GLI APPUNTI

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Il weekend lo trascorro studiando gli appuntii della babysitter, sono scritti proprio bene, meglio dei miei, eppure io sono perfezionista in ciò che faccio. Mi scappa l'occhio e vedo uno scarabocchio sul bordo di un foglio. Jess.
Mi ricorda qualcosa ma non riesco a mettere a fuoco. Continuo a studiare, fra poco ci sarà l'esame e devo assolutamente superarlo per poter continuare il corso.
Jess. Ecco chi è. È il bambino a cui ha fatto la babysitter a Palm Beach. Deve volergli bene se è nei suoi pensieri ancora.
La cosa mi fa sorridere. È completamente diversa dalle ragazze che frequento. Ventitré anni e invece di pensare a ragazzi ha in mente solo lo studio e un bambino. Scommetto che è pure vergine, se dovesse tenersi un po' di più, con quel fisico penso non avrebbe problemi a trovare un ragazzo, sì, perché non mi dà l'impressione da avventure occasionali.


Siamo davanti all'università, io,Rider e come al solito le tre cheerleader inseparabili. Nancy mi si avvinghia come una cozza dall'ultima sera, ma con garbo e senza darle intendere il mio fastidio, la allontano.
Avril nota il mio zigomo ancora un po' gonfio.

"Jason cosa ti è successo?"
"Niente. Un incidente."

Nancy, cazzo, non si fa gli affari suoi, e fa proprio quello che volevo evitare, parlare di me e dei fatti miei.
Racconta per filo e per segno ogni particolare, gesticolando e alzando pure la voce.
In questo momento la odio. Avrei preferito pensassero di me che sono lo stronzo che va a letto con chiunque e non il difensore dei rapporti amorosi altrui.

"Fanculo Nancy, chiudi quella bocca!"

Nel frattempo ci passa in parte la babysitter, che sorride guardando per terra. Era seduta su una panchina dietro la pianta ed sicuramente ha sentito tutto.

"Ehi sfigata, cos'hai da ridere? Vedi di andartene, non è tua zona questa."

Sbotta Nancy pensando stesse ridendo di lei.

"Dici a me, scusa?"
"Sì, proprio a te. Ma ti sei specchiata prima di uscire di casa stamattina?"
Le ringhia guardandola dal basso verso l'alto.

"L'ho fatto per ben due volte, e mi sono assicurata di non avere la tua faccia di cazzo."
Risponde tranquilla allontanandosi.

Ha ottenuto la mia più grande ammirazione. La seguo con lo sguardo e non dà segno di cedimento. Tranquilla prosegue il suo tragitto.

"Ma come si permette quello sgorbio!"
"Te la sei cercata mi sembra."
Le faccio notare

"Ma tu, da che parte stai? Non dirmi che ti faresti anche una così?"
"Non sto dalla parte di nessuno. Ma sei stata tu ad attaccarla."
"Stava ridendo di me."
"Chi te lo dice. A me sembrava guardasse in terra, magari sorrideva per cazzi suoi!"
"Da quando ti preoccupi per loro?"
"Guarda che non sono esseri inferiori, solo non si atteggiano come voi." Comincio ad innervosirmi e me ne vado. Rider mi segue.

"Ehi amico, che ti succede? Perché te la prendi tanto?"
"Non me la prendo. Mi dà fastidio come certa gente si senta superiore ad altri."
"Ok, ma non hai mai reagito così, e loro hanno sempre preso in giro quelle."
"Quelle?" Gli ripeto calcando il tono.

Lui mi guarda stranito. Ha ragione, mi ha sempre dato fastidio il loro atteggiamento da superiori, ma non ho mai replicato. Perché adesso mi dà così fastidio?

Siamo vicini alla mia classe, sulla porta appoggiata allo stipite riguardando degli appunti, c'è lei.

"Cazzo Jason, è nel tuo corso, la conosci?"
"No, mi ha passato solo degli appunti. Vattene adesso, ci vediamo agli allenamenti."

"Ciao babysitter! Complimenti per il colpo assestato."
"Ho solo detto la verità."

La tua ragazza dovrebbe usare quei pochi neuroni che ha nel cervello, prima di parlare."

PRENDERE O LASCIAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora