Prologo

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Ormai è quasi arrivato il primo giorno del mio quarto anno ad Hogwarts, sono contenta di ritornare a scuola, ma lo sarei molto di più se tutti gli anni non si presentasse la stessa identica scena: quando vengo chiamata da un professore iniziano a esserci i bisbigli che dicono "Ma è imparentata con Harry? Probabilmente sarà sua cugina, lui è l'unico sopravvissuto!" e invece no, eccomi qui, praticamente tredici anni dopo, la sorella gemella di Harry Potter. Onestamente non mi dà più neanche così tanto fastidio, almeno io non vengo assillata da persone che mi fanno foto o mi chiedono autografi, ma in compenso ho dalla mia parte tutti gli insulti delle persone che mi definiscono "falsa" o "approfittatrice".

<T/n, sei pronta? Dobbiamo essere pronti tra meno di un'ora, altrimenti al signor Weasley potrebbe venire un infarto.> mi chiama mio fratello affacciandosi nella camera che divido con Ginny ed Hermione .
<Arrivo, finisco di mettere le ultime cose nella borsa...> gli rispondo soffermandomi qualche istante davanti allo specchio per osservare ancora una volta la mia cicatrice: negli ultimi giorni la piccola saetta sul mio petto si era arrossata, e premeva sul cuore togliendomi quasi il fiato. Ricordo ancora quando chiesi a zio Vernon ed a zia Petunia come me la fossi procurata, loro risposero semplicemente che è stato per via di un intervento al cuore avvenuto subito dopo "l'incidente". 
Sentendo nuovamente la voce di Harry chiamarmi decido che forse è meglio darmi una mossa, così mi sistemo velocemente e li raggiungo al piano inferiore della casa.
<T/n! Ce l'hai fatta! Pensavamo quasi che fossi morta là dentro!> esclamano Fred e George alternandosi per dire una frase a testa.
<Sto bene... possiamo andare.> gli rispondo alzando gli occhi al cielo. Adoro i gemelli, sono gli unici che riescono a farmi ridere in qualunque occasione, sono molto più legata a loro due piuttosto che a Ron, infatti, anche se è il migliore amico si mio fratello, con lui vado molto d'accordo, ma da quando ci siamo conosciuti sul treno abbiamo sempre trovato dei pretesti per delle piccole discussioni. 
Tutti i membri della famiglia iniziano ad uscire dalla casa come se fossimo in una processione, tutti tranne Hermione, che mi aspetta per parlarmi.
<Come va la cicatrice?> mi domanda la mia amica con un'espressione preoccupata; lei è stata l'unica con cui ne ho parlato: non voglio preoccupare Harry o i gemelli, che comunque non potrebbero fare nulla per aiutarmi.
<Sto bene, non preoccuparti.> la rassicuro con il sorriso più convincente che riesco a fare.
<Non devi mentirmi, sono la tua migliore amica, ti conosco meglio di chiunque altro.> mi ricorda comprensiva.
<Fa meno male degli altri giorni, ma continua a darmi fastidio.> le confesso per poi seguire gli altri e dirigerci verso la Coppa del Mondo di Quidditch. Durante il tragitto incontriamo i nostri compagni di viaggio: il signor Diggory e suo figlio, Cedric. Da quanto ho potuto sentire lui è all'ultimo anno di scuola e fa parte della casa dei Tassorosso, e, se devo essere del tutto onesta, credo che sia uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto e credo che anche le mie amiche concordino con questa affermazione, infatti passiamo gran parte del tragitto a piedi a chiacchierare di lui e di altri ragazzi di Hogwarts. 
Arriviamo fino ad una scogliera che si affaccia ripida sull'oceano e tutti si sistemano intorno ad uno scarpone.
<Avanti T/n, Harry, venite.> ci invita il signor Weasley impaziente.
<Ma... è uno stivale, cosa dovremmo farci?> domando senza capire.
<Non è solo uno stivale, è una passaporta!>  ci spiegano Fred e George all'unisono.
<Una che?> domanda mio fratello visibilmente confuso.
<Dai, sbrigatevi, non abbiamo tempo da perdere.> ci ricorda il signor Weasley.
Ci avviciniamo e imitiamo gli altri, mettiamo una mano sullo scarpone e poi tutto intorno a noi inizia a girare, i nostri piedi si staccano da terra e quando qualcuno, non capisco bene chi, ci ordina di lasciare, lo faccio immediatamente e, di conseguenza, picchio una culata a terra, così come quasi tutti, ma guardando in alto riesco a vedere il signor Diggory con il figlio e Arthur che sembra quasi passeggino in aria con uno sguardo divertito.
<Come state ragazzi?> ci domanda Cedric, guardando principalmente verso di me e , sentendomi abbastanza a disagio, abbasso lo sguardo. La testa mi gira ed ho la nausea, ma penso che come prima volta potesse andare sicuramente peggio... 
Dopo un'ulteriore ventina di minuti raggiungiamo una specie di accampamento, ci sono chilometri e chilometri di tende con fan sfegatati del Quidditch venuti da tutto il Mondo Magico per solo per vedere questa partita. 
Quando ci addentriamo un po' di più nel campeggio, la nostra strada e quella della famiglia Diggory si dividono, e ci diamo appuntamento per vederci più tardi, subito prima della partita. 

