Ti senti piena di lacrime che si rifiutano di uscire e di darti la sensazione di un pianto liberatorio.
Danno un senso di pieno, ma tu senti solo il niente.
Vorresti piangere ma non lo fai, perché le troppe emozioni si sovrastano, si accumulano e non sapresti nemmeno per quale dei tanti pensieri versare la prima lacrima.
Vorresti dirlo a qualcuno, ma non sai a chi.
Perché le persone con cui vorresti confidarti, sono le stesse per cui vorresti piangere.
Non riesci a farti capire.
Ti viene da piangere ma ti imponi di non farlo, perché quando si inizia dopo tanto tempo, andresti avanti per ore.
Ma io penso, piangi.
Piangi per tutte le volte in cui nessuno ti ha capito.
Piangi per le persone che ti hanno lasciato, piangi per i ricordi, per le parole.
Piangi per il dolore che provi, ma piangi anche per la persona che sei dovuta essere per diventare ciò che sei ora.
Piangi perché si è bellissimi anche quando si ha il mare che scorre sulle guance.Le idee per il manoscritto si fanno strada nella mia testa, come ogni volta che nella mia vita succede qualcosa, che solitamente non comprende un parente sperduto in giovane età.
Dopo essere usciti da casa dei Baker mi sono messa alla guida e non ho spiaccicato parola per tutto il viaggio e anche Alan era immerso in chissà quali pensieri.
Ed ora mi trovo nel solito bar ad aspettare Scott che si faccia vivo, dopo aver lasciato Alan a casa l'ho chiamato subito, volendo scappare insieme ad una bottiglia di tequila.
"Dolcezza, spero che tu non mi stia aspettando da tanto."
Sorrido nel sentire il nomignolo, ormai ci ho fatto l'abitudine e quasi mi piace.
"No Scott, sono arrivata da poco."
Mi alzo e ci abbracciamo e lui mi da un bacio sulla guancia come saluto, poi si siede di fronte a me.
Il suo viso è stanco, ha delle profonde occhiaie e borse nere sotto gli occhi, la faccia è scavata e cadaverica.
"Scott che succede?"
Prima di rispondermi però recupera una sigaretta dal pacchetto e l'accende.
"Non lo so Dolcezza, mi sento così devastato. Non riesco a fare ciò che vorrei, continuo a pensare che dovrei andare via, cambiare paese e iniziare una nuova vita, dove nessuno sa chi sono. O forse sono io che non so più chi sono."
La mia mente percepisce il suo malessere, perché anche io mi sento come lui.
Spaesata.
Non so chi sono, non so chi vorrò essere domani, come migliorarmi o semplicemente come vivere in serenità.
"Vedi Scott, capisco come ti senti, ma devi anche pensare che tu sei meglio di questi pensieri, sai che puoi spaccare il mondo con un solo gesto. Devi volerlo oltre che desiderarlo, sognarlo, immaginarlo. Sii l'adulto che hai sempre voluto al tuo fianco, sii quella persona senza la quale non riusciresti a sopravvivere.
Non pensare subito di non farcela o di non poterlo fare. Perché tu puoi fare tutto ciò che desideri, devi solo avere il coraggio di farlo, di abbandonare tutto per arrivare alla vittoria giusta, per creare il vero Scott."
Lui mi guarda con quegli occhi chiari forse ricapitolando ciò che gli ho detto, capita a tutti di avere questi pensieri, soprattutto quando si è giovani.
Ma comprendo anche che non è poi così semplice.
Quando ti senti così vorresti arrivare a fine giornata e renderti conto di non aver portato a termine niente, -solo un paio di serie tv, insieme a qualche cartone di gelato-.
Vorresti solamente che qualcuno si mettesse vicino a te e comprendesse il tuo silenzio, vorresti che qualcuno entrasse nel turbine delle tue insicurezze insieme a te, e nonostante questo continuassi a piacergli.
"Tu come fai Lele? Ne hai passate tante e si vede, allontani chiunque provi a parlarti e non per cattiveria, ma per protezione.
Ma per difendere chi fai ciò? Per salvaguardare il dolore degli altri, o per la tua sopravvivenza?
Sei un turbine di emozioni, sensazioni, per questo non ho resistito e ti ho rivolto la parola.
Le persone come te, quelle poche che ci sono, solo con la loro presenza trasmettono tutto ciò che stanno provando in quel momento, come una malattia, un virus.
E cazzo, quella sera ho percepito così tanto in te... che mi hai distrutto, senza nemmeno toccarmi."
Siamo all'aria aperta e l'unica cosa che ci sta intossicando è il fumo passivo delle nostre sigarette, Scott fin dal nostro primo incontro mi ha dato la possibilità di scappare.
Di evadere da una prigione in cui io stessa mi sono rinchiusa, la mia mente.
Me stessa.
La mia vita.
Per questo appena intercetto il cameriere ordino un'intera bottiglia di tequila, perché questo è il momento di scappare, da Alan, dall'incontro con Adhan, dalla mia vita del cazzo, ma sopratutto, da me.
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FIGHT OR FLIGHT, LA FUGA DELLA RAGAZZA INCHIOSTRO
ChickLitCiò che ha fatto andare avanti Rachele nella sua vita è stato un motto. Fight or Flight. Combatti o fuggi. Rachele ha sempre lottato per chiunque, ma per lei chi lo faceva? Nessuno, per questo ha preferito scappare.