispondere sinceramente, in fim dei conti è il mio migliore amico e tuttavia ho anche bisogno io stessa di una specie di "sfogo".
"concretamente no".
"in che sensoo?" ok, adesso si sta gasando.
"nel senso che forse qualcosa c'è, ma non ancora. Sennò non saprei proprio come definire il nostro rapporto"
"ma a te, lei, piace?"
"prossima domanda?"
"dai Eva..."
"onestamente?" lo vedo annuire, quindi proseguo.
"...non lo so".
Spospira, intanto ci arrivano i nostri bicchieri di liquore, li svuotiamo in mezzo secondo e ci avviamo verso casa.
"ma ora questi dove li mettiamo?" chiedo, riferendomi ai regali per Arianna.
"sali e dimmi se è in cucina".
Salgo piano piano le scale e apro altrettanto delicatamente la porta della stanza da letto: dorme occupando ogni singolo centimetro del letto, non lo credevo neanche possibile.
Scendo velocemente e faccio cenno a Marco di salire, mettiamo i regali in dispensa ed è fatta.
Qualche minuto dopo di noi torna anche Alessio e nascondiamo anche il suo regalo.
Vado in camera da letto e Arianna ancora dorme, ma sembra essere in un sonno piuttosto disturbato: si muove ogni cinque secondi. Mi sdraio, su un fianco, rivolta verso di lei con la testa sulla piega del mio gomito. La osservo, ha spesso un'espressione corrucciata mentre dorme. Inaspettatamente apre gli occhi, si sposta leggermente continuando a guardarmi.
Quante volte ho già detto che appena sveglia è carinissima?
"bello il mio maglione" mi dice.
"mi sa che me lo tengo" dico, scherzosamente.
"finirai per lasciarmi nuda".
Mi metto a pancia in su, e guardando il soffitto le rispondo:
"è quello l'obiettivo".
Si gira verso di me, sorride maliziosa e pone nuovamente lo sguardo altrove.

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