capitolo 23

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Arriviamo a casa, io e Arianna andiamo in camera a sistemare le valigie, ma dopo pochissimo ci raggiungono anche Alessio e Marco.
"Eva non è che ti rivedo nel prossimo secolo?" mi chiede Marco, rimanendo seduto dal mio lato del letto.
"almeno per due mesi" aggiunge Alessio, che alla fine della frase si blocca all'improvviso e si gira a guardare gli altri.
Quando mi giro Marco e Arianna tengono lo sguardo basso, lanciandosi un'occhiata per mezzo istante.
"spero non così tanto" affermo alla fine, non sto capendo quello che succede, ma sono tutti strani, ho capito che c'è qualcosa sotto.
"vabbè, la mia valigia è pronta, tra quanto tempo è il treno?" mi rivolgo ad Arianna.
"una mezz'ora buona". Chiude anche lei la valigia e ci sediamo, a cerchio, tutti e quattro sul letto.
"Uno?" propone Alessio che, senza ancora nessuna risposta da parte nostra, prende le carte e inizia a mischiarle.
"ma sei una stronza!" grido addosso ad Arianna che mi ha appena tirato un "+4".
Ha un'espressione divertita, io senza battere ciglio per non darle ulteriori soddisfazioni prendo le carte che mi spettano e salto il mio turno.
Qualcuno ha tirato un cambio-giro, quindi a metà partità sono io a tirare le carte prima di Arianna.
"uno!" urla lei.
Ed eccolo, aggiungo al cumulo carte un "+4", lei lo prende e attende che tiri nuovamente. Io ripropongo il mio secondo "+4".
"ah, sarei io la stronza" sbuffa.
"....ma dai che palle" borbotta piano.
Prende le carte e per il resto della partita mi guarda di storto.
Alla fine vince Alessio, che in conclusione alla partita, inizia ad elencarci le sue fantastiche frasi d'ego come "sono il RE" oppure "porcoddue, sono il migliore" o ancora "sono troppo forte per giocare con voi". Arianna lo fulmina con lo sguardo per fargli capire di smetterla, io e Marco ridiamo.

