#1: TUTTA COLPA DEI CHEESEBURGER

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[capitolo revisionato]

NOEMI POV

Sì, miei cari lettori. Avete letto bene. Tutta questa storia è iniziata perché la vostra cara protagonista non è in grado di cucinare nemmeno un uovo senza fare esplodere la cucina e ha quindi deciso di ripiegare verso un fast food.

Ma andiamo con ordine.

In teoria mio fratello doveva rientrare dal lavoro il 27 giugno così da portarmi il giorno seguente a Kyoto dove si sarebbe svolta una fiera su One Piece con tanto di firma copie.

Tuttavia il 26 sera il caro fratello mi manda un messaggio col quale comunicava che, a causa di alcune "complicazioni sul lavoro", non sarebbe tornato a casa per un po'.

Così su due piedi non diedi troppo peso alla cosa; non era la prima volta che succedeva:
anche l'anno scorso avevamo ricevuto una telefonata da Ricky riguardo una "piccola complicazione sul lavoro" e poi abbiamo perso i contatti per quasi 2 settimane.

Stavolta nemmeno si era nemmeno preso la briga di telefonare, ma così su due piedi pensai che semplicemente non potesse farlo per questioni pratiche (e in effetti era andata così, solo che per motivi diversi, come scoprì in seguito).

Alla fine, dopo aver aspettato invano qualche segno di vita per tutto il giorno seguente, decisi di lasciare perdere e di andare comunque alla fiera (avevo già preso i biglietti del treno e della fiera, i secondi dei quali non erano rimborsabili... e poi Oda-sensei non si incontra mica tutti i giorni).

Visto che anche nei giorni successivi mio fratello non si era fatto più vivo e che mi ero stufata di mangiare sempre e solo cibo surgelato, la sera del 29 giugno 2020 decisi di uscire a comprare qualcosa da mangiare.

Così mi vestì con le prime cose che mi capitarono in mano (una T-shirt grigio scuro, un paio di blue jeans lunghi, le mie adorate converse bianche e la giacca di pelle); presi lo zaino, non ancora disfatto dalla gita a Kyoto, con il portafogli e il 1° volume di One Pièce firmato da Echiroo Oda in persona all'interno (e col senno di poi per fortuna era rimasto lì dentro) e con le chiavi della moto presa a noleggio da Ricky per me ("nel caso volessi fare un giro mentre lavoro" mi aveva detto quando me l'aveva presentata. Sì, ho un fratello fantastico) uscì di casa.

Mi diressi quindi al McDonald's vicino all'entrata dell'autostrada, a 20 minuti da casa. Parcheggiai dietro il locale, entrai, ordinai un Happy Meal (avevo 16 anni suonati, ma il fottutissimo pupazzetto del Happy Meal non me lo toglieva nessuno) e uscì sui tavoli a mangiare.

Fu allora che notai una situazione alquanto particolare: su un tavolo poco distante dal mio erano seduti 4 ragazzi, a occhio croce tutti sulla ventina o giù di lì, che mangiavano avidamente come se non vedessero cibo da giorni.

Cosa c'era di particolare, chiederete voi?? Il loro abbigliamento e atteggiamento.
Sembravano direttamente usciti da un anime!!!

Da un lato del tavolo c'era un ragazzo moro con indosso una camicia a mezze maniche rossa e un cappello di paglia sul punto di mangiarsi pure il tavolo.

Al suo fianco un altro moro con un'acconciatura stile Elvis Presley e indosso una tipica uniforme scolastica giapponese blu scuro sopra una canotta giallo canarino adornata di spille oro. Stava osservando attentamente il locale mentre divorava i suoi Chicken MacNuggets, come se stesse cercando qualcosa.

Di fronte a lui stava un altro ragazzo moro con i cappelli intrecciati vestito di rosa con uno scollo a cuore sul petto e 2 spille a forma di coccinella blu. Anche lui si guardava intorno guardingo mentre sorseggiava della Coca Cola.

Infine, di fronte al ragazzo col cappello di paglia, c'era un biondino con la testa cinta da una bandana viola e rosa e da 2 piume bianche, una maglia bianca sotto una giacca azzurra, guanti senza dita scuri e una sciarpa rosa.
Mentre mangiava un hamburger doppio, lanciava occhiatacce sia al parcheggio, come se da un momento all'altro dovesse spuntare la sua nemesi, sia al ragazzo di fronte come per dirgli: "Mastica a bocca chiusa porca miseria!!!". Ovviamente il soggetto in questione non lo calcolo minimamente.

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