#9: COMMETTO UN'EFRAZIONE E GIÀ CHE CI SONO UN RAPIMENTO

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[Capitolo revisionato]

??? POV

C'era qualcosa di strano in quella ragazza. Ero sicuro che stesse nascondendo qualcosa.
Avevo il compito di raccogliere informazioni su ciò che era successo in quel posto la sera prima, ma l'istinto mi suggeriva che era meglio investigare anche su di lei. Così recuperai la tracolla nera e la inseguì. Per fortuna, gli avevo messo addosso una cimice altrimenti con la moto mi avrebbe seminato.

Arrivai a una casa quasi completamente isolata in mezzo al bosco. Solo una minuscola strada sterrata la collegava a una asfaltata che probabilmente portava sia al centro abitato più vicino sia all'autostrada e al McDonald.

Mi avvicinai di soppiatto alla casa e non riuscì a trattenere un sorriso di trionfo quando lessi sul citofono di essa il nome "Valpiana": l'istinto non mi aveva tradito.
Decisi di rimanere lì a indagare. Mi era stata offerta un occasione d'oro; non potevo certo sprecarla. Tuttavia infiltrarsi in casa di giorno era troppo rischioso quindi attesi pazientemente il calare delle tenebre.

Alle 4.00 del mattino mi misi la tuta da combattimento ed entrai nell'abitazione.
Per fortuna la finestra del corridoio era stata lasciata aperta per arieggiare perciò mi calai all'interno.
Peccato che non ebbi nemmeno il tempo di fare un passo che sentì un rumore di molle e dei passi: qualcuno si era alzato dal letto.
Velocemente mi fiondai della stanza più vicina a me che si rivelò essere il bagno. Feci appena in tempo a chiudere la porta, che nel corridoio si scatenò un putiferio.

Sentì l'urlo di una ragazza, un tonfo e un vociferare. Concentrandomi sentì la discussione.

-Sc-Scusa, non volevo spaventarti. Pensavo...-
-...fossi Samara, lo so. Non credevo fossi così fifona, Noemi-chan-
-Non è vero-
-Certo, certo-

Noemi?? Questo nome l'avevo già sentito. Possibile che fosse davvero lei??

Senza accorgermene indietreggiai e urtai un cestino che cadde rovinosamente a terra.

La ragazza urlò nuovamente e capì che, se non tagliavo la corda, mi avrebbero beccato.
Maledicendo mentalmente quella piccola distrazione che rischiava di costarmi cara, uscì dalla minuscola finestra del bagno (la quale fortunatamente si aprì senza fare rumore) e salì sul tetto.

Lì trovai un piccolo gatto nero che mi fissava con i suoi enormi occhi verdi sorpreso. Ricambiai lo sguardo e improvvisamente mi venne un'idea folle. Avvicinai il micetto, lo presi in braccio e lo calai dentro il bagno. Per mia enorme fortuna il gatto si mostrò collaborativo e non tentò la fuga o di aggredirmi.

Sentì la porta del bagno aprirsi violentemente, il gatto uscire e un terzo urlo sempre da parte della ragazza (ma quanto urla sta qua??).

-A quanto pare c'era un piccolo intruso in casa-
-Attenta, Noemi-chan. È una bestia pericolosa. Fiuta la paura-
-Ma smettila-
-Come vuoi tu, principessa-

Tirai un sospiro di sollievo: c'erano cascati.

-Ecco, io torno a dormire-
-Forse è meglio se vado anch'io. Josuke mi fai scen...-

Sentì le voci allontanarsi. Mi spostai lungo il tetto  e grazie a uno specchietto riuscì ad osservarli senza farmi vedere dalla finestra del soggiorno.

Vidi un ragazzo con i capelli a forma di bistecca (Josuke, dedussi) che scaricava la ragazza (Noemi, senza ombra di dubbio) sul letto e che si sdraiava accanto a lei cingendola con un braccio. Dall'altra parte del letto un ragazzo moro si raggomitolò su se stesso con il gattino tra le braccia. Oltre a loro c'era anche un ragazzone biondo con la faccia affondata nel cuscino e un altro ragazzo moro che dormiva spaparanzato su un puf. Come abbiano fatto quei 2 a non svegliarsi nonostante tutto il trambusto rimarrà per sempre un mistero.

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