Capitolo 9

1.5K 68 7
                                    

Ed ecco un altro stupido pomeriggio che non so come riempire.
Questa settimana non stanno dando molti compiti teorici, quindi riesco a fare quasi tutto nell'ora di recupero in biblioteca.
Mi annoio, quindi opto per un quadretto con le tempere. Potrei disegnare la copertina di qualche album musicale...
Quelli che mi vengono in mente sono impossibili da fare, quindi disegno la croce degli psicologi su uno sfondo grigio sfumato. Dovrebbe vederlo Marco, non oso immaginare quanto si vanterebbe.

Finisco il disegno in tre quarti d'ora. Mi ci sono pure impegnata.
Decido di uscire: voglio stare in un posto tranquillo.
Opto per andare a cercare il posto in cui mi ha portata Arianna. Prendo le cuffiette e vado in metro. Faccio partire la riproduzione casuale: calcutta invade totalmente la mia mente; non riesco a concentrarmi su altro quando ascolto questo genere di musica.
Scendo vicino ad un fust food, se non ricordo male da qui la strada per il parchetto dovrebbe essere breve.
Non so quanto abbia camminato, ma penso di avercela fatta.
Mi avvicino lentamente al piccolo cancelletto in legno, sempre aperto, ma rimango sbalordita alla mia vista:
Arianna è seduta a gambe incrociate in un angolo del prato, tiene la chitarra e sta suonando una melodia che non conosco. Ogni tanto butta anche qualche parola sulle note, capisco che sta lavorando a qualcosa di nuovo, ha anche un quadernino aperto e una penna davanti alle sue gambe.
Ho fatto pianissimo, quindi non mi ha sentita nè vista, potrebbe farlo però se alzasse lo sguardo per un istante.
Voglio ascoltarla un pò prima di interromperla, so che poi non suonerebbe più.
Non capisco il motivo ma è come se quando cantasse riuscisse a ipnotizzare gli altri. Non è qualcosa che succede solo a me, fa questo effetto a molte persone, penso sia proprio un dono che possiede.
"Cazzo, no...." sussurra mentre si blocca su una parte del testo per l'ennesima volta.
Mi stupisce alzando gli occhi, mi guarda.
"Da quanto sei qui?" chiede
"Dalle otto volte in cui ti inceppi su una parte" scherzo, ma le sorrido.
"In realtà pensavo di andarmene" continuo...
"Ma no, resta, magari evito di spaccare la chitarra se sei qui"
Accosta la chitarra e si accende una sigaretta. Mi avvicino e mi siedo accanto.
"Come mai qui?" rompe il silenzio.
"Mi serviva un posto tranquillo"
"Mh..." rilascia il fumo pensierosa.
"Adesso cantami qualcosa dai"
ush, colpo di scena.
Si gira verso di me e mi porge la sigaretta.
Poi mi sorprende prendendo la chitarra e inizia:
"Ho sentito una storia
che diceva che se pretendi troppo resti sola
Io non voglio mai un cazzo,
solo stare bene un'ora,
o toccarti per sempre insieme
sotto le lenzuola,
anche se poco dopo litighiamo a squarciagola..." nell'ultima parte le viene da ridere, la guardo più intensamente, quando canta teletrasporta in un'altra dimensione.
I nostri sguardi si incrociano e restano fermi, mentre lei continua:
"questo è il bello di amarti,
io mi sento importante,
se ti faccio un regalo apprezzi quello
che ho da darti,
se ti dico ti amo e non ti compro coi contanti,
No, non voglio che piangi...."
Si ferma, onestamente non so che dire, penso che si capisca dal mio sguardo quello che penso.
Ripone la chitarra affianco a lei e si riprende la sigaretta dalle mie mani.
"E perché proprio "venerdì?"
"Lo sai...canto in base alle occasioni"
Mi sdraio e chiudo gli occhi, sento il vento spostarmi i capelli sul viso, dopotutto è piacevole.
Si sdraia anche Arianna, ma al contrario dal mio verso.
"Ho sonno" rompo stavolta io il silenzio. Sempre con classe e adeguatezza modestamente.
"Dormi" suggerisce con tono interrogativo.
"No...così non riesco...".
Mi tiro su.
Lei mi guarda da sdraiata, ha dei lineamenti delicatissimi, e il septum spezza molto i tratti del suo viso, ma sta benissimo così.
"Dai vieni qui" mi dice, sollevando il braccio per indicare il posto in cui andare.
Poggio la testa sulla sua spalla, e lei successivamente distende il braccio.
"Cos'è tutto questo?" sussurro in maniera impercettibile.
Lei sente e sorride.
"Sai, me lo chiedo anch'io"
Non siamo più le stronze che discutono per ogni cosa, in questi momenti sembra che ci tiriamo fuori a vicenda delle parti diverse di noi.
Sposto lateralmente la testa poco sotto al suo collo e chiudo gli occhi.
Restiamo un pò così, poi ci solleviamo e istintivamente inizio a strappare qualche filo d'erba dal prato: è un'abitudine che ho sin da piccola.
Arianna osserva attenta, poi si blocca, come se avesse avuto un'illuminazione e prende il taccuino.
Inizia a scrivere qualcosa, poi sbarra tutto e ricomincia.
"Ti faccio venire l'ispirazione?" chiedo sarcastica. Dai, siamo state troppo buone per troppo tempo.
Focalizza il suo sguardo su di me.
"In realtà sì.." risponde decisa.
Il sorriso sarcastico di prima mi muore sulle labbra, si trasforma in un sorriso meravigliato. Abbasso lo sguardo mentre continuo a sorridere.
Impazzirò.

Un'ultima sigaretta♡ARIETE♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora