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Il mondo che gira.
Le pupille dilatate.
La forza.
Lo sballo.
Le palpitazioni.
L'euforia.
L'Insonnia.
Questi sono gli effetti che ti da la droga, ma non una qualsiasi: la cocaina.
Il periodo in cui era nata Alyson ero ancora troppo piccola per prendermene cura da sola, l'anno dopo ho iniziato a drogarmi, continuamente.
I sentimenti contrastanti che provavo verso i miei genitori e tutto quello che era successo nella mia vita fino in quel momento, volevo dimenticarli, e credevo che la coca fosse la mia via di fuga... ma così non è stato.
Avevo quattordici anni la prima volta che ho tirato di naso e l'ultima è stata verso i sedici, diciassette.
La notte non dormivo mai a causa dell'assenza di sonno e così ho iniziato a partecipare alle gare.
Nonostante fossi sotto l'effetto di una droga pesante cercavo di essere il più naturale possibile, così che potessi prendere i soldi per Alyson, ma anche per la mia dose giornaliera.
Medusa mi aveva spinta a provarla, ma dopo le prime due strisce ne ho volute delle altre.
Quando mi sono fidanzata con David, ne abusavo. Poi quando il suo amore si è rivelato violento ho smesso, cercando di non impazzire durante il primo periodo di astinenza.
Il mio unico pensiero era: se non mi ucciderà l'astinenza, sarà lui a farlo.
E i primi mesi sono stati duri, sudavo, tremavo, avevo spesso delle crisi epilettiche, avendo anche le allucinazioni, poi passato quel periodo iniziavo ad essere presente con la testa e realizzavo ciò che davvero mi stava succedendo.
La mia mente era sana, sveglia, vigile.
Nessuno ha mai scoperto la mia dipendenza, solo Marika si era accorta che ero diversa, ero più impulsiva, avevo scatti comportamentali strani ed eccessivi ma non ha mai pensato che il motivo fosse la droga.
"Adesso capisco tutto, l'unico domanda che ti voglio fare è com'è finita l'amicizia con Medusa?"
Sono contenta che Alan non mi stia giudicando per il mio passato turbolento e mi sento più libera ora che sono riuscita a parlarne con qualcuno dopo così tanto tempo.
"Quando io e Medusa ci sballavamo molto spesso non avevamo i soldi per procurarcela, io cercavo di fare più gare di quel che potessi reggere, e lei in qualche suo misterioso modo riusciva a prendere anche una piccola dose.
Poi però un giorno ho scoperto il suo segreto, trovandola in un vicolo a succhiare il cazzo a un pusher. In quel momento mi sono sentita una lurida tossica, nonostante io non mi vendessi pur di drogarmi. Ciò che lei si guadagnava vendendo il suo corpo lo sniffava lei, non le ho mai chiesto di procurarla anche per me perché se così fosse stato mi sarei sentita complice di ciò che faceva con il suo corpo. Quando le ho detto di averla scoperta ha iniziato a fare discorsi senza senso, dicendo che lei ne aveva più bisogno di me e quello era il suo unico modo pur di campare fino al giorno dopo."
Cosa ci ha visto Alan in una come Medusa?
Ricordo il giorno in cui lei venne da me a raccontarmi di questo ragazzo dagli occhi di petrolio, era felice, diceva che avrebbe smesso di fare sesso per avere in cambio la coca, ma se fosse stato così, ora non si troverebbe in un centro per tossicodipendenti, lontano da tutti e lontano da quella che una volta era la sua vita.
"Tu come hai fatto a innamorarti di una come lei? Non so insinuando nulla, ma sono più che sicura che lei si drogasse quando vi siete fidanzati."
Vedo Alan che è immerso fino ai gomiti nei ricordi, li sta passando tutti, come un replay.
"Partiamo dal fatto che eravamo più piccoli, avevamo a malapena quindici anni quando ci siamo conosciuti ma subito ci siamo infatuati l'uno dell'altra."
Fa una pausa trattenendo il respiro, come se volesse vomitare quella parte della sua vita, che gli ha spezzato il cuore.
"Io non riuscivo a vedere nessun'altra ragazza oltre a lei, per me era l'unica.
Ma io per lei, ero solo uno dei tanti, ma ancora non lo sapevo."
La sofferenza di Alan è molto simile alla mia, forse è per questo che mi piace ciò che vedo nei suoi occhi.
Realismo.
Tutti si ostinano a voler diventare qualcuno avendo sofferto, ma ciò che potrà darti il presente, non cambierà il tuo passato e non lo renderà migliore di come realmente l'hai vissuto.
Essere realisti, significa dover essere coerenti con la propria storia.
Chi vive in povertà e si crea un personaggio, una fama, si vanterà di ciò che è riuscito a diventare, ricordandosi però, le sue radici.
Questo per me è vedere il quadro generale della vita, di un progetto, di una crescita.
"Tutti i giorni Medusa spariva per almeno un'ora al giorno, dicendo che doveva aiutare suo padre nelle faccende di casa o lui avrebbe dato di matto. Ma era solo la scusa giusta per andare a prendere i suoi pallini quotidiani."
Il padre di Medusa non è mai stato un uomo con della materia grigia, lui era il primo ad essere uno sballone, quindi faceva finta che non sapesse niente di ciò che combinava la figlia. Mentre sua mamma, era una donna che pensava al lavoro e non partecipava mai alle sue giornate, portandola in discoteca o dalle amiche quando ce n'era più bisogno.
Alan è ancora zitto, sembra abbia paura di parlare e io di dire la cosa sbagliata.
"Non posso crederci che la ragazza con cui vivo, aveva un rapporto così forte con la ragazza che credevo di amare. Non siete per niente la coppia di amiche che si potrebbe vedere in giro, siete completamente gli opposti.
Ma io e te come abbiamo fatto a non incontrarci? Non ci siamo nemmeno mai visti per le presentazioni."
Ora però sembra incazzato.
"Alan calmati, non puoi tornare indietro ormai quel che fatto è fatto.
Guarda avanti, Medusa non è qui e non può rovinarti nulla.
Lei fa parte del passato di entrambi, non dobbiamo basarci su ciò che abbiamo vissuto prima."
Con queste parole, cerco di convincere più me stessa che lui.
Se Medusa dovesse tornare, io sprofonderei e lei, risorgerebbe.

FIGHT OR FLIGHT, LA FUGA DELLA RAGAZZA INCHIOSTRODove le storie prendono vita. Scoprilo ora