Marco e Alessio hanno deciso di accompagnarci alla stazione, nonostante gli avessimo ripetuto più volte che ce l'avremmo fatta anche da sole.
Li abbraccio entrambi nello stesso momento stringendoli fortissimo. Mi mancheranno questi due cretini privi di materia grigia.
"non sparire eh!" mi ribadisce Marco quando mi butto unicamente su di lui.
Poi abbraccio nuovamente anche Alessio, il nostro rapporto col tempo si è evoluto, inizialmente non avevamo molta confidenza, ma lui è una persona troppo socievole per non diventarci subito amico.
" ragazzi siamo letteralmente ad un'ora di distanza".
Loro due si guardano.
"s..sì, infatti".
Io e Arianna saliamo sul treno, anche stavolta non c'è nessuno. Cavolo, sono le nove di sera, perchè nessuno viaggia più?
Vengo riscossa da questi pensieri quando, una volta sedute, Arianna, che tiene il cellulare in mano in cerca di una playlist, mi chiede:
"iniziamo con la mia musica vero?".
"perchè lo chiedi se tanto la metterai comunque?".
Ride tra sé e sé. Nel frattempo partono i Pixies, infila il cavo degli auricolari nel telefono e me ne porge uno.
Resto sdraiata sul sedile, a cercare un pensiero tranquillo per potermi rilassare. La mia mente però fa totalmente il contrario, all'improvviso mi ricordo che più tardi Arianna deve parlarmi.
"mi dispiace" aveva sussurrato, con lo sguardo basso, gli occhi spenti, non sembrava lei.
"Arianna...".
Emette uno strano verso in risposta, al chè io continuo:
"di cosa dovevi parlarmi?"
Si solleva per mettersi a sedere, e guardandomi negli occhi solo per un attimo, mi dice:
"ne possiamo parlare quando scendiamo? Potremmo andare nel nostro parchetto..."
"va beene". Mi avvicino meglio a lei e mi appoggio sulla sua spalla.
Restiamo così, in questa medesima posizione, senza parlare, solo ad ascoltare musica e farci travolgere dai nostri stessi pensieri.
Il treno si ferma. Siamo a Roma. Il viaggio sembra durato qualche minuto, probabilmente è l'ansia di quello che succederà adesso. Sorprendentemente ritroviamo il motorino che Arianna aveva lasciato in stazione quando siamo andati a Napoli. Saliamo entrambe, io mi aggrappo a lei e, a causa del movimento della moto, i miei capelli finiscono persino sul suo viso.
Li sposto in indietro e la vedo scuotere la testa in segno di rassegnazione.
Una volta scese entriamo nel parchetto e ci sediamo sull'erba, fresca e leggermente bagnata a causa dell'umidità. Ci mettiamo a parlare di tutt'altro, finiamo per fare un'accurata psicanalisi dei nostri amici ed elenchiamo le nostre strane abitudini, sarà la notte che ci fa parlare così tanto.
Ma d'un tratto lei si incupisce, capisco cosa ha intenzione di dirmi...
"allora... probabilmente passerò per una stronza" inizia a dire.
Fa un minuto di pausa, nel quale io commento con:
"non che sia una novità...".
Adesso non mi guarda più in viso, si tormenta i lacci delle scarpe.
"forse starò ingigantendo la cosa, agli altri l'ho detto subito, e devi sapere che non è che io ne sarò contenta..."
"Arianna, dimmelo e basta" taglio corto.
"devo partire". Mi guarda dritta negli occhi, forse mi mette anche un pò in soggezione.
"...io, Marco e Alessio andiamo in Austria, per due mesi".
Mi blocco per un istante. Non so cosa dirle, abbasso lo sguardo e guardo di lato.
Non la vedrò per due mesi? Per due interi mesi starò lontana da lei?
Forse ne stiamo facendo una questione enorme, emetto un "mh" come risposta, non voglio che si senta in colpa.
"avevo pensato di rinunciare" prosegue, ma la blocco immediatamente.
"ma sei matta? Arianna non devi rinunciare per altre persone. E poi lo sai che non ti direi mai di restare qui... per me poi... chi sarei io?" chiedo retoricamente.
"beh..." dice, come se la risposta fosse ovvia. Alzo lo sguardo su di lei, solo con gli occhi, tenendo ancora la testa leggermente inclinata verso il basso.
Vorrei quasi andare con lei, nonostante ancora finga che lei per me non sia nessuno. Le dico che deve partire perchè so che deve farlo, ma non significa che starò bene.
"tra quanto?" domando.
"tre giorni".
Eh?
"ma...".
Quasi ride, probabilmente per il tono troppo acuto e quasi dolce che ho usato.
La guardo di storto per qualche secondo.
"tanto lo so che quando tornerò non ti ricorderai neanche il mio nome" afferma decisa.
"potrei dire la stessa cosa, ma non credo succederà..." cerco i suoi occhi.
Appena finalmente li incrocia ai miei cerco di cambiare argomento.
"adesso devo assolutamente andare a vedere casa mia, dovrebbe esserci anche Bea, e tu vieni con me".
Mi alzo, mi sistemo i pantaloni, e vedo lei fare lo stesso, ma con più lentezza.
Saliamo sulla moto e andiamo a casa mia. Non riesco a smettere di pensare alla partenza, la stringo più forte.
Mi sa tanto che io e Bea dobbiamo scegliere un posto più nascosto per le chiavi: le ho trovate subito dentro al vaso.
Entriamo, in casa non c'è nessuno.
"chissà che starà facendo quella..." sospiro.
Arianna si butta sul divano mentre io mi guardo intorno, hanno aggiunto poche cose dalla settimana scorsa.
Raggiungo Arianna e accendo la tv.
"guardiamo qualcosa?" propongo.
Annuisce, perciò metto un episodio di how i met your mother, tanto non ha esattamente una trama, gli episodi si possono vedere anche separati.
Abbasso lo sguardo sul viso di Arianna, aggrappata a me, e sta già dormendo.
Spengo la tv e la sistemo meglio. Io ho la testa appoggiata al bracciolo del divano, Arianna è in basso, sul mio petto.
Sto un pò ad osservarla, tant'è che alla fine mi addormento con lei.

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