<Molto bene ragazzi, quando entriamo nella tenda ci saranno tre camere: una per me, che sarà la più piccola; una per i ragazzi ed una per le ragazze.> ci spiega il signor Weasley quando arriviamo davanti ad una piccola tenda, io ed Harry ci guardiamo abbastanza confusi: come potremmo starci tutti in una tenda così piccola? Hanno anche parlato di stanze... in una tenda? Senza pensarci ulteriormente entro e rimango molto più che sbalordita: grazie ad un incantesimo l'interno è relativamente grande, quasi come un appartamento di medie dimensioni; è arredato con dei semplicissimi mobili da campeggio, che però riescono a rendere comunque l'ambiente molto gradevole ed accogliente. 
Ci sistemiamo nelle stanze e, intanto che i ragazzi iniziano a prepararsi con cappelli e trucchi relativi alle squadre che tifano, io, Ginny ed Hermione continuiamo a parlare del rientro a scuola, di ragazzi e del fatto che la piccola Weasley non vuole ammettere di avere una cotta per mio fratello da quando lo ha incrociato la prima volta al binario nove e tre quarti. 
<Non è minimamente vero!> afferma tirandomi una cuscinata.
<Ginny, non mentire, ricordo ancora la prima volta che siamo venuti a casa tua...> inizio a dire prima di ricevere altre cuscinate a raffica da parte sua.
<Vogliamo parlare del fatto che Diggory non ti ha tolto gli occhi di dosso, neanche per un solo instante?> mi domanda lei sarcastica facendomi arrossire come un pomodoro.

Arrivati davanti allo stadio iniziamo a salire verso i nostri posti con Cedric ed il signor Diggory, fino a quando non incontriamo anche Lucius e Draco Malfoy. Io e Draco non siamo mai andati troppo d'accordo, anzi, se devo essere del tutto sincera, non ci siamo mai sopportati, infatti è da quando siamo al primo anno che mi dà il tormento, ma fortunatamente questa volta dopo un paio di commenti sprezzanti vanno per la loro strada.
Finita la partita, i ragazzi sono ancora più gasati di prima e siamo tutti convinti che Ron si sia preso una cotta per Viktor Krum, il cercatore della nazionale bulgara. 
<Prima non ho avuto l'occasione di presentarmi come si deve. Io sono Cedric Diggory.> si presenta il ragazzo avvicinandosi a me durante il tragitto per arrivare alle tende.
<Io sono T/n... T/n Potter.> rispondo abbastanza imbarazzata. 
<Molto bene T/n Potter, che ne dici di venire a fare un giro intanto che i ragazzi si calmano?> mi chiede accennando agli altri che continuano a fare gli idioti. Guardo velocemente le mie amiche, che ovviamente mi fanno segno di andare, poi provo a guardare verso i gemelli e mio fratello, ma loro sono talmente presi da... quello che stanno facendo, che non si accorgono neanche di quello che gli sta succedendo intorno, così accetto.
Passeggiamo ridendo, scherzando e flirtando per circa un'ora, poi c'è uno strano botto, come se qualcuno avesse sparato con un cannone, c'è un caos generale: gente che corre ed urla, alcuni dicono che sono solo i tifosi, altri parlano di Mangiamorte.
Il petto inizia a farmi male, in cielo è apparso uno strano simbolo e poi non ricordo più nulla. 
Sento Cedric che mi chiama, ma non riesco a rispondere.
Intorno  ame c'è solo il buio.

Le due facce della medaglia || Draco Malfoy ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora