#15: PROBLEMI FAMIGLIARI E DOVE TROVARLI (1°PARTE)

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[Capitolo revisionato]

GIORNO POV

Dovevo assolutamente parlare con qualcuno di mio padre o avrei dato di matto. Ma con chi?!

Con DIO, no di sicuro. Troppo imbarazzante.
Con Caesar, nemmeno. Non dopo lo sclero di quella mattina.
Con Josuke... Meglio di no. Chissà come avrebbe reagito.
Con Luffy... Decisamente no. Nella sua ingenuità lo avrebbe detto a tutti.
Con gli altri 3... Ci conoscevamo a malapena. Figurati se si interessavano dei fattacci miei.

E poi nessuno era a conoscenza del quadro generale della situazione a parte (forse) DIO e... Noemi!!
Sì, lei di sicuro sapeva già qualcosa. E poi era una ragazza sveglia: se gli avessi chiesto di tacere lo avrebbe fatto.

Perciò appena la vidi mettersi la giacca per andare fuori con la moto, colsi la palla al balzo e la accompagnai (beccandomi delle occhiate sospette da parte di Josuke. Possibile che fosse geloso??).

Lasciai guidare Noemi che ci condusse su una collinetta lì vicino dove si poteva ammirare la ski-line di Tokyo. Ci sedemmo sull'erba e per un po' rimanemmo in silenzio a guardare la silhouette dei grattacieli della megalopoli.

Era strano a pensarci: ero nato e cresciuto lì, in Giappone (quello del mio universo ovvio). Eppure non possedevo più alcun ricordo di quel periodo.
Ma, detto sinceramente, non era poi così importante. Quella non era mai stata la mia casa.
Era Napoli la mia vera casa e Bucciarati, Abbacchio, Narancia, Mista, Fugo, Trish, Polnareff, Max, Fede, Elena, Alice e Marco la mia famiglia. Forse non era perfetta, ma andava bene così.

Per la seconda volta in quella giornata il mio pensiero andò a loro. Pregai nuovamente che stessero bene. Dovevano stare bene. Avevo già perso tante persone nell'ultimo periodo e dubitavo fortemente che avrei retto un'altra dipartita causata dalla mia assenza.

-Volevi parlarmi di DIO Brando??- mi chiese improvvisamente Noemi, interrompendo quel flusso di pensieri ben poco allegri. Annuì, sollevato che fosse stata lei a tirare fuori l'argomento e ad andare dritta al sodo.

Avevo molte cose da dire.
Volevo sfogarmi, ma non sapevo esattamente da che parte incominciare.
Poi nella mia mente riaffiorò un ricordo e da lì iniziai a raccontare...

Napoli (universo di "JoJo Vento Aureo"), 16 aprile 2000

Era stata una giornata estenuante. Le mie "ammiratrici" (anche se il termine più corretto, secondo Elena, sarebbe fanatiche e io non posso che concordare) non avevano fatto altro che riempirmi di auguri e regali.
Non è che mi era dispiaciuto sentirmi considerato, ma certe ragazze dovevano assolutamente calmare gli ormoni. Non posso mica uscire con 6 in contemporanea. Avevo di meglio da fare.

Comunque, appena rientrato a casa, mi diressi in camera mia per riposare un po'.

-Ohi, moccioso...hic...non si saluta?...hic- disse il mio patrigno ubriaco fradicio, mentre salivo le scale.

Lo odiavo quando era ubriaco. In realtà lo odiavo e basta, ma almeno da sobrio riuscivo a farlo ragionare. Da ubriaco era molto più difficile.

-Ciao. Già ciucco a quest'ora??- dissi freddamente.
Lui intanto mi raggiunse.
-Ho bisogno di 60.000 lire (31 euro circa). Dammele- disse ignorando la mia frecciatina.
-A che ti servono??- chiesi.
-CHE TE NE FREGA. DAMMELE- disse lui perdendo le staffe.
-Sono i miei soldi. Li ho guadagnati io. Perciò voglio sapere come vengono usa...-
Non finì nemmeno la frase che lui mi spinse giù dalle scale. 

Sbattei la testa contro un gradino e caddi rovinosamente sul pavimento. Sentì qualcosa di caldo bagnarmi la nuca, mentre il mondo prese a girare vorticosamente.

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