Tra chiamate e messaggi Alan mi sta intasando il telefono, come la testa.
Io puntualmente tronco le chiamate e ignoro ciò che mi ha scritto perché non ho voglia di leggere cazzate come: ero ubriaco, quando me la facevo pensavo a te, scusami, perdonami.
Frasi fatte, parole dette per far credere di essere pentito, ma io li vedo solo come insulti, perché se l'hai fatto significa che tu volevi farlo.
Hai acconsento, hai detto di sì ad una ragazza un po' brilla che voleva solo possederti per una notte, quando hai appena chiuso qualcosa che potevi avere per più tempo.
"A che pensi Dolcezza?"
Scott mi ha offerto il pranzo volendo cucinare per me, a casa sua.
Non lo conosco, ma nessuno mi ha mai offerto una via di fuga e lui l'ha fatto senza pensarci troppo, senza neppure sapere la mia storia.
Mentre aspettiamo che la pizza si cuocia, stiamo facendo una specie di aperitivo, come se non avessi bevuto abbastanza.
Casa sua é simile alla mia, umile, calorosa, ha il richiamo dell'affetto nonostante abbia detto che ci vive da solo anche se qualche volta sua sorella, Helena, viene a fargli visita.
"Hai mai provato un vuoto che sai non potrà essere colmato?"
Scott ci pensa su, vedo che sta cercando le parole adatte per darmi una risposta non giusta, semplicemente, degna di essere pronunciata.
"Ho quella sensazione perennemente, ma io non voglio nemmeno che qualcuno mi aggiusti, voglio solo essere capito e apprezzato per ciò che sono."
Forse anche io ho bisogno di questo, o forse ho solo bisogno di ubriacarmi fino a vomitare.
"Rachele, chiunque ti provochi del male lo fa per attirare l'attenzione su di sé e da quel che ho visto tanti ti vogliono nella loro vita. Ty mi ha salvato il culo in parecchie situazioni e gli sono debitore.
Durante una conversazione sei saltata fuori tu, e la mia curiosità mi ha spinto fino a farmi salire sulla tua macchina. È stato il gesto più giusto e impulsivo che io abbia mai fatto."
Ma che cazzo di vizio ha la gente di parlare di me che dopo sono circondata da ragazzi con crisi neo adolescenziali, mi è bastato Alan, non voglio che anche lui si dimostri uno stronzo.
Ho dovuto spegnere il cellulare, probabilmente sarebbe stato impossibile anche solo vedere l'orario per tutte le notifiche ricevute.
"Perché? Come puoi essere sicuro che io sia la stessa ragazza di cui ti ha parlato Ty?"
Si avvicina al mio viso e posso sentire il suo alito caldo sulle mie labbra.
"L'ho notato alla gara, l'ho notato quando ti ho vista fuori da quel bar.
Tu sei follemente persa, non cerchi qualcuno che ti salvi, tu cerchi qualcuno che vuole scappare, proprio come te."
Mi ammutolisce.
"Non sei una ragazza che sogna il principe azzurro, perché non hai bisogno di un uomo per essere appagata nella vita, tu vuoi solo essere libera. Ma allo stesso tempo vuoi un posto che puoi definire casa, con le persone che puoi definire famiglia. Un posto sicuro in cui puoi scappare."
Le lacrime vorrebbero scendere ma non posso permetterglielo, prendo la bottiglia e inizio a scolarmela alla goccia.
Mentre sento la gola bruciare, la stessa sensazione mi colpisce all'altezza del petto.
Penso: persino il mio cuore, vorrebbe avere una via di fuga.Mi sono fatta accompagnare a "casa", ma quando stavo per scendere mi ha lasciato il suo numero di telefono, aggiungendo: "Quando vorrai scappare, basta che mi fai un fischio e scappo con te."
Sono nel bel mezzo di una sbronza colossale, quindi non so nemmeno io che espressione avessi sul volto, so solo che mi sono sentita accaldata per l'imbarazzo, credo.
Entro in casa e le voci mi arrivano acute e stridule fino al timpano quasi volendo tapparmi le orecchie.
Mi accendo una sigaretta fregandomene di essere in salotto e fregandomene se il proprietario di questa casa possa incazzarsi.
Vado verso quei suoni che arrivano dalla cucina.
Vedo Hilary, Bruno, Marika, Malcom e lo stronzo.
Non appena notano la mia presenza fermano le loro chiacchiere, ma io non ho capito una singola parola di ciò che hanno detto.
"Potresti anche rispondere al telefono, hai fatto preoccupare tutti."
Sbadiglio falsamente, per fargli capire che mi annoia tutto ciò che esce da quella bocca di merda.
"Bla bla bla. Hai finito di sparare cazzate o vuoi continuare a fare la recita delle elementari?"
Non credo di aver detto la frase come il mio cervello l'ha immaginata perché tutti comprendono in che stato mi trovo.
"Rachele non dirmi che sei un'alcolizzata."
Rido sonoramente alla donna che doveva amarmi, ma ha preferito lasciarmi.
"Non sono un'alcolizzata, ma se continuerò ad avere incontri spiacevoli e dolorosi così frequentemente, allora potrò anche prendere la cosa in considerazione."
Vado a cercare un'altra bottiglia di qualcosa di forte ma una mano sulla mia spalla me lo vieta.
Mio fratello mi guarda con occhi tristi e dispiaciuti, non è al corrente di tutto ciò che ho passato, ma la parte di cui è a conoscenza mi ha spezzata e lui ha dovuto ricompormi per quanto io glielo abbia permesso.
"Comunque sono tornata per fare le valigie e tornarmene nella mia vera casa, non mi fotte di ciò che direte voi, non ho bisogno di un babysitter, come qualcuno di mia conoscenza."
Punto gli occhi in quelli di Alan che non riesce a sostenere, infatti abbassa lo sguardo però poi decide di parlare.
"Lele, non è come credi io non volevo assolutamente andare a letto con quella ragazza, ma cazzo capiscimi, sono un ragazzo con gli ormoni impazziti e non ho resistito a darle un no come risposta."
Bella scusa di merda.
"Sul fatto che tu abbia gli ormoni di un tredicenne l'avevamo capito tutti, però vedi, ti sarai anche guadagnato una scopata con poco. Ma ricordati che hai anche perso la mia fiducia, il mio rispetto e me."
Detto questo, recupero una bottiglia evitando Bruno, vado in camera mia e recupero tutte le mie cose.
"Ti prego Rachele, non prendere questa decisione adesso, aspetta un paio di giorni."
Alan cerca di rimandare la mia fuga, ma io non ci riesco.
"Come posso stare sotto lo stesso tetto del ragazzo che ha iniziato ad essere nei miei sogni, oltre che nelle mie giornate. Come faccio ad averti ad un passo da me sapendo che non posso toccarti perché tu hai preferito ascoltare i tuoi ormoni ai tuoi sentimenti. Come puoi pensare che io passi sopra ad una cosa del genere.
Hai riacceso i miei sentimenti Alan, ma li hai appena fatti ricadere nel baratro dell'oscurità."Carico la macchina, sentendo le lacrime pizzicarmi gli occhi.
Sono ubriaca, alla guida e sola.
Sarebbe il momento perfetto per scappare.
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FIGHT OR FLIGHT, LA FUGA DELLA RAGAZZA INCHIOSTRO
ChickLitCiò che ha fatto andare avanti Rachele nella sua vita è stato un motto. Fight or Flight. Combatti o fuggi. Rachele ha sempre lottato per chiunque, ma per lei chi lo faceva? Nessuno, per questo ha preferito scappare.