Mi risveglio che è mattina.
Sono tra le braccia di Arianna, di nuovo. Lei è stesa leggermente in obliquo; ha il braccio, su cui io sono sopra, disteso, e le nostre teste si toccano. Ha ancora gli occhi chiusi.
Che carina...quando dorme.
Non voglio ancora svegliarla.
Neanche il tempo di pensarlo che ci arriva addosso un cuscino:
"Tutto apposto, sono vestite!" urla agli altri Amedeo che è entrato nella stanza.
Arianna intanto si è svegliata e afferra il cuscino lanciato da Amedeo per colpirlo a sua volta. Lui esce e richiude la porta prima che possa esere colpito.
Si sentono parole e risate dal soggiorno, ma non ho proprio voglia di fare niente. Affondo la testa sulla spalla di Arianna.
"Che cretini" esclama lei divertita.
Poi porta il suo braccio dapprima disteso a cingermi la vita, solo per un secondo. Ho un filo di pancia scoperto e al suo tocco rabbrividisco senza poterlo controllare.
Lei se ne accorge, ma si limita a sorridere, forse un pò imbarazzata. Io invece la guardo tranquillamente appoggiando il mento sulla sua spalla.
"Che ore sono?" chiedo.
Si stende per prendere il telefono è poi mi risponde:
"Le nove e un quarto"
"Devo alzarmi. Vado con bea a comprare qualcosa per la casa"
"Ti accompagno a casa"Appena entro in casa dei miei, Bea è seduta sul divano ed è già iper-attiva. La mia faccia che sembra quella di un bradipo in confronto alla sua, entusiasta, fa ridere.
"Ma dove sei stata?" mi chiede
"Dagli amici di Arianna"
"Ah. Si li conosco bene, sono simpatici, no?"
"Si dai"
Bene, per ora non si sta facendo i suoi filmini mentali tra me e Arianna. Probabilmente non ha visto con chi sono arrivata.
Poco dopo mio padre ci accompagna in un negozio di arredi per la casa e un altro di elettronica dove prendiamo la televisione.
Questi negozi di domenica non chiudono mai, e ci torna utile poichè mio padre oggi non doveva andare a lavoro.
Entro questa settimana la casa dovrebbe essere in condizioni da poterci vivere. Non vediamo l'ora, e sotto sotto anche i nostri genitori sono contenti di non vederci in giro per casa.
Nel frattempo abbiamo scaricato tutto e stiamo tornando a casa dei miei.
Fa ancora strano chiamarla così.
Il tempo di sdraiarmi trenta secondi sul divano che mi chiama Alessia:
"Eva, siete tornate?" non mi lascia il tempo per rispondere che continua... "venite a cas...a di Arianna, siamo tuutte qui"
È palesemente sbronza, mastica anche le parole. Rido e le rispondo:
"Adesso vedo dai". Mi chiude.
Beatrice che ha sentito la breve conversazione mi domanda:
"Sono da Arianna e Matteo?"
"Sì, e mi sa tanto che sono tutti ubriachi"
"Andiamo daii"
Alla fine prendiamo la metro, io mi sono convinta ad andare solo per lo spettacolo di persone ubriache sdraiate sulle poltroncine di Matteo.
Suoniamo alla porta, ci apre Arianna. Sembra sorpresa di vederci, e sembra anche.... imbarazzata? Ma gli altri sapevano che saremmo venute?
Questo non sembra risultare un problema, infatti appena entriamo Arianna mi dice subito:
"Vedi che la pasta per tutti la fai tu"
"Proprio io che non so farla praticamente"
Lo dico in modo mezzo ironico, non sono bravissima in cucina, ma la pasta penso di doverla saper fare.
"Vediamo che esce" dice infine Arianna.
Mi guardo intorno: c'è Alessia per terra che ride e Cristina non sembra messa poi tanto meglio. Solo loro possono ubriacarsi la domenica mattina.
Nel frattempo, mentre tutti sono in soggiorno, io e Arianna stiamo in cucina, che è un pò più in disparte.
Lei si appoggia con le mani al bancone dal lato esterno, mi scruta attenta mentre prendo le cose per fare la pasta.
"Perchè mi guardi così? Tranquilla non ho veleno a portata di mano da metterci"
"Ahhh, peccato! Ci speravo". Continua a guardarmi dritta negli occhi, mi sorride e si siede sul bancone.
Mi serve il sale che è nel ripiano su cui Arianna è poggiata.
Mi avvicino e faccio per allungare la mano, ma lei si mette di proposito davanti con la sua aria strafottente.
"Vuoi che ci metto lo zucchero nel sugo?"
Lei sembra non volersi muovere, mi guarda intensamente, i nostri sguardi si incastrano.
Mi ritrovo praticamente in mezzo alle sue gambe che penzolano dal bancone, e i nostri visi sono lontani di qualche centimetro.
Sposto leggermente la testa verso sinistra e lei sembra seguirla, poi, inaspettatamente, apro lo scaffale e prendo il sale. Lei è scettica e mi guarda con aria sconfitta mentre io rido.
1-0 per me.
Continua a fissarmi fingendo di essere dispiaciuta, a me sembra più imbarazzata.
Poi le dico:
"intanto potresti mettere l'acqua"
Lei scende, prende un recipiente e una volta che mi è accanto sospira.
Dopo aver messo l'acqua se ne va, porella si è stancata a riempire una pentola con dell'acqua.
Quando finisco vado in soggiorno:
"È già assai che vi ho fatto la pasta, adesso andate voi a mettervela nel piatto"
Mi sdraio su un divano.
Arianna esce dalla cucina con una forchettata in mano e chiede:
"Sicura che sia commestibile?"
"Provala, se muori la butto"
È Beatrice ad intervenire, mentre Matteo ride:
"Ragazze dai siete insopportabili!"
Faccio ironicamente spallucce e vado a mangiare.
La pasta è abbastanza mangiabile, alla fine Arianna l'ha mangiata e non ha detto niente per tutto il tempo, per me è una vittoria. A tavola ogni tanto la sorprendo a fissarmi, ma quando me ne accorgo, lei non distoglie lo sguardo. Beh, a questo punto nemmeno io sono tanto antisgamo, alzo gli occhi ogni secondo, se vedo che mi fissa è perché anche io che la guardo...
Siccome non possiamo portare Alessia e Cris a casa in queste condizioni, passiamo il pomeriggio qui a guardare un film.
Io avevo optato o per un film tristissimo o per uno che prevedeva quasi unicamente sangue. Nessuna via di mezzo. Alla fine abbiamo messo una di quelle trashate che Matteo ama, un film adolescenziale molto banale.
Ci entriamo tutti sul divano, Arianna è poggiata sul bracciolo mentre sta col telefono, a dividerci c'è uno spazietto vuoto di divano, Matteo è al centro che continua a guardare quel film e io ho sonno.
STAI LEGGENDO
Un'ultima sigaretta♡ARIETE♡
Fanficquesta storia è nata semplicemente perchè volevo scrivere qualcosa di particolare, e perchè ho visto che non ci sono storie su arianna, ale e marco. Ho cercato di non fare la solita storia troppo finta, cercando di farla assomigliare il più possibil...