12.

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È mattina presto, ieri sera io e Alan abbiamo mangiato come sempre a debita distanza.
Sono a letto con gli occhi sbarrati e continuo a pensare a quello che è successo addosso a quel muro, ero ipnotizzata da lui, non riuscivo a pensare a mente lucida e lui stava cadendo nel vuoto dei miei occhi, senza fine, profondi, abbandonati all'oscurità.
Lo squillo del telefono mi fa tornare con la mente al presente, mi chiedo chi possa essere a quest'ora e non appena leggo il nome sul display rispondo subito.
"Ciao zia Lele, come stai? Quando vieni a trovarmi?"
Lascio andare il respiro che mi si era mozzato, credendo fosse successo qualcosa, Alyson mi sta chiamando con il telefono di Rosalia e mi parla con voce assonnata.
"Piccola sto scrivendo il manoscritto più in fretta che posso per tornare da te, quando vuoi lo sai che vengo a trovarti."
Mi manca così tanto, la sua assenza mi fa crollare il pavimento sotto i piedi e mi fa stare in bilico su un filo sospeso nel vuoto.
Prima di tutta questa storia io e lei non ci eravamo mai separate, eravamo perennemente insieme, io non avevo problemi con nessun ragazzo dagli occhi smeraldo e non ero così incasinata come lo sono ora, che c'è Alan nella mia vita.
"Lo so zia, ma papà ha detto di non disturbarti mentre lavori ma a me manchi tanto e ho bisogno di te."
Sorrido nel sentire le sue parole, perché lei è l'unica che mi fa tornare il sorriso, è il mio palo di sostegno, la mia roccia, la luce in mezzo alla tempesta...
Ma la tempesta sono io e porto caos e distruzione ovunque io passi. Lei mi salva da me stessa, in continuazione.
"Ti prego zia, anche solo un'ora." Mi supplica.
"Va bene piccola, il tempo di prepararmi e arrivare e sono lì da te."
Attacco e vado in bagno per farmi una doccia, cerco di lavarmi via la sensazione delle mani di Alan che percorrono il mio corpo e lo mandano a fuoco.
Esco dal pensatoio e mi vesto, ma Alan ha deciso di entrare in camera mia ancora senza bussare.
"Ma non ti hanno insegnato a bussare razza di maniaco?"
Lui ride di gusto ma quando lo fa continua a mangiarmi con gli occhi, io cerco di coprirmi avendo solo l'intimo, lui si avvicina a me e io indietreggio ma trovo la scrivania che mi impedisce di andare ancora più lontano da lui.
"Perché mi fai questo effetto Rachele, non riesco a starti lontano. Non riesco a toglierti dalla mia testa, sei un punto fisso."
Sono mezza nuda davanti a lui che continua a farmi la radiografia, si ferma su un punto preciso e seguo il suo sguardo, sta osservando le palline del piercing che si intravedono sotto l'intimo e alzando di nuovo lo sguardo vedo che si sta leccando le labbra.
Un calore strano si impossessa di me facendomi andare a fuoco, inizio ad avere pensieri poco casti e chiudo gli occhi cercando di ritrovare la mia sanità mentale.
Lui alza una mano e mi accarezza, non sta cercando di sedurmi o di portarmi a letto, lo vedo che vuole solo avere un contatto fisico con me continuando a tracciare con il dito i lineamenti di alcuni tatuaggi.
"Ammettilo che anche tu senti che c'è qualcosa tira di noi, l'hanno capito tutti che tra me e te c'è della chimica, c'è attrazione, c'è desiderio e voglia di possederci."
Vorrei proprio sapere chi sono quegli idioti che hanno detto una cosa simile.
"Ora devo andare da Alyson e sono in ritardo, ma penso proprio di tornare per l'ora di pranzo."
Scappo dalla sua presa e vado verso il letto su cui ho lasciato i vestiti, jeans e una camicia bianca, con sopra il mio fedele giubbetto di pelle.
Recupero le chiavi ma lui mi tira per una mano, mi tira a sé avvolgendomi tra le sue braccia, un gesto semplice, innocuo, puro... sento il suo cuore che batte all'impazzata e ho quasi paura che possa spaccarmi la cassa toracica.
Appena scioglie l'abbraccio le sue labbra si posano sulle mie, in modo delicato, velato, per poi scappare e andare da Alyson.

Sto cercando di concentrarmi sulla strada e non sul contatto che bramavo da tempo.
Fortunatamente sono arrivata sana e salva senza aver distrutto la macchina contro un palo, fuori dalla casa c'è già lei ad aspettarmi che non appena mi vede scendere dalla macchina corre verso di me per lanciarmisi addosso.
Ci abbracciamo per un tempo infinito, il suo profumo mi fa scordare quello di Alan e le sue labbra sulle mie, mi fa scordare di David e dei segni che mi ha procurato, mi fa dimenticare del tradimento di Arianna e di quanto siano pazzi Bruno e Marika, ma soprattutto mi fa dimenticare per un attimo quanto la mia vita sia sommersa dalla merda.
"La zia migliore del mondo è arrivata e ce l'ho io."
Esclama urlando e saltandomi ancora addosso, poi entro in casa con lei ancora in braccio.
L'odore famigliare di questa casa è insinuato in una parte del mio cervello che mi fa ricordare solo bei momenti passati con Marika durante la nostra infanzia e la nostra adolescenza.
Alyson inizia ad aggiornarmi su ciò che ha fatto da quando non ci sono, mi fa vedere i compiti che è riuscita a svolgere da sola, mi fa vedere i voti presi, mi parla del bambino che sta nella sua classe e che le piace tanto, confessandomi di avergli dato un bacio sulla guancia.
Immagino che questo particolare Bruno non lo sappia, meno sa, meglio sta.
Le successive tre ore passano in fretta, promettendole poi che tornerò a trovarla presto e che senza di lei non so stare.
Mi sono accorta che Alyson si è resa conto delle ferite sul viso ma non ha fatto domande, forse avendo paura della risposta.

FIGHT OR FLIGHT, LA FUGA DELLA RAGAZZA INCHIOSTRODove le storie prendono vita. Scoprilo ora