#30: FORTUNA, PERCHÈ C'HAI ABBANDONATO??

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[capitolo revisionato]

NOEMI POV

Dopo una decina di metri a gattonare nel condotto incontrai un bivio e mi fermai.
In un attimo Sonic mi raggiunse (era rimasto indietro per chiudere la grata).

-Dobbiamo andare a sinistra- annunciò -I laboratori sono vicini...-
-Perché va sempre tutto storto??- lo interruppi.
-Noemi??- chiese perplesso.
-Non era questo il piano- continuai mentre le lacrime iniziarono a rigarmi le guance -Dovevamo arrivare tutti insieme lì. Perché non è andata così?? Perché li abbiamo abbandonati??-

Mi scappò un singhiozzo e appoggiai la fronte sul fondo del tunnel e strinsi le braccia intorno alla testa, continuando a piangere.

-Prima il computer, poi questo!! Perché ogni piano che facciamo deve andare in malora?! Perché?? PERCHÈ?!- dissi tra i singhiozzi.

-Perché così va il mondo- affermò seccato Sonic -Puoi fare piani su piani, ma ci sarà sempre quel imprevisto che manda in vacca tutto. È frustante, lo so. Ma non ci possiamo fare niente-
Mi diede una pacca sul polpaccio.
-Ma questa non è una scusa per abbandonare tutto. Non abbatterti ora, Noemi. Abbiamo ancora una missione da compiere. E se non riusciamo, allora il sacrificio di Giorno, del Dottore e di tutti sarà stato invano-

Le sue parole, per quanto poco carine e coccolose, mi diedero un po' di forza. Aveva ragione. Non potevamo fermarci ora. I nostri compagni ci stavano facendo guadagnare tempo per completare la missione. Dovevamo proseguire a ogni costo.

Mi asciugai le lacrime e ricominciammo a strisciare lungo i cunicoli.

Giungemmo infine a un'altra grata di metallo alla quale mi affacciai.
Eravamo nell'angolo di una stanza e un enorme macchinario ci impediva la visuale.
Due metri più in basso rispetto alla grata c'era un piattaforma di metallo lunga e stretta che sembrava percorrere l'interezza della stanza dall'alto.

Con il kunai che avevo dietro aprì la grata e scesi sulla piattaforma facendo il meno rumore possibile. Sonic mi imitò e con cautela si sporse sul lato del macchinario per osservare la situazione.

-È peggio di quanto pensassi- sussurrò facendo cenno di avvicinarmi.
Io mi accostai e quello che vidi mi fece raggelare.

Lì, al centro della stanza, accasciati sul pavimento e circondati da una decina di guardie, c'erano Luffy, Ceasar, Josuke e DIO!! E non solo!! C'erano anche due tecnici che stavano smanettando su dei PC e non ci voleva un genio per capire che stavano tentando di ripristinare i sistemi di sicurezza.

-Quanto tempo ci vorrà??- chiese un uomo sulla cinquantina in mezzo a loro (Akira Yoshibata, dedussi poi).
-Naomi ha fatto proprio un ottimo lavoro. Ci vorranno almeno 5 ore per riabilitarli. Solo 2 se sua figlia ci desse un aiuto, ma dubito che voglia collaborare- gli rispose uno dei tecnici rivolgendo lo sguardo a Naomi, in piedi con le braccia bloccate dietro la schiena da una guardia.

Nonostante la distanza che ci separava non fu difficile notare quanto la scienziata fosse livida di rabbia. Non rispose al tecnico, ma gli lanciò un'occhiata di puro acido che lo fece rabbrividire e tornare subito al proprio lavoro.

Akira Yoshibata sospirò.
-Ah. Mia cara figliola. Vedo che l'enorme affetto che provi nei confronti di Riccardo Valpiana ti ha reso un'ingrata. Io e tua madre ti abbiamo dato tutto. Ti abbiamo sempre sostenuta e aiutata. E tu come ci ringrazi?? Complotti contro di no...-
-Smettila!!- lo interruppe lei urlando -Smettila di mettere mia madre sempre in mezzo!! Lei non avrebbe mai messo in secondo piano una vita umana per il suo sogno!! Lei non avrebbe mai permesso questo!!-
-Che ne sai tu di cosa avrebbe fatto o meno lei?!!?-
-Potrei farti la stessa domanda-
-Io l'ho conosciuta meglio di chiunque altro!! Lei non avrebbe mai rinunciato al suo sogno di fronte ai piagnistei di una stupida ragazzina che l'ha anche condannata a morte!!- affermò lui.

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